Ebrei stranieri internati in provincia di Rovigo

Ebrei stranieri internati in provincia di Rovigo

 

Un primo documento utile risale al 28 febbraio 1942. L’Ispettorato di P. S. per la 5^ zona scrisse alla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno per ragguagli sulla “situazione internati”. Si tratta di un quadro non esaustivo perché il numero degli internati variava spesso in base alla decisione del Ministero di internare ulteriori ebrei o di spostarli in altre località.

Nella provincia di Rovigo si lamenta una assoluta scarsità di alloggi ed effettivamente la sistemazione degli internati presenta gravi difficoltà. Ciò non mancarono di prospettare i Podestà alla R. Prefettura quando il 28 agosto 1941 fu loro fato preavviso che sarebbero stati avviati nei comuni alcuni nuclei familiari di ebrei sfollati dai campi di concentramento di Lubiana e Ferramonti di Tarsia Ad ogni modo (…), venne le migliore dei modi provveduto alla loro sistemazione, così ne vennero alloggiati in tutta la provincia n° 102, suddivisi come segue:
1°) Castelmassa una famiglia di 4 membri;
2°) Costa di Rovigo, tre famiglie di 3 persone ciascuna e due di 2 persone;
3°) Stienta, 2 famiglie di 2 persone ciascuna ed un celibe;
4°) Adria, una famiglia di quattro persone, una di tre e due di due;
5°) Canaro, uno scapolo ed una famiglia di due componenti;
6°) Occhiobello, una famiglia di 4 componenti;
7°) Crespino, una famiglia di tre componenti e due di due;
8°) Fratta Polesine, una famiglia di due componenti;
9°) Bergantino, una famiglia di due componenti;
10°) S. Martino di Venezze, una famiglia di tre membri;
11°) Castelguglielmo, due famiglie di due ed una di cinque componenti;
12°) Lendinara, due famiglie di due, una di tre ed una di quattro componenti ed un celibe;
13°) Ficarolo, una famiglia di quattro ed una di due componenti;
14°) Ceregnano, una famiglia di tre componenti;
15°) Gavello, due famiglie di due componenti;
16°) Fiesso Umbertiano, una famiglia di tre componenti;
17°) Trecenta, una famiglia di due componenti;
18°) Papozze, una famiglia di due componenti;
19°) Taglio di Po, una famiglia di quattro e una di tre componenti.

Nell’Archivio Centrale dello Stato di Roma (Ministero dell’Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Archivio generale, Massime, M4/18 località di internamento, busta 108), si trova un altro documento, datato 24 settembre 1943, con cui la Regia Prefettura di Rovigo, in relazione ad una precisa richiesta del 7 settembre, rispondeva al Ministero dell’Interno inviando un elenco con i nomi di 77 ebrei internati in provincia di Rovigo. Appare evidente la diminuzione del numero di internati dovuta alla fuga dopo l’8 settembre.

Infine, in un terzo documento senza data (presente in ACS, MI, DGPS-DAGR, A16 Stranieri ed ebrei stranieri, b. 53, f. 65), la “List of foreign civilians interned in the province“, risultano 108 nomi, oltre a una persona indicata come “ariana” (Fogelman Sofia di Bernardo, nata a Varsavia il 05.08.1909) che in realtà è ebrea.

Anna Pizzuti propone una lista di 123 ebrei, ma 3 di loro (indicati ad Adria) non sembrano avere legami con la provincia di Rovigo. Inoltre 2 internati sono già stati inseriti in provincia di Vicenza.

Tenendo conto di tutti questi dati, si riportano i nomi di 120 ebrei internati (ai quali bisognerebbe aggiungere Esther Danon che non fu conteggiata a Costa di Rovigo) suddivisi in 15 comuni: Costa di Rovigo (16), Rovigo (15), Adria (14), Castelguglielmo (13), Lendinara (12), Taglio di Po (12), Papozze (7), Crespino (6), Castelmassa (5), Fratta Polesine (5), Stienta (6), Fiesso (3), Canaro (2), Ficarolo (2), Gavello (2). Si intende che anche negli altri comuni citati dal Ministero (Occhiobello, Bergantino, San Martino di Venezze, Ceregnano e Trecenta) arrivarono degli internati che furono poi trasferiti altrove. 

Composizione del gruppo

Per quanto riguarda la nazionalità, 62 erano jugoslavi (di cui 1 nato in Ungheria e 1 in Germania), 12 turchi (di cui 5 nati in Italia), 12 austriaci (di cui 1 sposata con uno jugoslavo; 1 nato a Fiume e 1 a Trieste), 11 polacchi (di cui 2 nati in Germania), 8 tedeschi (di cui 1 sposata con un polacco e 1 con uno jugoslavo),  5 ungheresi, 5 s. d. (apolidi), 4 cecoslovacchi, 1 russa. Dei 120 ebrei, 58 erano donne e 62 uomini. I nuclei familiari erano 35, mentre 7 persone erano sole. I minorenni al 1943 erano 24 (il 20%).

Deportati

I deportati furono 41, di cui 16 sono sopravvissuti. Il totale dei sopravvissuti è quindi di 95 persone (96 con Esther) equivalente al 79,17% degli internati.

Complessivamente fu deportato il 34,16% (33,88% con Esther) degli internati. Da notare che furono deportati tutte e 3 gli internati di Fiesso, entrambi gli ebrei di Ficarolo, tutti e 12 gli internati di Taglio di Po, 5 su 6 a Stienta, 3 su 5 a Fratta, 3 su 7 a Papozze, 2 ebrei su 5 a Castelmassa, 6 su 16 a Costa di Rovigo, 1 su 6 a Crespino, 2 su 15 a Rovigo, 1 su 12 a Lendinara, 1 su 13 a Castelguglielmo.

I morti furono 25 per una percentuale del 20,83% sul totale dei deportati (20,66% contando anche Esther).

                                                                                                                                                     

Castelmassa Castelguglielmo Lendinara Canaro Costa di Rovigo Crespino

Ficarolo Stienta Fratta Polesine Rovigo Gavello Adria

Fiesso Umbertiano Papozze Taglio di Po   

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