Dal Veneto agli Stati Uniti

Dal Veneto agli Stati Uniti

Qual è il legame tra le province venete e la storia dei 982 rifugiati di Fort Ontario?

Dopo l’8 settembre del 1943, quasi tutti gli internati della Provincia di Vicenza, approfittando anche del caos di quei giorni, tentarono la fuga. Alcuni si diressero verso la Svizzera, altri riuscirono a uscire dal Regno, moltissimi scelsero di andare a sud, verso le zone controllate dagli Alleati. Molti di loro furono accolti nei campi di transito e per rifugiati aperti da inglesi e americani in diverse città. Quando si presentò l’occasione di prendere parte alla missione voluta da Roosevelt per portare 1000 rifugiati negli USA, anche alcuni ebrei già internati in Veneto e che avevano raggiunto l’Italia centro-meridionale si iscrissero nelle liste per la partenza.
Dopo aver confrontato l’elenco riportato sul sito www.oswegohaven.org (oggi non più disponibile) con quello pubblicato da Ruth Gruber sul suo libro Haven possiamo dire con certezza che sulla nave Henry Gibbins viaggiarono 39 ebrei precedentemente internati in comuni del vicentino e altri loro parenti internati altrove.

Dal comune di Arzignano: Weiss Otto, sua moglie Schwarz Friederike e la figlia Edith (Gruber R., p. 322).

Dal comune di Camisano: Luftig Leopold e Moersel Rosa (risultano coniugati – Gruber R., p. 313).

Dal comune di Roana : Pfeffer Chaim (poi trasferito a Cismon del Grappa)

Dal comune di Enego: Aufricht Paul e la moglie Marguerite (che non risulta internata nel vicentino –  Gruber R., p. 298); Fuerth Marta (Gruber R., p. 305); Karrasch (Charasch) Jakob e la moglie Goldberger Fanny (Gruber R., p. 301); Steinhardt Dragutin.

Dal comune di Lusiana: Alfandari Elvira; Weiss Gustavo e Wichinia Eletrud (risultano coniugati – Gruber R., p. 322).

Dal comune di Malo: la famiglia Buchler composta da Arpad (morto nel campo il 19 febbraio del 1945), Renée, Pavao, Blanka, Dan, Hanna, Emilia (Hessel Milica) – (Gruber R., pp. 300-301); Rothstein Giuseppe, sua moglie Sara Lichtig e i figli Lavoslav (Leopoldo) e Mirjam (Gruber R., p. 317).

Dal comune di Posina: Fried Franjo, la moglie Pavusa Irena e i figli Anita e Alessandro (Gruber R., p. 304); Schwarzenberg Ziga, sua moglie Anna Blunger e il figlio Slavko (Gruber R., p. 318).

Dal comune di Roana: Lederer Otto (in un secondo momento raggiunse la moglie Ruza e i figli Mira e Ivo, internati in provincia di Padova –  Gruber R., p. 311); Pollak Sandor (Gruber R., p. 316); Jellinek Slavko.

Dal comune di San Nazario: Alatarac Jacob, la sorella Hana e Laura, figlia di Hana (Gruber R., p. 297).

 

Va sottolineata una scoperta importante, risalente al 2006 e relativa alla famiglia Rothstein, già internata a Malo. Secondo i dati precedentemente accessibili che hanno il loro punto di riferimento nel Libro della Memoria di Liliana Picciotto (edizione 2002, p. 545), Giuseppe Rothstein e sua moglie Sara Lichtig risultano arrestati a Firenze, deportati e deceduti in luogo ignoto in data ignota.
In realtà Giuseppe e Sara, insieme ai figli, riuscirono a raggiungere il sud e a imbarcarsi sulla Henry Gibbins.

 

Da tutto il Veneto risultano essere 95 gli ebrei che sono stati già internati nelle province venete e che sono salpati da Napoli per andare negli Stati Uniti. Si tenga conto che, secondo gli studi di Klaus Voigt, nell’archivio dell’American Jewish Joint Distribution Commitee di New York, è presente un elenco di 1327 ebrei registrati a Bari nel gennaio 1945. Voigt afferma che “per quasi 100 persone vengono riportati come luoghi di provenienza località dell’Italia settentrionale, soprattutto nelle province di Vicenza, Treviso, Belluno e Rovigo. Spiccano alcuni gruppi piuttosto consistenti di ex internati, soprattutto ebrei jugoslavi, provenienti da Asolo, Enego, Malo e Fonzaso”. [1] 

Per vedere i nomi di tutti gli ebrei internati nel Veneto ed arrivati a Fort Ontario e per maggiori informazioni, si vedano i dati relativi al libro Vite in fuga (parte II e parte IV).

 

 

Note

[1] Voigt K., Il rifugio precario. Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945 (vol. 2), La Nuova Italia, Scandicci 1996, p. 487.

Translate »