International Task Force on the Holocaust

International Task Force on the Holocaust

 

PERCHÈ INSEGNARE L’OLOCAUSTO?

L’obiettivo dell’insegnamento di qualsiasi materia è quello di impegnare la curiosità intellettuale degli studenti, al fine di promuovere il pensiero critico e la crescita personale. È essenziale, perciò, che gli educatori assumano un punto di vista razionale quando affrontano qualsiasi materia.

Se gli educatori dedicano il tempo dovuto a considerare le ragioni delle loro lezioni sull’Olocausto, molto più probabilmente selezioneranno contenuti vicini agli interessi dei loro studenti e che permettano una più chiara comprensione di una storia complessa.

Le seguenti considerazioni possono incoraggiare la riflessione sul perché insegnare l’Olocausto:

  1. L’Olocausto è stato un evento spartiacque, non soltanto per il XX secolo, ma anche nell’intera storia dell’umanità. È stato un tentativo senza precedenti di assassinare un intero popolo e di estinguerne la cultura. L’Olocausto dovrebbe essere studiato, perché ha messo in discussione in assoluto i fondamenti della civiltà.
  2. Uno studio ampio ed esaustivo dell’Olocausto aiuta gli studenti a riflettere sugli usi e gli abusi del potere, e sui ruoli e le responsabilità degli individui, delle organizzazioni e delle nazioni quando poste a confronto con la violazione dei diritti umani. Questo studio può aumentare la consapevolezza del fatto che nel mondo contemporaneo esiste un potenziale di genocidio.
  3. Lo studio dell’Olocausto aiuta gli studenti a meglio comprendere le ramificazioni del pregiudizio, del razzismo, dell’antisemitismo e del ragionamento per stereotipi in qualsiasi società. Aiuta gli studenti a sviluppare la consapevolezza del valore della diversità in una società pluralista e la sensibilità alle peculiarità delle minoranze.
  4. L’Olocausto ha dimostrato come una nazione moderna abbia potuto utilizzare la sua competenza tecnologica e la sua infrastruttura burocratica per dare corso a politiche distruttive che andavano dall’ingegneria “sociale” al genocidio.
  5. L’Olocausto fornisce un contesto per esaminare il pericolo del silenzio e dell’ indifferenza di fronte all’oppressione degli altri.
  6. Come gli studenti approfondiscono i molti fattori storici, sociali, religiosi, politici ed economici che cumulativamente produssero l’Olocausto, acquistano consapevolezza della complessità del processo storico. Comprendono anche come una convergenza di fattori possa contribuire alla disintegrazione dei valori democratici. Gli studenti arrivano a capire che fa parte della responsabilità dei cittadini di una società democratica l’identificare i segnali di pericolo e il sapere quando reagire.
  7. L’Olocausto è diventato un tema centrale nella cultura di molti paesi. Questo si riflette nella rappresentazione dei media e nella cultura popolare. L’insegnamento dell’Olocausto può offrire agli studenti la conoscenza storica e le abilità necessarie per comprendere e valutare queste manifestazioni culturali.

COSA INSEGNARE SULL’OLOCAUSTO

In linea generale, l’insegnamento della Shoah dovrebbe:

  1. aumentare la conoscenza di questo sterminio senza precedenti,
  2. conservare il ricordo di coloro che hanno sofferto;
  3. incoraggiare gli insegnanti e gli studenti a riflettere sulle questioni morali e spirituali poste dagli eventi dell’Olocausto e sul loro valore per il mondo contemporaneo.

Questi obiettivi si possono chiaramente desumere dalle seguenti definizioni dell’Olocausto:

Coprendo i loro misfatti con gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, nel nome del loro “ordine nuovo”, i nazisti cercarono di distruggere tutti gli Ebrei d’Europa. Per la prima volta nella storia, furono usati mezzi industriali per lo sterminio di massa di un intero popolo. Furono trucidati sei milioni di persone, inclusi 1.500.000 bambini. Questo evento viene chiamato “L’Olocausto”.

I nazisti schiavizzarono e assassinarono anche milioni di altre persone. Zingari, disabili fisici e mentali, polacchi, prigionieri di guerra sovietici, sindacalisti, avversari politici, obiettori di coscienza, omosessuali e altri furono uccisi in gran numero.

(Imperial War Museum, Londra, Regno Unito)

L’Olocausto si riferisce ad un evento specifico di genocidio della storia del ventesimo secolo: la persecuzione e l’annientamento sistematici e sotto l’egida statale degli ebrei europei da parte della Germania nazista e dei suoi collaboratori tra il 1933 e il 1945. Gli ebrei furono le vittime principali – ne furono assassinati sei milioni;. anche gli zingari, gli handicappati, e i polacchi furono presi di mira per essere distrutti o decimati a causa di ragioni razziali, etniche o nazionali. Anche altri milioni di persone, inclusi gli omosessuali, i Testimoni di Geova, i prigionieri di guerra sovietici e i dissidenti politici ebbero a soffrire la tetra oppressione e la morte sotto la tirannia nazista.

(United States Holocaust Memorial Museum, Washington D.C., USA)

L’Olocausto è stato l’assassinio di circa sei milioni di Ebrei da parte dei nazisti e dei loro collaboratori. Tra l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica nell’estate del 1941 e la fine della guerra in Europa nel maggio 1945, la Germania nazista e i suoi complici cercarono con ogni mezzo di assassinare ogni ebreo sotto il loro dominio. Dato che la discriminazione nazista contro gli ebrei iniziò con l’ascesa al potere di Hitler nel gennaio 1933, molti storici considerano questo l’avvio dell’era dell’Olocausto. Gli ebrei non furono le sole vittime del regime di Hitler, ma essi furono il solo gruppo che i nazisti cercarono di distruggere per intero.

(Yad Vashem, Gerusalemme, Israele)

L’insegnamento dell’Olocausto può e deve essere diverso nei vari contesti. Per vedere le differenze tra l’Olocausto e altri genocidi, si dovrebbero evidenziare accuratamente analogie e differenze.
Lo studio dell’Olocausto deve essere affrontato nel contesto della storia europea nel suo complesso. Incoraggiamo gli educatori ad esaminarne anche il contesto locale. Gli educatori dovrebbero chiarire il contesto degli eventi dell’Olocausto includendo informazioni su:

– L’antisemitismo

– La vita degli ebrei in Europa prima dell’Olocausto

– Le conseguenze della Prima Guerra Mondiale

– L’ascesa dei nazisti al potere

Per quanto riguarda le tematiche e gli argomenti storici legati all’insegnamento dell’Olocausto, gli educatori potrebbero, tra l’altro, nell’organizzare le loro lezioni sull’Olocausto, considerare la storia dalla prospettiva dei seguenti protagonisti:

– vittime

– autori

– collaboratori

– quelli che sono rimasti a guardare

– soccorritori

1933-1939

– La dittatura nella Germania nazional-socialista

– Gli ebrei nel Terzo Reich

– Le prime fasi della persecuzione

– I primi campi di concentramento

– La reazione mondiale

1939-1945

– La Seconda Guerra Mondiale in Europa

– Ideologie e politiche razziste del nazismo

– Programma di “Eutanasia”

– Persecuzione e assassinio degli ebrei

– Persecuzione e assassinio di vittime non ebree

– Reazioni ebraiche alle politiche naziste

– I ghetti

– Gli squadroni della morte

– Espansione del sistema dei campi

– Luoghi di eliminazione

– La collaborazione

– La resistenza

– Il salvataggio

– La reazione mondiale

– Le marce della morte

– La liberazione

I postumi

– I processi del dopoguerra

– I campi dei dispersi e l’emigrazione

 

COME INSEGNARE LA SHOAH A SCUOLA

– Quale che sia la materia da insegnare, non esistono né un solo modo “corretto” di insegnarla, né una metodologia ideale che siano adatti a tutti gli insegnanti e a tutti gli studenti. (…).

1) L’Olocausto si può insegnare agli studenti ottenendo risultati positivi: non abbiate timore di affrontare l’argomento.

Molti insegnanti esitano ad affrontare la storia dell’Olocausto con i propri studenti, a causa delle difficoltà che avvertono. Si sentono sopraffatti e non sanno come descrivere ai giovani le dimensioni della tragedia, l’enormità delle cifre e l’abisso fino al quale l’animo umano può spingersi. Si chiedono come poter coinvolgere gli studenti senza traumatizzarli; si preoccupano delle loro possibili reazioni all’argomento e di come agire qualora in classe si manifestino comportamenti “fuori luogo”, come risa o commenti razzisti o antisemiti. Non abbiate paura di affrontare questo argomento anche se può incutere qualche timore perché l’esperienza ha dimostrato che l’Olocausto può essere insegnato agli studenti ottenendo risultati molto positivi.

2) Definite il termine Olocausto.

Risulta essenziale una definizione chiara del termine “Olocausto”. Molti insegnanti usano il termine in senso piuttosto ampio, facendo riferimento a tutte le vittime della persecuzione nazista. Tuttavia, la maggior parte degli storici di questa epoca utilizza una definizione più precisa. (Vedi “Cosa insegnare”)

Gli studenti dovrebbero sapere che il termine “Olocausto” può risultare problematico per molte persone. Un Olocausto è un sacrificio biblico e, dal punto di vista della teologia cristiana, trasforma il genocidio degli ebrei in una forma di martirio. Ma non vi era nulla di “sacro” nell’Olocausto. Anche altri termini dovrebbero essere usati con cautela. Parlare di “soluzione finale” significa adottare il linguaggio dei carnefici; la parola “genocidio” si riferisce alla concezione razziale del mondo propria dei nazisti. Molti preferiscono utilizzare il termine ebraico “Olocausto” – catastrofe – che non contiene sfumature religiose.

3) Create circostanze stimolanti di apprendimento, attraverso una pedagogia attiva e un approccio incentrato sugli studenti.

L’Olocausto mette in discussione molte delle convinzioni che i giovani hanno a proposito della natura della società, del progresso, della civiltà e del comportamento umano. Gli studenti potrebbero avere reazioni di difesa, sentimenti negativi o mostrarsi riluttanti ad approfondire la storia del periodo nazista o dell’Olocausto. Un’atmosfera di fiducia è importante per poter discutere e affrontare apertamente tali argomenti.

È importante creare un ambiente di apprendimento aperto, nel quale gli studenti abbiano lo spazio e il tempo per riflettere, nel quale vengano incoraggiati a formulare domande e discutere i propri pensieri e le proprie paure e a condividere idee, opinioni e preoccupazioni.

L’apprendimento dovrebbe essere incentrato sullo studente. Il ruolo dell’insegnante dovrebbe essere quello di facilitare e non quello di tenere conferenze sull’argomento e i giovani dovrebbero essere spronati a svolgere un ruolo attivo nel processo di apprendimento. La storia non è un insieme di conoscenze che devono essere trasmesse dalla mente dell’insegnante a quelle degli studenti, bensì deve essere un viaggio avventuroso in cui i giovani stessi formulano le proprie linee d’indagine; analizzano un’ampia varietà di fonti di informazione; dibattono le diverse interpretazioni e rappresentazioni degli eventi e trovano le proprie risposte ad interrogativi storici e morali di grande interesse.

4) Individualizzate la storia traducendo le statistiche in esperienze personali.

Gli studi statistici sono importanti e sono gli insegnanti a dover trovare i metodi giusti per fornire agli studenti un’idea della dimensione e delle cifre dell’Olocausto. Tuttavia, molti giovani incontreranno difficoltà nel rapportarsi con la tragedia se questa viene presentata solo in termini statistici.
Si dovrebbe offrire agli studenti la possibilità di vedere coloro che furono perseguitati dai nazisti come individui, piuttosto che come una massa di vittime senza volto. Avvaletevi di studi specifici, delle testimonianze dei sopravvissuti, di lettere e diari dell’epoca, per mostrare quanto fosse umana quell’esperienza e per assicurarvi che gli studenti si rendano conto che dietro ad ogni numero c’era una persona reale, un individuo che prima dell’Olocausto aveva la propria vita, la famiglia, degli amici. Enfatizzate sempre la dignità delle vittime.

Uno studio dell’Olocausto che non riesca a demolire la convinzione stereotipata che tutti gli autori dello sterminio fossero dei matti o dei sadici, che tutti i soccorritori fossero degli eroi, coraggiosi, buoni e generosi, che tutti coloro che si sono limitati a guardare fossero apatici, rischia di disumanizzare gli uomini del passato, rendendoli più simili a caricature che a veri esseri umani.

Concentrandosi sulle storie di singoli individui, sui dilemmi morali e le scelte che hanno affrontato, gli insegnanti possono rendere la storia dell’Olocausto più reale e più interessante agli occhi dei giovani, e più vicina, oggi, alle loro vite.

5) Usufruite dell’esperienza dei testimoni, trasformando la storia in “realtà” agli occhi dei vostri studenti.

In molti paesi i testimoni dell’Olocausto sono ancora vivi e inseriti nei loro ambienti sociali. Se riuscite a contattare questi sopravvissuti e a invitarli in classe, avrete l’opportunità di regalare ai vostri studenti un’esperienza didattica davvero speciale e significativa. Trovarsi in presenza di qualcuno che ha vissuto, in prima persona, l’inimmaginabile, può creare un’empatia spontanea all’interno della classe. Molte strutture possono aiutarvi organizzando un incontro con un testimone diretto nella vostra scuola.

Tuttavia, considerando che i sopravvissuti diventano sempre più anziani, potrebbe non essere possibile per i vostri studenti avere un contatto personale diretto. In questo caso, gli insegnanti dovrebbero sperimentare l’utilizzo di testimonianze video per fornire storie personali sull’Olocausto. Inoltre anche altre persone, che sono state coinvolte direttamente nell’Olocausto o che hanno assistito a quegli eventi, hanno preziose testimonianze da fornire. Se riuscite a invitare soccorritori, liberatori e altri nella vostra classe, le loro storie personali costituiranno esse stesse una fonte preziosa che aiuterà i vostri studenti a comprendere ulteriormente l’Olocausto.

Nel caso in cui invitiate nella vostra scuola un testimone a presentare la propria esperienza, è necessario avere un colloquio prima del dibattito con questa persona per assicurarsi che sia in grado di parlare di fronte a un pubblico e che abbia le idee chiare sullo scopo educativo del suo intervento.

Effettuate un lavoro di preparazione con la classe per essere certi che gli studenti si mostrino rispettosi e apprezzino l’opportunità che viene loro offerta. Gli studenti dovranno capire che, nonostante sia trascorso del tempo, l’interlocutore proverà ancora dolore nel riportare esperienze personali così forti.

Accertatevi che gli studenti abbiano un background storico abbastanza solido sull’argomento. L’incontro con i testimoni non deve essere la prima opportunità di venire a conoscenza delle vicende storiche di quel periodo – la maggior parte di queste persone non sono né storici, né insegnanti. Inoltre le esperienze riportate non sono necessariamente le stesse per la gran parte delle persone coinvolte nell’Olocausto. Gli studenti, al contrario, avranno il raro privilegio di incontrare un individuo che ha assistito a questi eventi e che li ha vissuti in prima persona e di ascoltare la sua testimonianza, unica e personale.

Incoraggiate gli studenti a porre domande al testimone su cosa gli è accaduto durante l’Olocausto ma anche sulla sua vita personale sia prima che dopo la tragedia, in modo tale che i ragazzi possano farsi un’idea generale della persona che hanno di fronte e di come quest’ultima abbia vissuto le proprie esperienze.

Benché non sia possibile procedere a generalizzazioni a partire dalla vicenda personale di un testimone, il fatto di incontrare un superstite, un soccorritore o un liberatore che sia stato testimone dell’Olocausto può rendere gli eventi storici più veri agli occhi degli studenti e rafforzare, quindi, l’idea che si sia trattato di una tragedia che può colpire la gente comune.

6) Un approccio intercurriculare aiuterà i vostri studenti a comprendere più a fondo l’Olocausto.

I fatti dell’Olocausto toccano molti aspetti del comportamento umano ed è altamente rilevante per gli insegnanti trattarlo con un approccio interdisciplinare. Benché una buona comprensione della storia sia alla base dello studio dell’Olocausto, gli storici non possono monopolizzarlo. Collegamenti ideali tra vari ambiti disciplinari possono migliorare il piano di lavoro degli studenti, grazie al fatto che possono avvalersi di diverse aree di competenza, e rendono possibile esaminare l’Olocausto da varie prospettive, lasciando spazio a idee e conoscenze acquisite nelle altre lezioni.

La letteratura sull’Olocausto illustra gli aspetti estremi del comportamento umano: l’odio e la crudeltà ma anche il coraggio e l’umanità. Conoscere l’Olocausto attraverso la storia provoca forti emozioni che gli studenti possono esprimere attraverso la poesia, l’arte e la musica, in modo creativo e immaginario. L’Olocausto solleva interrogativi morali, teologici ed etici molto importanti che gli studenti hanno la possibilità di approfondire attraverso studi religiosi o di educazione civica e di educazione alla cittadinanza.

Coordinando l’approccio interdisciplinare e avvalendosi dell’esperienza dei colleghi di altri settori disciplinari, sarà possibile gestire multilateralmente l’attività di insegnamento ed arricchire ulteriormente le conoscenze degli studenti sull’Olocausto.

7) Contestualizzate la storia

Il fenomeno dell’Olocausto deve essere esaminato nel contesto globale della storia europea e mondiale onde fornire agli studenti un’idea sugli avvenimenti precedenti e sulle circostanze che vi hanno contribuito.

8) Affrontate in modo bilanciato ed esaustivo l’argomento.

L’Olocausto non è stata una realtà uniforme. Al contrario è stata sensibilmente diversa da paese a paese e da un momento storico all’altro. Consultate le linee guida fornite dalla Task Force nella sezione What to teach, “Cosa insegnare” per ricevere ulteriori consigli sugli eventi e le tematiche da inserire nel piano di lavoro.

9) Utilizzate termini molto precisi ed incoraggiate gli studenti a fare altrettanto.

Esistono numerosi “miti” sull’Olocausto e i vostri studenti rischiano di affrontare l’argomento con molti pregiudizi. Un linguaggio ambiguo potrebbe assecondare false convinzioni.

Non usate il linguaggio degli autori dello sterminio poiché esso ne riflette le idee. Termini come “soluzione finale” possono essere citati e analizzati in modo critico ma non debbono essere utilizzati per descrivere l’evento storico.

Le definizioni sono importanti poiché richiedono precisione e chiarezza. Un esempio potrebbe essere l’uso del termine “campo”. Benché molte persone abbiano perso la vita in molti campi creati dai nazisti e dai loro collaboratori, ciò non significa che tutti i campi siano stati costruiti intenzionalmente per diventare centri di sterminio. Ci sono stati campi di concentramento, campi di lavoro forzato e campi di transito, solo per citarne alcuni. Campi diversi hanno avuto funzioni distinte tra loro, effettuate in modi e tempi diversi. È essenziale che gli insegnanti siano molto precisi nella descrizione delle attività che si sono svolte nei vari campi nei diversi periodi storici, senza generalizzare il termine “campo”.

10) Non confondete la storia dell’Olocausto con gli insegnamenti che si possono trarre da questo evento storico.

Fate attenzione a non confondere la storia dell’Olocausto con gli insegnamenti morali che si possono trarre dallo studio della sua storia. Esiste il rischio che la narrativa storica venga semplificata o addirittura distorta per essere meglio adattata ad una particolare lezione morale che gli insegnanti vogliono impartire ai loro studenti.

Analizzare tali eventi potrebbe sensibilizzare i giovani verso esempi moderni di pregiudizi e ingiustizie. Lo studio dell’Olocausto consente agli studenti di confrontarsi con gli stereotipi, i miti, le incomprensioni e di riesaminare pregiudizi sedimentati alla luce delle conoscenze storiche acquisite. Ma gli insegnamenti morali non avranno mai una base solida se non sono basati su una lettura accurata e obiettiva dei dati storici.

L’indagine storica mostrerà agli studenti la complessità di un mondo in cui sono state prese tali decisioni ed effettuate tali scelte. Gli studenti dovranno confrontarsi con i dilemmi più profondi vissuti dagli individui nel passato. Solo allora azioni (e omissioni) potranno essere comprese nel contesto di quel determinato periodo e solo allora saremo in grado di cominciare a trarne insegnamenti significativi per i nostri giorni.

11) Non date risposte semplici a una storia complessa.

Il desiderio di “trarre degli insegnamenti” rischia di fornire delle semplificazioni eccessive dell’Olocausto, e di non prendere in considerazione il contesto storico in cui sono state prese determinate decisioni. Un approccio simile potrebbe limitare la comprensione di eventi complessi da parte degli studenti, portati a distinguere semplicemente tra giusto e sbagliato – “l’Olocausto ha potuto verificarsi perché gli uomini non sono stati in grado di fare le corrette scelte morali” – e condurre ad una lettura superficiale della storia.

Gli studenti dovrebbero analizzare gli interrogativi della storia. Questo potrebbe significare chiedersi perché il destino degli ebrei sia stato così diverso da paese a paese ed implicare lo studio dei diversi tipi di occupazione nazista nei vari paesi. Domande del genere susciteranno inevitabilmente interrogativi morali ma gli studenti debbono essere incoraggiati ad analizzare il passato con umiltà. E’ facile condannare coloro che si rifiutarono di nascondere o aiutare i loro vicini di religione ebraica ma i facili giudizi morali su coloro che sono rimasti a guardare non aiuteranno a creare una più profonda comprensione della storia né a rendere i nostri studenti dei “cittadini migliori”.

Considerata la complessità della storia, gli studenti dovrebbero avere la possibilità di studiare l’Olocausto in profondità, senza tralasciare il dilemma dei soccorritori, che ogni giorno dovevano decidere se continuare o meno a rischiare la propria vita e quella delle proprie famiglie per aiutare altri a nascondersi. Gli studenti dovrebbero potersi chiedere perché gli Alleati non abbiano fatto di più per salvare le vite degli ebrei; perché alcuni Consigli Ebraici – Judenräte –abbiano compilato liste di loro compagni ebrei da deportare nei campi di concentramento; perché la maggior parte degli abitanti dei territori occupati non fecero nulla per aiutare i loro vicini ebrei; perché uomini e donne qualunque parteciparono volontariamente a questo massacro.

Questo argomento così complesso non garantisce sempre risposte semplici. Molte volte sorgono più domande di quante non siano le risposte. In ogni caso, è importante che i giovani comprendano che per alcune domande non c’è risposta.

12) Consentite agli studenti di accedere alle fonti primarie.

È nelle lettere, nei diari, nei quotidiani, nei discorsi, nelle opere d’arte, nei regolamenti e nei documenti ufficiali dell’epoca che gli autori dello sterminio, le vittime, i soccorritori e gli spettatori si rivelano. Il materiale delle fonti primarie è indispensabile per un’approfondita ricerca delle motivazioni, dei pensieri, dei sentimenti e delle azioni degli uomini del passato e per tentare di capire seriamente le scelte fatte e perché le cose siano andate in quel modo.

Gli studenti dovrebbero avere la possibilità di analizzare in modo critico le fonti primarie e di capire che analisi, interpretazione e giudizi debbono basarsi su una lettura corretta delle testimonianze storiche.

13) Gli studenti devono sapere che sono stati gli stessi autori dello sterminio a fornire gran parte delle prove sull’Olocausto.

Gran parte delle prove sull’Olocausto – sia documentazione scritta, che fotografica e audiovisiva – è stata fornita dai nazisti; esiste dunque il rischio di vedere il passato solo attraverso gli occhi degli autori. Se questo materiale non viene utilizzato con attenzione, si corre il rischio di guardare alle vittime nello stesso modo con il quale le guardavano i nazisti, ovvero ridotte a oggetti, degradate e disumanizzate.
Testimonianze del genere devono essere contestualizzate e gli insegnanti devono tener conto dell’età cognitiva ed emozionale degli allievi, assicurandosi che l’uso di queste immagini sia adeguato, che gli studenti siano stati ben preparati a sostenere l’impatto emotivo che potrebbe derivarne. Gli insegnanti debbono inoltre aver cura che venga lasciato ai ragazzi lo spazio per riflettere e discutere le proprie reazioni.

Particolare cura dovrebbe esser posta nel bilanciare questo tipo di documenti anche fotografici e cinematografici, con i diari, le lettere, le fotografie ed altre testimonianze lasciate dalle vittime stesse, così da poter ascoltare le loro stesse voci.

14) Incoraggiate gli studenti ad analizzare in modo critico le diverse interpretazioni dell’Olocausto.

L’apprendimento in classe è influenzato da un più ampio contesto culturale e l’Olocausto è entrato a far parte dell’immaginario collettivo in molteplici forme. Resoconti eruditi e storie popolari, film specifici sull’argomento, mass media, documentari, arte, teatro, romanzi, memoriali e musei contribuiscono a dare forma alla memoria collettiva. Ogni interpretazione subisce l’influsso delle circostanze in cui viene prodotta e può raccontare molto, non solo degli eventi che descrive, ma anche del tempo e del luogo in cui è stata creata.

È importante che gli studenti si chiedano come e perché vengono prodotte queste rappresentazioni del passato, che considerino la selezione delle testimonianze su cui si basano e le intenzioni di coloro che le hanno prodotte. Gli studenti dovrebbero comprendere che nonostante esistano aree legittime di dibattito storico, non tutte le interpretazioni debbono essere ritenute ugualmente valide. (vedi Evitate di legittimare la negazione del passato). Collegamento ipertestuale

15) Siate particolarmente attenti all’adeguatezza dei contenuti testuali e visivi e non utilizzate immagini troppo crude per coinvolgere gli studenti nello studio dell’Olocausto.

L’uso diretto di immagini sull’Olocausto con l’intento di turbare e suscitare orrore è degradante nei confronti delle vittime e non rispettoso della sensibilità degli studenti. Il rispetto, sia per le vittime dell’Olocausto che per i vostri “spettatori” in classe, richiede un approccio caratterizzato da sensibilità ed una selezione ponderata di quello che può essere il materiale appropriato. Gli insegnanti che si sono adoperati a lungo per creare un rapporto di fiducia con i propri studenti rischiano, esponendoli alle immagini più orribili e raccapriccianti, di tradirne la fiducia. È sempre questo tipo di materiale che potrebbe essere all’origine del disagio e dell’imbarazzo che possono suscitare in classe risa nervose e commenti inappropriati.

L’Olocausto può essere insegnato senza ricorrere all’uso di fotografie che ritraggono pile di corpi nudi e l’utilizzo eccessivo di questo tipo di immagini può risultare dannoso. È del tutto improbabile che generare turbamento e repulsione costituisca una valida esperienza di apprendimento. Al contrario ciò potrebbe avere effetti di disumanizzazione e avvalorare la tesi degli “ebrei come vittime”.

Se un insegnante sceglie di utilizzare foto che mostrano atrocità, deve farlo solo laddove ciò comporti un innegabile vantaggio educativo per gli studenti.

16) Non paragonate il dolore di un gruppo con quello di un altro.

Se gli insegnamenti di carattere universale che promanano dallo studio di questo periodo debbono essere realmente compresi – se sosteniamo cioè che attraverso lo studio dell’Olocausto i giovani possano essere sensibilizzati ai temi della persecuzione, della discriminazione e dell’odio nel mondo di oggi – di conseguenza l’esperienza di tutte le vittime della persecuzione nazista e il background ideologico relativo a tale persecuzione dovrebbero essere inclusi nel vostro progetto di lavoro.

Nelle peculiarità dell’esperienza ebraica possiamo riconoscere discriminazione, sfruttamento economico, persecuzione e sterminio che derivano dall’antisemitismo nazista. Ma per quanto riguarda, ad esempio, altre forme di odio e intolleranza, è necessario guardare oltre: alla persecuzione nazista e alla soppressione dei Rom e dei Sinti, a quella degli omosessuali, dei comunisti, dei dissidenti politici e degli asociali.

La sofferenza di tutte le vittime della persecuzione nazista deve essere affrontata senza relativizzare l’esperienza degli ebrei. Non esiste una gerarchia della sofferenza, neanche nella storia del periodo nazista o tra l’Olocausto e altri genocidi.

L’esperienza delle “altre vittime” della persecuzione nazista non dovrebbe essere relegata ad una lezione aggiuntiva, trattando questi gruppi come se fossero tutti uguali. Al contrario la storia di questi gruppi dovrebbe essere integrata nella narrazione della persecuzione del popolo ebraico. Ad esempio, potrebbe essere condotta una analisi delle somiglianze e delle differenze tra il genocidio degli ebrei e quello dei Rom e dei Sinti. Si potrebbe anche studiare il legame tra coloro i quali, e con quali metodi, hanno dato vita alla sistematica eliminazione dei disabili, il cosiddetto Action T4 eufemisticamente denominato programma eutanasia, e con coloro i quali e con quali metodi, hanno diretto i campi della morte.

Un approccio di questo tipo non solo dovrebbe farci prendere atto della persecuzione delle “altre vittime” ma anche contribuire alla comprensione della peculiarità dell’esperienza degli ebrei e aiutarci a collocare l’Olocausto in un contesto storico più ampio. Come non è possibile spiegare il genocidio del popolo ebraico al di fuori del contesto della seconda guerra mondiale, è altrettanto inopportuno studiarlo separatamente dalla storia della persecuzione delle “altre vittime” dei nazisti.

17) Mettete in grado i vostri studenti di analizzare le reazioni di varie categorie di vittime, comprese le numerose forme di resistenza al Nazismo.

Molte sono state le forme di resistenza al Nazismo, dalla lotta armata alla ricerca di strade per mantenere intatta la dignità umana persino nelle circostanze più estreme, come il ghetto o i campi. Le vittime del Nazismo non hanno sempre accettato passivamente la persecuzione. E’ importante studiare come le vittime abbiano reagito, i limiti della loro libertà di azione nonché quali siano state le differenti forme di resistenza degli ebrei all’Olocausto.

18) Attenzione a non definire il popolo ebraico solo ed esclusivamente in riferimento all’Olocausto.

Le vicende relative all’Olocausto dovrebbero essere inserite all’interno di un contesto storico. E’ necessario mostrarne la vita prima e dopo l’Olocausto, perché sia chiaro che il popolo ebraico ha una lunga storia e un ricco patrimonio culturale. Bisogna accertarsi che gli studenti non considerino il popolo ebraico solo come vittima del Nazismo, degradata e privata della sua umanità. I giovani dovrebbero, invece, essere coscienti dell’enorme perdita che la distruzione di comunità ebraiche ricche e vibranti ha rappresentato a livello culturale in Europa.

19) Sottolineate come l’Olocausto non sia stato inevitabile.

Il semplice fatto che un evento storico abbia avuto luogo e che sia stato documentato con libri e film non significa che tale evento fosse inevitabile. L’Olocausto si è verificato perché alcuni individui, gruppi e nazioni hanno preso una decisione. Analizzare questa scelta consente di entrare a fondo nella storia e nella natura umana e aiuta anche a sviluppare il senso critico degli studenti.

20) Non definite gli autori dello sterminio come “mostri disumani”.

L’Olocausto è stato un evento umano con cause umane. È necessario “re-umanizzare” tutti gli individui coinvolti nell’Olocausto: considerare le vittime, i soccorritori, i collaboratori, gli spettatori occasionali e gli autori nella loro qualità di esseri umani ordinari in circostanze straordinarie. Questo non serve a presentare come normale la posizione degli autori ma a riconoscere che la maggior parte di costoro non era formata da sadici e psicopatici e che il riferimento al concetto di male assoluto non è più sufficiente a spiegare l’Olocausto.

La domanda più difficile è quelle di come sia stato possibile che uomini e donne comuni, padri e mariti amorevoli, possano aver preso parte volontariamente all’assassinio di uomini, donne e bambini.

Le motivazioni degli autori debbono essere studiate in profondità e gli studenti dovrebbero utilizzare fonti primarie, case-studies e biografie per valutare l’importanza che hanno giocato l’ideologia, l’antisemitismo, l’ambizione, la pressione morale, l’opportunismo economico, la psicopatologia criminale e altri fattori per spiegare perché degli essere umani abbiano agito in questo modo.

21) Fate attenzione a distinguere tra autori dello sterminio nel passato e quelli di oggi, in Europa e altrove.

È importante che negli studenti non nasca la convinzione che tutti i tedeschi erano nazisti o che erano tutti inclini al genocidio. Gli allievi dovrebbero avere l’opportunità di analizzare le diverse risposte del popolo tedesco alla politica nazista. Tra le risposte si annoverano atteggiamenti di sostegno entusiastico, di cooperazione, di disapprovazione, di apatia nonché di resistenza attiva.

Fate attenzione a distinguere tra la Germania del passato e quella di oggi. Gli eventi dell’Olocausto devono essere collocati nel loro contesto storico in modo che gli uomini, la politica, la società e la cultura della Germania attuale risultino chiaramente distinti da quelli del suo passato nazista.

Gli studenti dovrebbero inoltre comprendere che l’antisemitismo è un fenomeno che dura da secoli ed è diffuso in tutto il mondo e che ci sono stati molti autori dello sterminio non tedeschi e molti collaboratori convinti sparsi in tutta Europa. Uomini di altre nazioni hanno lavorato a fianco delle SS o nei campi; è capitato che a volte uomini di diversa nazionalità abbiamo istigato alla persecuzione contro i proprio vicini ebrei o che abbiamo tradito quegli ebrei che si nascondevano. I governi alleati alla Germania nazista hanno preso parte, di loro iniziativa, al programma dello sterminio.

22) Incoraggiate gli studenti ad approfondire gli aspetti della memoria e della storia locale, regionale, nazionale e mondiale.

Se vivete in un paese nel quale ha avuto luogo l’Olocausto, enfatizzate gli eventi specifici che si sono verificati nel contesto della storia nazionale di quel periodo, pur senza tralasciare l’analisi della dimensione europea dell’Olocausto. Un tale studio dovrebbe includere l’analisi delle esperienze delle vittime, dei salvatori, degli autori dello sterminio, dei collaboratori, dei resistenti e degli indecisi cercando di capire fino a qual punto ciascuna di queste categorie sia stata recepita nella memoria locale, regionale e nazionale e nella narrativa storica.

Se vivete in un paese Alleato o che è rimasto neutrale durante la seconda guerra mondiale, incoraggiate i vostri studenti a riesaminare la produzione letteraria del loro paese relativa a quel periodo. Per quale motivo negli anni trenta e quaranta i paesi non hanno accettato un numero maggiore di rifugiati? Per quale motivo gli Alleati non si sono posti tra i loro obiettivi militari il salvataggio del popolo ebraico? Si sarebbe potuto fare di più per salvare gli ebrei d’Europa?

23) Chiedete ai vostri studenti di partecipare attivamente e di riflettere sulle tradizioni nazionali e locali della commemorazione e della memoria.

Eventi quali la “Giornata della Memoria” offrono la possibilità di avviare progetti intergenerazionali, di intavolare discussioni tra i membri di una famiglia su tematiche correlate dell’epoca moderna nonché di stimolare la nascita di altre forme di “apprendimento comunitario”.

Se viene reso possibile studiare l’Olocausto non più solo in classe ma anche al di fuori della scuola, queste occasioni di confronto con le collettività locali possono diventare oggetto di analisi e di apprendimento. Agli studenti andrebbe chiesto di riflettere sul come le influenze culturali diano forma alla memoria collettiva e alle sue espressioni, sul come la propria comunità abbia scelto di riflettere sul proprio passato, sul come gruppi diversi abbiano operato scelte selettive dalla storia e costruito la propria produzione letteraria. Andrebbe chiesto inoltre ai giovani di considerare se e come il proprio paese affronta gli aspetti difficili della propria storia nazionale e come tali commemorazioni differiscano da quelle degli altri paesi.

24) Selezionate delle attività di apprendimento adeguate ed evitate l’utilizzo di simulazioni che spingano gli studenti ad identificarsi con gli autori dello sterminio o le vittime.

Sebbene attività empatiche possano essere particolarmente efficaci per interessare i giovani alla storia, proprio mettendo in luce le esperienze umane e le risposte passate agli eventi storici, è necessario prestare particolare attenzione nella scelta di questo tipo di attività quando si affrontano tematiche così delicate come l’Olocausto.

Può essere utile, ad esempio, che gli studenti, nel reagire a questi eventi, si identifichino con un membro di un paese neutrale che si è trovato coinvolto negli eventi: un giornalista che redige un articolo per il suo giornale a proposito della persecuzione degli ebrei; un cittadino che scrive preoccupato ai suoi rappresentanti politici o un attivista che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica. Questo genere di attività può motivare positivamente all’apprendimento nonché mettere in evidenza possibili strategie d’azione che gli studenti potrebbero adottare nell’analisi di eventi contemporanei che li preoccupano particolarmente.

In ogni caso, gli insegnanti devono essere consapevoli che alcuni giovani potrebbero identificarsi in maniera eccessiva con gli eventi dell’Olocausto, potrebbero essere eccitati dal potere e persino dal fascino del Nazismo oppure mostrare un’attrazione morbosa per la sofferenza delle vittime. È  questo il pericolo rappresentato da attività di scrittura creativa o di role-play, che spingono gli studenti ad immaginarsi direttamente coinvolti nell’Olocausto. Sfruttare la creatività degli studenti attraverso un approccio intercurriculare può rivelarsi utile ma gli insegnanti devono avere ben chiari i loro obiettivi. Spesso gli “esercizi empatici” sono poveri di significato e pedagogicamente difettosi dal momento che è impossibile per noi essere in grado di immaginare, tranne che a livello molto superficiale, cosa veramente si provi in circostanze così lontane dalla nostra esperienza.

Queste tecniche perdono ulteriormente forza se confrontate con quell’empatia così spontanea che molti studenti riescono a sperimentare quando si imbattono in storie personali, case study o testimonianze di sopravvissuti.

25) Evitate di legittimare la negazione del passato.

La negazione dell’Olocausto ha motivazioni ideologiche. La strategia adottata dai negazionisti consiste nel seminare il dubbio attraverso una deliberata distorsione e una distorta rappresentazione delle evidenze storiche. Gli insegnanti devono porre attenzione a non legittimare, seppur involontariamente, i negazionisti, impegnandosi in un falso dibattito.

L’attenzione che prestate a tale fenomeno non deve rappresentare un vantaggio per i negazionisti – non affrontate il negazionismo come se fosse un dibattito storico legittimo o non tentate di dimostrare che la posizione dei negazionisti è falsa attraverso un normale dibattito storico o argomentazioni razionali.

Tuttavia molti insegnanti ritengono che il negazionismo deve essere analizzato con gli studenti, anche perché questi ultimi pongono delle domande in proposito. A volte gli insegnanti temono che i propri studenti possano trovarsi, anche in seguito, a doversi confrontare con tale argomento e che siano impreparati nel fronteggiare la retorica dei negazionisti e la loro abilità nel confondere o nell’imbrogliare.
In tal caso, la tematica del negazionismo dovrebbe essere esaminato a parte. Potrebbe essere oggetto di una specifica unità didattica destinata allo studio dell’evoluzione nel tempo delle forme dell’antisemitismo. Potrebbe anche essere affrontato e rappresentato tramite un progetto di studi multimediale che affronti il tema della manipolazione, della rappresentazione volutamente falsata e della distorsione da parte di gruppi per fini politici, sociali o economici.

26) Siate consapevoli della forza e dei limiti di tutti i materiali didattici, Internet incluso.

Valutate attentamente la fedeltà storica di tutti i materiali didattici. L’antisemitismo, la discriminazione nei confronti degli omosessuali e i sentimenti di diffidenza verso gli zingari sono diffusi in molte società e potrebbero essere presenti anche nella vostra classe. Siate consapevoli che tali pregiudizi potrebbero essere diffusi tra gli studenti e ponete attenzione alla scelta dei materiali didattici. Infatti, esiste il rischio che la riproduzione della propaganda nazista e le fotografie delle atrocità rafforzino indirettamente un’immagine negativa delle vittime. Utilizzate case-studies e racconti di vita vissuta che sfidano e sovvertono gli stereotipi negativi esistenti sui vari gruppi di vittime.

Oltre alla stampa di materiali, Internet è potenzialmente un notevole strumento educativo e di ricerca. Tuttavia gli insegnanti devono utilizzare Internet con attenzione, poiché esistono molti siti che possono apparire plausibili, elaborati però e sostenuti da negazionisti e da antisemiti. Gli insegnanti dovrebbero mettere in guardia gli studenti, renderli consapevoli che alcuni motori di ricerca possono produrre risultati inattendibili e debbono aiutare gli studenti nell’identificare siti legittimi e autorevoli.

Gli insegnanti dovrebbero sottolineare la necessità di valutare in modo critico tutte le fonti di informazione e di considerare il contesto in cui sono state elaborate. Debbono incoraggiare gli studenti a porre domande come, ad esempio, chi ha elaborato le informazioni presenti nel tal sito? Qual è la finalità del sito web? Esiste un programma di lavoro? Se si, in che modo incide sulla selezione e la presentazione delle informazioni?

Raccomandate i siti importanti che avete accuratamente vagliato. I siti web delle organizzazioni elencate nell’ International Directory potrebbero costituire un utile punto di partenza. Ognuna di loro, inoltre, presenterà links con altri siti affidabili.

27) Distinguete gli eventi storici e quelli contemporanei e evitate paragoni a-storici.

Per molti educatori la motivazione fondamentale per insegnare l’Olocausto risiede nel fatto che essi possono sensibilizzare i giovani sugli esempi di ingiustizia, di persecuzione, di razzismo, di antisemitismo e di altre forme di odio nel mondo di oggi. L’Olocausto spesso è visto come la pietra morale di paragone, l’archetipo del male. Tuttavia, mentre apprendere queste lezioni universali può essere una parte importante dello studio dell’Olocausto, gli studenti debbono anche capire le differenze esistenti tra i vari eventi, riconoscendone sia gli aspetti particolari che quelli universali.

Il termine “Olocausto” viene frequentemente usato e abusato per descrivere ogni genere di eventi terribili, atrocità e tragedie umane. Purtroppo, a causa di questo utilizzo diventato ormai comune, questo termine si è banalizzato o ne è stato addirittura inquinato il significato. Sovente, a causa dei limiti del linguaggio e anche a causa della mancanza di comprensione e di chiara informazione, i crimini nazisti e le loro vittime rimangono in ombra.

Studiare l’Olocausto può indurre i giovani a fare utili paragoni con il mondo di oggi: le violazioni dei diritti umani durante il Nazismo (in modo particolare quelle del periodo antecedente alla guerra) potrebbero essere paragonate con i moderni esempi di pregiudizio, discriminazione e persecuzione.

Il genocidio, quindi, è ovviamente e fondamentalmente diverso ed è distinto dalla perdita dei diritti civili. Naturalmente, ci sono stati altri esempi di genocidio ed è legittimo chiedere, ad esempio, quali sono le differenze e le somiglianze tra l’Olocausto e il genocidio in Ruanda. Ma gli studenti devono sapere che non tutti gli eventi tragici costituiscono un genocidio e dovrebbero stare attenti e non istituire paragoni sbagliati.

Guardatevi dall’istituire paragoni superficiali, o dal credere che possiamo influenzare il corso delle nostre azioni semplicemente riferendoci agli eventi del passato. Viviamo in tempi complessi e renderemmo un cattivo servizio agli studenti se finissero per credere che le lezioni della storia sono chiare e semplici e che possono sempre offrire soluzioni semplici per affrontare il tempo presente.

28) Siate ricettivi alle domande degli studenti

Gli studenti che sentono che la sofferenza del proprio popolo o gruppo non è stata presa in considerazione potrebbero ostacolare l’insegnamento della persecuzione e dello sterminio di altri. È importante studiare altre storie di razzismo, di schiavitù, di persecuzione o di colonialismo rilevanti per i vostri allievi.

Alcuni docenti temono che insegnare l’Olocausto possa eccitare l’ animo dei giovani, che finiscono per mettere sullo stesso piano in maniera errata la sofferenza del popolo ebraico durante la persecuzione nazista con le politiche di alcuni governi israeliani nei territori palestinesi. Ma questa non è una ragione per evitare di insegnare l’Olocausto.

Mentre si auspica che insegnare l’Olocausto possa sensibilizzare gli studenti all’ingiustizia, alla persecuzione, al pregiudizio e alla violazione dei diritti umani ai nostri giorni, gli insegnanti dovrebbero guardarsi dal politicizzare la storia e dall’appropriarsi dell’Olocausto per favorire lo svolgersi di alcune attività propagandistiche.

Gli insegnanti debbono essere sensibili ai sentimenti e alle opinioni degli studenti su argomenti che concretamente li riguardano. Devono essere pronti ad analizzare le cause di conflitto nel mondo moderno e dovrebbero fornire ai giovani opportunità per discutere apertamente di tali argomenti. Ma è necessario porre molta attenzione nel distinguere tra i diversi conflitti e la natura e la causa di ciascuno di essi.

Vogliamo, certamente, che i giovani diventino elementi impegnati ed attivi della nostra società. Ma utilizzare l’esempio dell’Olocausto per stimolare questo atteggiamento positivo potrebbe essere controproducente e procurare sentimenti di incapacità ove non vengano fornite occasioni agli studenti di discussione sul come potrebbero essere affrontati i problemi di loro interesse. Organizzate in tempo il vostro lavoro per esaminare, insieme agli studenti, i comportamenti legittimi e pacifici da adottare nel trattare i temi che maggiormente li interessano.

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