Campana Anna Maria
(A cura di Paolo Baretta)
Anna Maria Campana nacque a San Nazario (Vicenza) l’1 febbraio 1876 da fu Daniele e fu Mocellin Giovanna. Fu domiciliata a San Nazario ma visse in Francia e svolse il lavoro di casalinga. Viene descritta come:
”di satura alta e corporatura esile, capelli neri e lisci, viso pallido scarno e lungo, occhi castani e collo regolare”.
Si sposò con Mocellin Marco ma rimase vedova prima ancora che le autorità la conoscessero; alla morte del marito si trasferì in Francia il 09.01.1931, a Aubervillier in rue de la Liberté 17, con i figli Leone e Leonilda, allora minorenni; per questo sia la madre che i due figli vennero iscritti alla Repubblica di Frontiera. I figli rimasti in Italia non attirarono particolarmente l’attenzione delle autorità ad eccezione di Pietro, Valentino e Stefano, soprannominati “Gatti”, i quali simpatizzarono per il socialismo, ma non svolsero mai nessun atto sovversivo perché ritenuti di scarsa cultura. Anna Maria fu schedata per la prima volta nel 23.02.1937 come socialista antifascista e venne vigilata fino al 23.04.1941, anche i suoi figli Sante, Pietro, Valentino, Stefano e Daniele vennero inseriti nel Casellario Politico Centrale come possibili elementi sovversivi, oltre che ai già citati Leone e Leonilda. Fu espulsa dalla Francia il 07.10.1936 perché ritenuta comunista e rivoluzionaria (come riporta il telespresso n.324418/c), ma tornò in Italia solamente nel 24.12.1938, infatti in un documento della Prefettura di Vicenza datato 19.11.1936 (n. 013795) possiamo evincere che Anna Maria viva ancora ad Aubervillier da uno scambio epistolare con tale Mocellin Domenico, presumibilmente il cognato, che risiedeva a San Nazario e che tutelava i beni immobili e gli interessi della famiglia Campana.
In questo periodo abbiamo i primi documenti che attestano la vigilanza da parte delle autorità sulla famiglia Campana-Mocellin, come riporta il telegramma n. 5356 dell’Ambasciata italiana in Francia dove ci viene detto che Anna Maria e i suoi figli sono ben noti alle autorità per i loro pensieri socialisti e antifascisti, anche se nessuno di loro svolge alcun tipo attività politica sovversiva o di propaganda contro il regime. Successivamente la famiglia intera si trasferisce a Drancy, in rue Jeanne 16, come riporta la ministeriale n. 50974/126554 del 10.08.1937, inviata dalla Regia Ambasciata di Parigi al Ministero dell’Interno.
Come recita la ministeriale n. 020711 del 30.12.1938 della Prefettura di Vicenza, il 24.12.1938 Anna Maria torna in Italia insieme ai figli Leone e Leonilda, mentre i restanti figli rimangono in Francia, ma mentre stanno attraversando il valico di Bardonecchia, vengono fermati dalle autorità di frontiera e vengono perquisiti; dopodiché poterono tornare a San Nazario dove venne attivata una stretta vigilanza su ogni membro della famiglia.
Tornati a casa Anna Maria e i suoi figli vissero una vita abbastanza tranquilla anche se la vigilanza non venne mai tolta, infatti abbiamo un resoconto dettagliato delle attività di ogni membro della famiglia Campana-Mocellin all’interno della ministeriale n. 01673 datata 11.04.1941 della Prefettura di Vicenza, dove ci viene detto che non svolgono particolari attività lavorative e si guadagnano da vivere coltivando il tabacco in un piccolo appezzamento di terreno; nel mentre i figli Pietro, Sante, Stefano, Valentino e Daniele sono rimasti in Francia, con quest’ultimo che si è arruolato nella legione straniera francese.
Anna Maria negli ultimi anni di vita trascorse una vita ritirata e lontana dalla società, a causa della sua età avanzata e anche di una malattia che la costringeva a letto per diversi giorni, ma nonostante ciò non venne mai revocata la vigilanza.
Fonti:
- Database Cpc
- Acs, Ministero dell’Interno, Direzione generale pubblica sicurezza (1861-1981), Divisione affari generali e riservati. Uffici dipendenti dalla sezione prima (1894-1945), Casellario politico centrale 1894-1945. Fascicoli personali 1894.1945, b. 978, Anna Maria Campana