Stocco Cesarina
(A cura di Leonardo Consolaro)
Cesarina Stocco nacque il 18 novembre 1910 a Vicenza, da Pietro Stocco e Maria Momi.
Casalinga, fu schedata come anarchica nel Casellario Politico Centrale a causa delle sue attività politiche all’estero, in particolare in Francia, e della sua connessione con ambienti antifascisti.
Secondo una nota della Prefettura di Vicenza del 30 marzo 1943, Cesarina Stocco rientrò in Italia il 10 febbraio dello stesso anno, proveniente dalla Francia. Fu arrestata alla frontiera di Bardonecchia in quanto iscritta alla rubrica di frontiera per provvedimento di arresto, e successivamente condotta presso la Questura di Vicenza.
La Stocco era moglie dell’anarchico Pietro Pitton. Nel 1925 si trasferì con lui a Settimo Torinese, poi nel novembre 1929 a Torino, e infine emigrarono in Francia nel 1932. Il Consolato italiano a Lione la segnalò nel 1933 come attiva antifascista, riferendo che aveva fondato a Caliure (nei pressi di Lione) un gruppo aderente alla LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo).
Nel 1934, risultava impiegata insieme al marito come cameriera ad Aix-les-Bains. Il Consolato riportava che nel 1936 la donna professava idee liberarie. Tuttavia, secondo la propria dichiarazione, Cesarina Stocco chiese personalmente di rimpatriare nel 1942, poiché il marito era emigrato in Germania per lavoro e lei si trovava sola, malata e priva di mezzi.
Una nota del 23 giugno 1939 della Prefettura di Vicenza confermava che la donna era già iscritta alla rubrica di frontiera per arresto.
Durante l’interrogatorio del 15 marzo 1943 presso la Questura di Vicenza, Cesarina Stocco dichiarò di non aver mai aderito alla LIDU e di non aver partecipato ad attività politiche in Francia. Raccontò il suo percorso migratorio: trasferimento a Chambéry nel 1932, poi Lione nel 1934, quindi Aix-les-Bains nel 1935, e infine ritorno a Chambéry nel 1937. Ribadì di aver richiesto il rimpatrio per motivi di salute, negando qualsiasi coinvolgimento in attività sovversive.
Al contrario, diverse note diplomatiche e consolari forniscono un quadro più critico. Un telegramma dell’Ambasciata d’Italia a Parigi del 29 gennaio 1935 riferiva risultati di indagini condotte sulla Stocco. Successivamente, una nota del Ministero dell’Interno del 18 febbraio 1935, proveniente dalla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, riportava che la donna risultava antifascista. Già il 18 giugno 1934, il Consolato Generale d’Italia a Lione l’aveva descritta come propensa ad atteggiamenti antifascisti e anti-italiani.
Nonostante la grave condizione di salute della donna, affetta da peritonite, la Prefettura avanzò la proposta di confino nei suoi confronti.
Fonte:
ACS, Ministero dell’Interno, Direzione generale pubblica sicurezza (1861-1981), Divisione affari generali e riservati. Uffici dipendenti dalla sezione prima (1894-1945), Casellario politico centrale 1894-1945, Fascicoli personali 1894-1945, b. 4958, f. Cesarina Stocco