Osman Carugno
Osman Carugno. Fonte Giusti Emilia-Romagna.
Osman Carugno nacque nel 1903 a Capracotta, in Molise, dove il padre si era trasferito per assumere l’incarico di segretario generale del Comune. Carugno apparteneva a una famiglia napoletana in cui sia il nonno (notaio) che il padre (avvocato) erano esponenti della nuova borghesia risorgimentale.
Secondo la tradizione familiare lui e il fratello maggiore, Oscar, avrebbero dovuto seguire le orme del padre e del nonno, intraprendendo gli studi di giurisprudenza. Ma, quando Osman aveva poco più di dieci anni, suo padre morì, la famiglia dovette affrontare una serie di problemi e i due ragazzi, ormai adolescenti, decisero entrambi di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri: Oscar divenne ufficiale e Osman si arruolò nella scuola sottufficiali divenendo maresciallo comandante di stazione (prima nelle Marche e poi in Romagna). Un incarico che, fin dalla prima nomina, svolse con grande senso di autonomia, cercando di contrastare l’invadenza e le pressioni dell’apparato fascista.
Carugno fu poi trasferito a Bellaria nel 1938 da Savignano sul Rubicone dove prestò servizio per quattro anni. Quando venne trasferito era già sposato con Linda Zazzarini (insegnante) ed era padre di due figli, allora ancora piccoli: Omar e Maria Diomira.
Proprio in questo contesto, mentre la Wehrmacht aveva occupato tutti i luoghi chiave anche in Romagna, Carugno scelse di porsi come punto di riferimento per il paese, iniziando un pericoloso doppio gioco che lo portò ad affiancare subito i gruppi di resistenza che si andavano formando a Bellaria come in tutto il Riminese: un Gap nato dalla cellula comunista della Cagnona e un forte nucleo di giovani partigiani guidato da Illaro Pagliarani, un ex tenente del Regio Esercito.
Nel settembre 1943, dopo la resa dell’Italia, un gruppo di 38 ebrei (34 dei quali jugoslavi) trattenuti in Italia come internati civili, dopo una serie di peripezie, arrivarono fino a Bellaria. Qua conobbero l’oste Ezio Giorgetti, che mise a loro disposizione la sua pensione vuota, e il maresciallo dei carabinieri Carugno e, proprio lui, attraverso collegamenti con gli agenti di polizia della zona, riuscì ad offrire protezione al gruppo.
Dalla pensione di Giorgetti vennero spostati in altri paesi della zona e in altre pensioni a Bellaria, in modo da riuscire a evitare i tedeschi che avevano dato l’ordine di sgomberare le case sull’isola. Inoltre, furono fornite loro false carte d’identità in cui venne apposto un falso timbro del comune di Barletta e i loro nomi vennero cambiati in nomi italiani: Konforty divenne Conforti, Pick divenne Piccoli, ecc. Josef Konforty, uno del gruppo, raccontò anche che una volta, a Pugliano Vecchio, il gruppo aveva suscitato l’interesse del maresciallo locale, così Carugno gli fece visita pregandolo di dare al gruppo tutto il supporto necessario.
Li presentò come suoi amici personali, e questo fu fondamentale per loro salvezza, poiché da quel momento tutti gli abitanti di Pugliano Vecchio contribuirono a sostenere i rifugiati. Nel settembre 1944, con l’arrivo delle truppe alleate, la loro odissea si concluse. Osmar Carugno morì nel 1975 e il 14 aprile 1985 Yad Vashem l’ha riconosciuto come Giusto tra le nazioni.
Fonti: