I bombardamenti alleati sulla provincia di Vicenza
1943-1945
di Antonio Spinelli

Foto tratta da Wikipedia: viale Roma, Vicenza 1944.
Nell’ambito degli studi dedicati negli ultimi anni alle strategie militari degli Alleati nel condurre la guerra in Italia contro le forze nazifasciste, l’analisi dei bombardamenti aerei e dei relativi obiettivi ha ricoperto un ruolo non marginale ed è stata l’oggetto di diverse pubblicazioni [1]. La tematica è stata esplorata anche a livello locale o regionale attraverso una messe di studi che ha descritto le azioni militari e, in alcuni casi, analizzato in maniera attenta le motivazioni, le scelte e gli effetti dei bombardamenti su specifiche aree. Se alcuni lavori sono il frutto di progetti scientifici guidati da storici qualificati, in molti casi si assiste al coinvolgimento di esperti di questioni militari, di giornalisti o, ancora, di appassionati e memorialisti locali che hanno dedicato spesso anni di ricerca per portare alla luce eventi che nelle ricostruzioni generali, dedicate alla Seconda guerra mondiale a livello regionale o provinciale, non sono state adeguatamente esplorati. D’altro canto la natura stessa di queste ricerche locali, la formazione degli autori e il taglio dato alle ricostruzioni storiche conferiscono loro un carattere peculiare tale da pescare nei ricordi personali e familiari, nel racconto del proprio iter di ricerca, negli aneddoti, nella memoria di luoghi e persone che in alcuni casi rivestivano un ruolo pubblico.
Per la provincia di Vicenza non ci si discosta dal quadro qui brevemente delineato, anzi le pubblicazioni disponibili sono legate esclusivamente a studiosi locali [2] e fanno da contraltare descrittivo alle ricostruzioni letterarie [3]. Una menzione a parte merita il lavoro di Giovanni Maria Sandrini, un fotografo che riprese, non senza rischi, i bombardamenti su Vicenza lasciandoci una memoria indelebile dei loro effetti devastanti sulla città [4].
Andando con ordine, val la pena soffermarsi sul lavoro di Walter Stefani, nato nel 1923 e morto il nel 2018. Dopo un’educazione fascista e l’appartenenza alle organizzazioni giovanili del regime, è comandante della compagnia avanguardisti preavieri di Vicenza, prima di diventare aviere allievo marconista a Roma e di essere congedato dopo l’armistizio. Tornato nella sua città natale, viene precettato dalla Todt per la costruzione della fossa anticarro a Monticello di Fara. Figlio di una vittima civile di guerra, si è definito “spettatore e cronista dei bombardamenti aerei sulla città dal 1943 al 1945”. Dopo la guerra ha rivestito importanti incarichi per il Comune di Vicenza, tra cui quello di Capo della Sezione Cultura, Sport, Turismo. Da giornalista pubblicista, ha dato alle stampe numerosi libri dedicati a Vicenza [5]. È in questo ambito che nasce il libro dedicato ai bombardamenti sul capoluogo berico, un intreccio di memorie personali, dettagli di vita quotidiana e cittadina, introdotto da una ricostruzione storica sintetica [6] e arricchito da storie personali e testimonianze tra cui quella del citato Giovanni Maria Sandrini. Non mancano alcune schede sui tipi di bombe, un approfondimento sui rifugi e sullo sfollamento verso i comuni della provincia. Dopo un inizio più distaccato, il libro lascia sempre più il passo a commenti e riferimenti personali fino a sfociare in racconti legati alla sua memoria.
Se da una parte il volume ha il merito di raccogliere alcuni documenti interessanti, come quelli sulla protezione antiaerea [7], e numerose fotografie della Vicenza di quegli anni, mancano note dettagliate e il rimando preciso agli archivi e alla bibliografia a cui ha attinto [8], fermo restando che molte descrizioni derivano da quanto da lui stesso vissuto.
Stefani segue cronologicamente i bombardamenti alleati su Vicenza, senza però censirli tutti. Di conseguenza un elenco esaustivo di tutti i bombardamenti sulla città è ricavabile incrociando i dati riportati da Stefani e nell’altro libro di riferimento, quello di Giuseppe Versolato su cui torneremo, nonché su alcuni siti internet [9] e, ancor prima, grazie ai dati sui bombardamenti alleati presenti in pubblicazioni di respiro nazionale [10].
Alla fine del libro, Stefani restituisce un resoconto generale censendo 14 bombardamenti, 813 allarmi aerei, 570 civili caduti per i bombardamenti, 48 bombardamenti in provincia, 922 caduti negli altri comuni della provincia [11]. Non è dato sapere come si arrivi a quei numeri e quali siano le fonti da cui scaturiscono. Pare comunque evidente che ci si soffermi sugli eventi più importanti che hanno lasciato ricordi più duraturi e segni maggiori sulla città. Mauro Passarin, ricordando i 36 eventi del 1944 e gli 86 del 1945, riporta i seguenti dati: per Vicenza, 626 morti e 1131 feriti; per la provincia 424 morti e 627 feriti.
Centrale è la ricostruzione di quanto avvenne domenica 25.12.1943, il giorno del primo bombardamento aereo sulla città. Vicenza non era l’obiettivo primario, individuato inizialmente nella città di Udine. Come spesso accadeva durante la guerra, il meteo avverso o altre situazioni potevano portare le formazioni aeree a modificare gli obiettivi. Fu così che 20 bombardieri della 15^ Usaaf (United States Army Air Forces), partiti dal sud della Puglia, puntarono sull’aeroporto di Vicenza colpendo le contrade di San Bortolo e San Francesco, viale Bartolomeo d’Alviano, il cinema Corso, il quartiere Ferrovieri, la fabbrica per la lavorazione del ferro Pozzan & Meggiolan [12]. I morti registrati furono 31 [13]. A proposito di questo bombardamento, Stefani riporta alcune informazioni su personaggi chiave degli eventi che stavano coinvolgendo Vicenza, da Guido Parigi, capo dell’Unpa, ad Angelo Poncato, capo degli stradini comunali, fino ad arrivare al geometra Gambin che guidava i Vigili del Fuoco. Vengono richiamati anche i rifugi cittadini: quello sotto alle Poste, un altro sotto il Torrione di Porta Castello, le cantine del Municipio e del Museo oltre che di tanti palazzi e case.
Tre giorni dopo, il 28 dicembre, ci fu un secondo attacco sulla città, non menzionato da Stefani, portato da 17 bombardieri della 15^ Usaaf che dovevano colpire lo scalo ferroviario, ma che scaricarono le bombe anche sui quartieri a sud-est e nei dintorni di Vicenza. I morti furono 41 [14].
Anche il successivo bombardamento di domenica 26 marzo 1944 viene omesso da Stefani. Si trattò di un’incursione di bombardieri della Raf (Royal Air Force) che avevano come obiettivo lo scalo ferroviario. In questo caso bombe caddero sui quartieri meridionali della città, provocando 14 vittime civili [15] e la distruzione del Cotonificio Rossi. Furono danneggiate villa Piovene e villa Clementi in via D’Azeglio e villa Valmarana con alcuni affreschi di Tiepolo. Colpite duramente le aree di viale Dante, viale X giugno, stradella della Rotonda, viale Fusinato, via Maganza, viale Crispi, viale Verona, via IX maggio (l’attuale contrà Burci), contrà Mure Pallamaio, piazza Duomo, borgo Berga, piazza Castello e viale della Pace [16].
Stefani si sofferma, invece, sulle successive azioni alleate sulla città.
- Il bombardamento notturno compiuto da 50 bombardieri della Raf domenica 2 aprile 1944 che aveva come obiettivo lo scalo ferroviario, ma che distrusse due noti e frequentati teatri della città, non più ricostruiti, il teatro Eretenio e il Verdi, oltre all’auditorium dell’Istituto musicale Canneti in Levà degli Angeli e al cinema Palladio, portando danni anche all’ospedale psichiatrico [17] e all’Istituto Tecnico Rossi. Fu colpito l’edificio dell’Olimpico, ma il teatro si salvò. Le vittime civili furono 26 [18], una ventina i feriti, 45 gli edifici distrutti e 60 quelli danneggiati [19].
- Il bombardamento diurno di domenica 14 maggio 1944 fu condotto da circa 150 bombardieri della 15^ Usaaf che dovevano colpire lo scalo ferroviario e l’arsenale delle Ferrovie [20]. Molte delle bombe caddero sulla città, provocando ingenti danni al patrimonio artistico, oltre che industriale, causando 56 vittime civili [21]. Furono colpiti viale del Risorgimento, contrà Santa Caterina, Borgo Berga, viale Margherita, lo stadio, Borgo Casale, la zona tra il Cotonificio Rossi e le scalette di Monte Berico, la zona tra contrà San Paolo e contrà Barche, quella di contrà San Pietro, il duomo, il Vescovado, viale Roma con l’albergo Terminus e la vecchia Cavallerizza dei nobili (cinema Palladio), il deposito FIAT di Giurietto&Ferretto, il palazzo Thiene-Barbaran-Tecchio, la Camera di Commercio (vecchia sede della R. Posta), la chiesa di San Gaetano, Palazzo Nievo (sede delle birrerie Riunite), la inVEM, l’Acciaieria Valbruna, la Montecatini e la Zambon&Farina [22], via Battaglione Framarin, via Cappuccini, viale Trento, porta Santa Croce, viale D’alviano e contrà San Francesco [23]. Furono colpiti anche palazzo Da Schio detto la “Ca’ d’Oro”, il palazzo sede della Banca Commerciale, un’ala della sede della Cassa di Risparmio, palazzo Bertolini, palazzo Braga, palazzo Zilio, la casa Alidosio vicino a palazzo Trissino, l’Istituto delle Canossiane e quello delle Missioni estere [24].
Stefani collega il pesante bombardamento al fatto che gli Alleati credessero che Kesserling fosse presente all’Albergo Roma, sede della Platzkommandantur. Inoltre, l’autore riferisce di proteste da parte del Cnl vicentino per i bombardamenti e di uno scambio di opinioni con gli Alleati i quali, in cambio di una diminuzione delle azioni aeree, avrebbero chiesto ai partigiani di intensificare le azioni di sabotaggio. Il ricordo del bombardamento del 14 maggio è ancora vivo in città e ogni anno vengono organizzate commemorazioni ufficiali, così come avviene nel caso dell’anniversario del bombardamento di novembre.
- Gli Alleati colpirono nuovamente Vicenza venerdì 17 e sabato 18 novembre 1944. Il primo giorno 40 bombardieri della Raf sganciarono 104,625 tonnellate di bombe [25] sull’aeroporto Dal Molin, vitale base logistica per i tedeschi, causando la morte di 5 civili. L’organizzazione Todt portò diversi lavoratori sul posto per riempire le buche causate dal bombardamento. L’attacco del 18 novembre ad opera di aerei dell’Usaaf (impegnati quel giorno a colpire gli aeroporti di Aviano, Campoformido-Udine, Villafranca Veronese, oltre a quello di Vicenza [26]), colpirono nuovamente l’aeroporto e provocarono la morte, tra gli altri, di quegli stessi operai. Si tratta dell’incursione più sanguinosa subita da Vicenza con 323 morti [27], di cui diversi furono i feriti deceduti nei giorni successivi. La cifra fornita da Stefani viene limata dalla Baldoli che parla di 317 vittime [28], mentre alcuni articoli di giornale riportano numeri decisamente superiori [29]. Fra le zone più colpite ci furono la frazione Laghetto con 40 morti e oltre 200 feriti [30]. Sia Stefani sia Versolato [31] citano l’utilizzo di bombe a spillo.
- Giovedì 4 gennaio 1945 [32] ci fu un nuovo attacco allo scalo ferroviario operato da aerei della 15^ Usaaf. Due le vittime civili. Vicenza fu colpita come obiettivo alternativo rispetto a quello primario che quel giorno era costituito dalle stazioni di Verona Porta Vescovo e Porta Nuova [33]. Tredici velivoli B-24 sganciarono 121 bombe sullo scalo. Diversi colpi centrarono l’area di via Corpus Domini, edifici in viale Roma, Campo Marzo, la zona di Porta Castello, il Vescovado in piazza Duomo e contrà Mure Pallamaio [34].
- Mercoledì 28 febbraio 1945 ci fu una nuova incursione della 15^ Usaaf, sempre con l’obiettivo alternativo, rispetto a quello ufficiale in Alto Adige, dello scalo ferroviario di Vicenza. Le bombe caddero anche sul centro della città colpendo luoghi noti come la trattoria Al Garafolino, la Tipografia Commerciale, le stalle di palazzo Thiene, casa Teseo, palazzo Caldogno-Tecchio (sede degli Industriali) in corso Fogazzaro; la zona di contrà Riale, contrà San Marcello, contrà San Francesco vecchio, contrà e piazzetta dei SS. Apostoli [35]. Si contarono 30 morti [36]. Nel volume di Stefani è presente un’interessante testimonianza di Antonio Zanella, lavoratore dell’Ospedale civile, che prendeva nota delle incursioni aeree. Versolato registra, oltre a quella americana, altre tre incursioni condotte dalla 12^ Air force o dalla Raf [37].
- In un periodo di numerosi bombardamenti nelle zone del nord-est [38], domenica 18 marzo 1945, il giorno di Pasqua, 73 bombardieri della Raf (parteciparono anche due unità dell’aviazione sudafricana [39]) attaccarono Vicenza (l’obiettivo era quello di “distruggere il materiale rotabile e i servizi nello Scalo Ferroviario di Vicenza” [40]), ma colpirono duramente il centro storico della città. Ne fecero le spese la Basilica palladiana, la torre Bissara (con la caduta della campana), palazzo Trento-Valmarana, le case adiacenti a San Faustino, palazzo Trissino-Baston, casa Alidosio, palazzo Proti-Vajenti-Malacarne, palazzo Braschi-Brunello, casa Boschiero, case Morselli, Bortolan e Polazzo, palazzo Marchetti-Blanco (sede della vecchia stazione di Posta e poi del servizio carrozze), palazzo del Monte di Pietà, palazzo Baglioni in piazzetta Gualdi, le case Favero, Boschiero e Marchetti ai Santi Apostoli, l’oratorio del Gonfalone in piazza Duomo, palazzo Valmarana in corso Fogazzaro. Furono colpiti anche la Questura, il palazzo del Governo, il palazzo di Giustizia, la Prefettura e il Municipio verso contrà del Monte (risultarono rovinate la sala Stucchi e la Giunta). Le vittime civili furono 5, i feriti 9 [41].
Walter Stefani si sofferma indicando anche in questo caso un collegamento tra la ripresa dei bombardamenti e il precedente arresto dei membri del Cln vicentino, cosa che rese impossibile le azioni di sabotaggio sul territorio. Versolato descrive un “energico intervento di protesta presso gli Alleati”, riportando il testo di un messaggio del 22 marzo 1945 inviato dai membri della Resistenza a Pietro Nenni e al governo del Regno d’Italia. Non solo le città venete, e tra queste Vicenza, vengono espressamente nominate, ma si lamentava l’inefficacia dei bombardamenti che colpivano il patrimonio artistico senza però intaccare le strutture tedesche. La conclusione era decisa: “Si prega di chiedere agli Alleati di rendersi conto della tragica situazione della popolazione civile dopo un anno e mezzo di vera lotta contro i tedeschi, e di non aggravarla senza accertate decisive azioni militari. Desideriamo una risposta precisa e non vaga relativamente ai risultati del vostro intervento” [42]. L’intervento sortì l’effetto di interessare il comando alleato che indicò nelle incursioni notturne degli inglesi la causa di tali effetti devastanti su Vicenza e portò ad una rarefazione degli attacchi sul Veneto.
- Gli ultimi bombardamenti, non citati da Versolato, dovrebbero risalire a giovedì 26 e a sabato 28 aprile 1945: 34 le vittime civili [43]. Stefani ricorda gli aerei alleati che sorvolarono la città il 28 aprile, giorno della liberazione di Vicenza, ma non parla di bombardamenti [44].
I bombardamenti qui brevemente richiamati sono al centro anche dell’analisi di Giuseppe Versolato nel suo libro Bombardamenti aerei degli alleati nel vicentino 1943-1945. Si tratta di un’opera molto diversa da quella di Stefani. Versolato, morto nel 2015, era appassionato di volo e storico dell’aviazione, fondatore del club Frecce tricolori di Vicenza e autore di alcuni libri, tra cui quello dedicato a Tommaso Dal Molin a cui fu intitolato, nel 1930, l’aeroporto più volte colpito dai bombardieri alleati. La formazione dell’autore si riversa nella sua opera e la pubblicazione dedicata ai bombardamenti è ricca di riferimenti alle formazioni militari, ai tipi di velivoli, alle rotte, agli ordigni, alle tonnellate di bombe sganciate, nonché ai piloti e, in alcuni casi, al loro destino [45]. L’autore si basa sulla consultazione di studi, giornali dell’epoca, cronistorie parrocchiali e su una ricca documentazione ricavata dagli archivi statali e militari statunitensi e britannici, a partire dai field orders (ordini di operazione), dagli interrogation form (i questionari compilati dagli ufficiali dell’intelligence che interrogavano i piloti in missione) e dai mission report. Non mancano ricostruzioni riguardanti la contraerea repubblicana e la Luftwasse. Meno interessato alle conseguenze degli attacchi aerei, Versolato inserisce nella pubblicazione non tanto le foto delle devastazioni causate dai bombardamenti, ma molte riprese aeree, immagini di velivoli e piloti, mappe, ricostruzioni grafiche delle missioni su Vicenza.
Nella seconda parte del libro, l’autore dedica spazio alla cronologia dei bombardamenti avvenuti nella provincia, dal 7 marzo 1944 al 30 aprile 1945. Per lo più si tratta di lanci su ponti ferroviari e stradali, stazioni, linee, treni merci, fabbriche e depositi di alcune località colpite ripetutamente come Montebello Vicentino, Cismon del Grappa [46], Bassano del Grappa, Lisiera di Bolzano Vicentino, finite al centro dell’attenzione proprio a causa della presenza di importanti strutture di collegamento. Nell’allegato 1 è possibile prendere visione dell’elenco ricavato dal volume di Versolato.
Non mancano i racconti legati alla ricerca stessa dell’autore, ai suoi contatti con gli ex piloti, ai ritrovamenti di resti dei velivoli e alla conservazione di materiali e documentazione destinati tempo fa al Museo storico dell’Aviazione presso l’aeroporto Dal Molin e che in futuro saranno raccolti presso il Museo dell’Aria da realizzare nella zona del Parco della Pace.
L’importanza della distruzione delle infrastrutture vicentine emerge in tutta la sua chiarezza dalla documentazione studiata da Versolato. Ad esempio, in un foglio informativo del 1° ottobre 1943, il servizio di intelligence americano aveva descritto con dovizia di particolari il complesso ferroviario di Vicenza:
L’obiettivo consiste nel complesso ferroviario di Vicenza, una città situata a 23 miglia Nord-Ovest di Padova. Vicenza è un importante nodo ferroviario della linea a doppio binario, servita da locomotive a vapore, fra Milano, Verona, Venezia e Trieste. (…).
Il complesso ferroviario di Vicenza è situato nei sobborghi sud della città. La stazione passeggeri si trova al lato nord della linea principale. A Sud della stazione vi è un complesso di 16 doppi binari di raccordo terminali. Ad Est di questi e a Sud della linea principale si trova il deposito delle locomotive. Il deposito ha una piattaforma girevole per le locomotive, la torre dell’acqua, il deposito del carbone, le officine servite da 10 binari terminali con accesso da Ovest.
Situato ad est della stazione passeggeri vi è il deposito delle merci con un grande magazzino. A circa un miglio e un quarto ad Ovest-Sud-Ovest della stazione passeggeri e a Sud della linea principale vi sono le Officine delle Ferrovie dello Stato per i carri merci e le carrozze.
Dal rilevamento fotografico di ricognizione dell’agosto 1943 si nota una grande attività nelle Officine con il magazzinaggio di grandi quantità di legname e altri materiali nei depositi e molti carri merci stazionati nei binari terminali. (…).
La distruzione dell’obiettivo e dei suoi nodi ferroviari comporterebbe l’interruzione delle comunicazioni nel Nord-Est Italia in un punto dove due importanti linee da Vicenza portano ai confini nel Nord-Est e la Yugoslavia e, attraverso le pianure della Lombardia, a Milano. Punti vulnerabili sono il bivio fra la linea per Castelfranco Veneto e quella per Padova e quello fra la linea per Castelfranco Veneto e quella per Schio [47].
Descrizione che fu ripetuta nel tempo, come si osserva leggendo un altro documento del 13 maggio 1944 [48]. In ogni caso, alle informazioni di carattere generale si accompagnavano fotografie aeree, li dati sul nemico, il tipo di raggruppamento, gli orari, le rotte di andata e ritorno, le procedure d’attacco e gli obiettivi alternativi. Queste, e molte altre, tra cui la descrizione dettagliata delle azioni militari, sono le indicazioni rintracciate da Versolato per ogni bombardamento. Non mancano le memorie dei piloti americani, in particolare di quelli i cui velivoli erano stati colpiti e che furono costretti ad atterraggi di emergenza o a lanciarsi con il paracadute. Qui si innestano ricostruzioni che da una parte mostrano i numerosi combattimenti tra le forze alleate e la contraerea nazifascista, dall’altra riportano le memorie dei sopravvissuti (spesso catturati e internati nei campi tedeschi) e quelle delle popolazione locale. Nel caso dei piloti colpiti e poi paracadutatisi nella zone di Marola di Torri di Quartesolo, a seguito dei bombardamenti del 28 dicembre 1943, il pilota Brown dichiarò di non essere stato accolto positivamente dai locali e di essere stato “venduto ai tedeschi per 14 dollari” [49]. Situazioni plausibili che si accompagnano a gesti di segno opposto, dato che in altri casi i soldati alleati furono aiutati e nascosti anche con l’intervento diretto delle forze partigiane. Ad esempio un anno dopo, nel dicembre 1944, lo stesso Versolato riporta il salvataggio compiuto dai partigiani della brigata Stella (con il coinvolgimento del commissario politico Alfredo Rigodanzo “Catone” e di Giuseppe Cavaliere “Amleto”) nei confronti del pilota Lee A. McAllister che però in seguito fu catturato e ucciso dai tedeschi nei pressi di Recoaro [50]. Altri piloti, Berry, Hunt e Newhouse, furono messi al sicuro dai partigiani e condotti fino alla missione inglese del maggiore Wilkinson “Freccia”. Uno di loro, Hunt, fu guidato dalla partigiana Mery Arnaldi, della brigata Mazzini (divisione Ortigara), fino in Svizzera [51]. Quindici giorni dopo, il 25 dicembre 1944, nel corso di un attacco alleato alla stazione ferroviaria di Grisignano di Zocco, ci fu un incidente con conseguente atterraggio di emergenza del pilota Dempsey E. Ballard che fu nascosto a Montegalda dalla partigiana Rosina De Marzi. Da lei erano nascosti altri piloti o soldati come Frederick J. Moschberger (protagonista di un atterraggio di fortuna il 22 novembre 1944 vicino a Ponte di Barbarano). Vittime di una delazione, in seguito furono deportati in Germania [52].
Si nota, quindi, nell’analisi di Versolato il continuo richiamo alla sorte dei piloti (e dei rispettivi velivoli), ricavata dalla ricostruzione delle azioni militari e dei combattimenti tra forze alleate e tedesche. In tale ambito, riveste una certa importanza il riferimento ai caduti e ai luoghi di sepoltura. Tra questi il cimitero acattolico di Vicenza, noto anche come cimitero degli ebrei, sito in viale Fratelli Bandiera. Lì i tedeschi seppellirono 285 militari, tra cui molti piloti o personale di terra, non lontano dalle antiche tombe degli ebrei e dalle contemporanee sepolture di 33 aviatori alleati caduti durante le missioni aeree [53].
Avendo a disposizione una corposa documentazione, tramite lo studio di Versolato siamo in grado di individuare anche quali equipaggi effettuarono i singoli bombardamenti, che possono così essere suddivisi tra attacchi americani, inglesi o attuati da altre forze alleate come quelle brasiliane. Tra l’altro è possibile venire a conoscenza anche delle precedenti e successive missioni compiute dai singoli gruppi, sia con riferimento alle operazioni in Sicilia e nel sud Italia sia al collegamento tra le azioni su Vicenza e quelle su altre città del Veneto e del nord Italia. Sappiamo così che la Raf agì con incursioni notturne il 26 marzo e il 2 aprile 1944 nell’ambito dell’operation Strangle, in atto proprio dal marzo 1944, che intendeva ridurre al massimo il flusso di rifornimenti a disposizione dei nazifascisti nel centro Italia e a Roma. Nell’operazione furono coinvolti la 12^ e la 15^ Air force degli Stati Uniti, con la prima impegnata in particolar modo nell’Italia centrale e la seconda nel nord. Il contesto spiega i pesanti bombardamenti su Mestre, Padova, Verona, Treviso e Vicenza e il fatto che tra il 19 marzo e il 10 aprile 1944 gli aerei dell’Usaaf colpirono tre volte Verona, 2 Mestre e una volta Treviso, mentre la Raf operò con raid notturni per 2 volte su Padova e Vicenza [54]. Nella sola giornata del 14 maggio 1944 la 15^ Air force colpì Vicenza con 141 aerei, Padova con 71, Treviso con 63, Mestre con 57 e Piove di Sacco con 33 velivoli. Nel complesso quel giorno furono sganciate 738,45 tonnellate di bombe [55]. Gli obiettivi ufficiali erano i cosiddetti M/Y (marshalling yard, ossia gli scali ferroviari di smistamento). Sulla sola Vicenza furono sganciate 1374 bombe per un totale di 343,5 tonnellate.
Nel complesso della ricostruzione cronologica di Versolato viene messa in evidenza la continua ricerca di portare a termine la distruzione degli obiettivi. Mancati o non colpiti adeguatamente nelle varie missioni, alcuni luoghi, dalla stazione ferroviaria di Vicenza ai ponti stradali e ferroviari della provincia, furono ripetutamente sotto il fuoco alleato. L’iterazione dei bombardamenti sulle stesse aree era dovuta anche al fatto che la Todt impegnava i suoi uomini per le necessarie riparazioni. È anche vero che la tecnologia dell’epoca non consentiva di colpire con precisione gli obiettivi e questo si nota sia nell’organizzazione delle missioni militari che coinvolgevano decine di velivoli che sganciavano considerevoli quantità di bombe per cercare di realizzare quanto previsto dai piani, sia, appunto, nel fatto che fosse necessario ricalibrare e ripetere le operazioni. L’uso del sistema di puntamento Norden, considerato un miracolo tecnologico da tenere segreto, deluse le aspettative e non portò ai risultati sperati.
Da non sottovalutare, nel volume di Versolato, il richiamo ai quotidiani dell’epoca come «Il Popolo Vicentino». Da una parte possiamo così leggere, seppur con le dovute precauzioni considerando il controllo operato sulla stampa, le descrizioni relative ai singoli bombardamenti e ai loro effetti, dall’altro quegli stessi articoli rappresentano uno specchio della propaganda anti-alleata: gli attacchi sono definiti “terroristici” e “barbari”, gli alleati apostrofati come “banditi dell’aria”, “criminali dell’aria” e vengono indicati anche come liberatori, ma tra virgolette, i soccorsi sono sempre “pronti” e “alacri”, i contrattacchi germanici (ma non italiani) “efficaci” e “di successo”, gli abbattimenti di aerei alleati numerosi. Eppure il “selvaggio attacco”, la “furia distruttrice”, il “bieco furore”, “l’estrema violenza”, il bombardamento condotto “senza alcuna discriminazione e vigliaccamente terroristico” erano pur sempre collegati alle “centinaia di bombe dirompenti sganciate in parecchi quartieri della città”, alle distruzioni, alle difficoltà militari e alle perdite subite [56].
Da parte alleata l’azione persuasivo – propagandistica passava attraverso le stesse operazioni aeree e il lancio di migliaia di nickels, come avvenne con i 7000 volantini distribuiti contestualmente all’attacco del 2 aprile 1944 [57], con i 30.000 volantini intitolati Italia combatte lanciati in occasione dei bombardamenti del 18 novembre 1944 [58] e i 390.000 del 18 marzo 1945 [59].
In conclusione va sottolineato che uno studio relativo ai bombardamenti non può prescindere da considerazioni e approfondimenti sia su questioni più generali sia su aspetti specifici del territorio. Ne elenchiamo alcuni:
– le fasi della guerra in Italia, i piani militari degli Alleati e l’effetto dei bombardamenti non solo sul piano della distruzione delle postazioni e delle infrastrutture nazifasciste, ma anche su quello persuasivo nei confronti della popolazione;
– il legame tra la possibilità di bombardare il Nord dell’Italia e il consolidamento delle posizioni nel centro-sud, a partire dalla disponibilità di aeroporti militari in Puglia (in particolare nelle province di Brindisi, Lecce e Foggia);
– l’organizzazione interna alle forze alleate e la collaborazione tra l’aviazione americana, quella inglese ed altre, come quella brasiliana, che operarono sui cieli della provincia di Vicenza;
– il nesso tra gli obiettivi locali e quelli regionali o sovra regionali;
– le strategie di difesa dell’aviazione della Repubblica sociale italiana e della Germania;
– i combattimenti aerei;
– i contatti con i partigiani e con le missioni militari alleate che fornivano indicazioni sui luoghi sensibili da colpire;
– il rapporto tra i militari alleati e la resistenza locale, anche in termini di protezione dei piloti in pericolo;
– il legame tra i combattimenti aerei, l’abbattimento di velivoli, l’arresto di piloti e la loro deportazione nei campi di concentramento tedeschi;
– la relazione tra i bombardamenti e l’opera della Todt che ricorreva agli operai italiani per ripristinare strade, ponti, linee ferroviarie.
Infine, molto si può ricavare da un profondo studio dei fondi archivistici. Se sul piano fotografico e video i materiali sono consistenti [60], restano da studiare i documenti dell’Archivio di Stato di Vicenza e dell’Archivio Centrale dello Stato di Roma, oltre a rivedere o approfondire le ricerche presso gli archivi militari italiani ed esteri.
Nel caso dell’Archivio vicentino, è presente il fondo Intendenza di finanza di Vicenza. Danni di guerra (versato nel 1998 dall’Intendenza di finanza). Gli estremi cronologici vanno dal 1940 al 1971. Il fondo consta di 404 buste, 29 registri, 211 foto, 619 disegni lucidi estratti di mappa, 1 cartolina, 2 timbri a secco e 1 sigillo. È suddiviso in tre serie, corrispondenti alle diverse tipologie di danno: danni di guerra; requisizioni e danni per atti non di combattimento degli alleati; debiti contratti dalle formazioni partigiane. Per quel che concerne i documenti che possono essere interessanti per la presente ricerca, sarebbe necessario consultare i numerosissimi fascicoli intestati alle persone e alle ditte danneggiate, con i relativi elaborati grafici e altra documentazione tecnica presentata a supporto delle richieste di risarcimento. Questo lavoro potrebbe portare a identificare una corrispondenza precisa tra i bombardamenti e i danni reali subiti. Trattandosi però di fascicoli che si riferiscono ai privati, la ricerca dovrebbe continuare nell’Archivio storico del Comune di Vicenza per i danni al patrimonio pubblico. Si potrebbero, inoltre, consultare in maniera più approfondita i quotidiani dell’epoca e le cronistorie parrocchiali [61].
In un secondo momento si potrebbe dedicare attenzione alle memorie degli eventi in chi li ha vissuti (esplorando pubblicazioni, diari, interviste e prodotti letterari) e a come quegli eventi sono stati percepiti nel tempo, in particolar modo attraverso l’analisi delle cerimonie commemorative, delle targhe, dei cippi e dei monumenti dedicati ai caduti.
Elenco sintetico e schematico dei bombardamenti effettuati nella provincia di Vicenza.
- 7 marzo 1944: ponte ferroviario di Montebello Vicentino
- 29 marzo 1944: battaglia area legata all’operazione su Bolzano Vicentino. Ci sono piloti caduti e deportati nello Stalag Luft 1 di Barth.
- 5 luglio 1944: attacco alla periferia di Vicenza (9 feriti secondo la stampa locale).
- 10 settembre 1944: mitragliamento sul centro di Vicenza e sulla periferia (tre feriti) secondo la cronaca locale.
- 30 settembre 1944: attacchi sull’area di Villaganzerla e sulla strada statale tra Tavernelle e Montebello Vicentino (1 ferito).
- 12 ottobre 1944: mitragliamento a Vicenza.
- 15 ottobre 1944: ponte ferroviario di Montebello Vicentino come obiettivo secondario rispetto ad un ponte ferroviario a sud di Padova; il meteo era avverso e puntarono su Mantova e Montebello, ma trovarono ancora problemi meteo. Un altro gruppo decollato da Bastia (Corsica) per bombardare Piazzola sul Brenta rinunciò per il maltempo e allora viró su Montebello e sul ponte.
- 20 ottobre 1944: Montebello Vicentino, con scarso successo.
- 21 ottobre 1944: Montebello Vicentino, ma il meteo era avverso. Mitragliamento alla periferia di Vicenza e su un treno della Vicenza-Schio. Alcuni feriti.
- 23 ottobre 1944: azione su Vicenza in viale della Pace, sulle frazioni Stanga e Settecá, a Lerino di Torri di Quartesolo. 1 morto e 3 feriti secondo la stampa locale. Mitragliamento in viale Verona. 2 feriti. Mitragliamenti a Montebello, Montecchio Maggiore e sulla strada fra Olmo di Creazzo e Tavernelle. Attacco ad un treno vicino alla stazione di Ponte di Castegnero.
Attacco ad un convoglio nella stazione di Lerino. - 31 ottobre 1944: ponte ferroviario di Montebello Vicentino.
- 1° novembre 1944: mitragliamento alla periferia di Vicenza. Un morto.
- 4 novembre 1944: Montebello Vicentino, ma il ponte non venne ancora colpito. Alcuni feriti.
- 5 novembre 1944: inizio di una lunga serie di bombardamenti sui ponti ferroviari e stradale di Cismon del Grappa. Valore strategico sulla linea Bassano-Trento utilizzata dai tedeschi per raggiungere il Brennero e per avere i rifornimenti. Operai della Todt utilizzati per riparare i danni. Furono colpite anche le baracche dove vivevano gli operai della Todt: 51 morti e un centinaio di feriti. Lapide inaugurata il 12.11.2000. Attaccato anche un ponte stradale fra Schio e Valli del Pasubio. Cronaca locale: mitragliamenti a Lonigo con 1 ferito; caccia caduto vicino a Sarego e pilota morto.
- 6 novembre 1944: Cismon del Grappa.
- 7 novembre 1944: ponte ferroviario di Cismon del Grappa. Attacco al ponte ferroviario di Montebello Vicentino.
- 8 novembre 1944: linea ferroviaria fra Ponte di Mossano e Ponte di Barbarano.
- 11 novembre 1944: ponte ferroviario di Cismon del Grappa e di Montebello.
- 13 novembre 1944: ponte ferroviario di Cismon, attacco dirottato sul Brenta a nord di Padova per il maltempo.
- 16 novembre 1944: Cismon del Grappa.
- 22 novembre 1944: bombe sulla linea Vicenza-Treviso tra Vicenza e Lisiera di Bolzano Vicentino. Bombe contro il ponte stradale di Passo di Riva. Mitragliamento di un treno a Vicenza e a Lerino di Torri di Quartesolo.
- 26 novembre 1944: attacco alla linea ferroviaria a Vicenza nei pressi di Borgo Casale. Mitragliamento e bombardamento a Zanè, Piovene Rocchette e Altavilla Vicentina.
- 1° dicembre 1944: treno mitragliato a Barbarano Vicentino.
- 2 dicembre 1944: ponte ferroviario di Cismon del Grappa. Mitragliamento a Vicenza, ad Altavilla Vicentina, a Valdagno[62], a Castelgomberto, a Grumolo delle Abbadesse e a Brogliano.
- 6 dicembre 1944: attacco ad un treno fra Vicenza e Longare.
- 9 dicembre 1944: attacco sulla contraerea ad Anconetta di Vicenza.
- 10 dicembre 1944: mitragliamento di locomotive nella stazione di Lerino di Torri di Quartesolo. Il pilota McAllister viene salvato dai partigiani della brigata Stella e poi ucciso dai tedeschi. Berry, Hunt e Newhouse furono salvati dai partigiani.
- 11 dicembre 1944: stazione di Montebello Vicentino, attacco ad una locomotiva. Mitragliamento fra Tavernelle e Vicenza.
- 19 dicembre 1944: ponte di Mossano, mitragliamento di un convoglio (cronaca locale).
- 22 dicembre 1944: mitragliamento fra Vicenza e Tavernelle con 1 morto e fra Tavernelle e Montecchio Maggiore e a Dueville. Attacco ad un treno che portava operai della Todt sull’Altopiano di Asiago con mitragliamento in località Campiello (4 morti e diversi feriti).
- 24 dicembre 1944: aeroporto di Thiene.
- 25 dicembre 1944: attacco a 4 locomotive e 40 carri merci vicino a Montebello Vicentino. Attacco alla stazione ferroviaria di Grisignano di Zocco. Incidente e atterraggio di emergenza di Ballard nascosto poi dalla partigiana Rosina De Marzi a Montegalda. Da lei erano nascosti altri piloti o soldati come Frederick J. Moschberger (atterraggio di fortuna del 22 novembre 1944 vicino a Ponte di Barbarano). In seguito furono arrestati insieme a Rosina dopo una delazione di un altro alleato arrestato dai fascisti. Deportati in Germania.
- 26 dicembre 1944: attacco al ponte ferroviario di Montebello Vicentino.
- 27 dicembre 1944: attacco a carri merce nella stazione di Barbarano Vicentino.
- 29 dicembre 1944: parroco di Cismon del Grappa indica bombardamenti in zona sui ponti.
- 31 dicembre 1944: Cismon del Grappa, ancora in base alle cronache del parroco.
- 1° gennaio 1945: aeroporto di Thiene. Mitragliamento della linea Grisignano-Legnago colpendo la stazione di Organo-Pilastro, la stazione e i carri a Grisignano e a Villaganzerla.
- 2 gennaio 1945: ancora cronistoria parrocchiale su Cismon del Grappa (stabilimento Lancia).
- 4 gennaio 1945: ponte stradale tra Malo e Marano. Altro attacco su Cismon (secondo don Francesco).
- 9 gennaio 1945: mitragliamenti e bombardamenti nella zona di Tavernelle, Montebello e Lonigo. Stampa locale: azione su Pozzoleone; a Friola attacco al ponte stradale con 4 morti e 2 feriti.
- 10 gennaio 1945: linee ferroviarie Cittadella-Bassano e Castelfranco-Bassano nei pressi di Bassano. Danni in contrada Motton con 8 morti e 7 feriti. Linee Vicenza-Treviso e Vicenza-Padova nella periferia di Vicenza (viale della Pace e Settecá) con 1 ferito.
- 11 gennaio 1945: ponte di Lisiera di Bolzano Vicentino. Ancora ponte ferroviario di Cismon.
- 12 gennaio 1945: Cismon. Azioni su Montebello e su Lisiera di Bolzano Vicentino.
- 15 gennaio 1945: Cismon. Azione fra Montebello, Tavernelle e Vicenza sulla linea Verona-Vicenza.
- 16 gennaio 1945: azione sulla Vicenza-Thiene-Rocchette-Arsiero. Attacco al ponte stradale di Bassano e a 60 vagoni ferroviari nella stazione. Attacco alla linea ferroviaria vicino ad Altavilla con danni nelle frazioni di Tovo e Melaro.
- 17 gennaio 1945: bombe sull’acquedotto nei pressi di Campese (Bassano). Attacco a Cismon. Mitragliamenti e bombardamenti a Grisignano, Lerino di Torri e Lonigo (secondo la stampa locale).
- 18 gennaio 1945: Cismon del Grappa. Fra Montebello Vicentino e Vicenza mitragliamento di un autocarro con 1 morto e 15 feriti. Altri mitragliamenti ebbero luogo nei quartieri di Sant’Agostino e San Lazzaro a Vicenza, a Olmo di Creazzo, a Montecchio Maggiore ove si registrò 1 morto, ad Arzignano in frazione Madonnetta con 2 feriti, a Tavernelle, a Lisiera di Bolzano Vicentino, a Lerino di Torri di Quartesolo e a Quinto Vicentino.
- 20 gennaio 1945: ponte di Cismon del Grappa. Attacco su Vicenza per le linee ferroviarie Vicenza-Padova e Vicenza-Treviso. Attacchi a Lonigo, Colzè, Grisignano di Zocco.
- 22 gennaio 1945: mitragliamento e bombardamenti (stampa locale). A Vicenza fu mitragliata la zona di Anconetta e la frazione di Ospedaletto dove ci furono 4 feriti. Mitragliamenti a Lisiera di Bolzano Vicentino e a Orgiano. Importante l’azione sull’aeroporto di Thiene con combattimento e abbattimento dell’aereo USAAF del maggiore Hugh D. Dow poi deportato in Germania a Moosburg.
- 23 gennaio 1945: Rossano Veneto – attacco ad un deposito di munizioni. A Rosà attacco registrato dalla stampa locale con morti e feriti.
- 27 gennaio 1945: nuovo attacco su Cismon del Grappa.
- 28 gennaio 1945: mitragliamenti a Ponte di Mossano e Grisignano di Zocco (cronaca locale).
- 29 gennaio 1945: a Marola di Torri di Quartesolo cadde un bombardiere “Pippo” durante un’azione di pattugliamento notturno. I due piloti morirono. Nuovo attacco a Cismon del Grappa. Mitragliamento bombardamento a Lisiera di Bolzano e a Villaganzerla (stampa locale).
- 30 gennaio 1945: Cismon del Grappa e ponte ferroviario di Lisiera di Bolzano Vicentino.
- 31 gennaio 1945: attacco su un deposito di carburante fra Cornedo e Brogliano. Mitragliamento su Vicenza (frazione Settecà), Torri di Quartesolo, Lisiera di Bolzano Vicentino.
- 4 febbraio 1945: linea ferroviaria a Pove del Grappa. Tre feriti per la stampa locale. Combattimenti aerei.
- 5 febbraio 1945: aereo USAAF abbattuto nei pressi di Castelgomberto e caduto nei pressi di Trissino.
- 6 febbraio 1945: combattimenti aerei.
- 7 febbraio 1945: ponte ferroviario di Lisiera di Bolzano Vicentino. Ponte stradale di Bassano del Grappa. Bombe su Valdagno.
- 8 febbraio 1945: ponte stradale di Bassano del Grappa; ponte ferroviario di Cismon del Grappa. Per la stampa locale diversi attacchi a Lonigo, fra Orgiano e Alonte, a Malo (frazioni di Pontaroli e Maddalene con 1 morto e 3 feriti), a Meledo di Sargo, lungo la linea ferroviaria fra Vicenza, Tavernelle e Altavilla, ad Arzignano (con 1 ferito).
- 9 febbraio 1945: per la stampa locale ci furono azioni su Vicenza e Arcugnano.
- 10 febbraio 1945: attacco sul ponte stradale di Bassano del Grappa. Per la stampa locale ci furono incursioni a Lisiera di Bolzano Vicentino, Lerino di Torri di Quartesolo, Grisignano di Zocco e Arsiero.
- 11 febbraio 1945: attacco su Bassano del Grappa, ad una polveriera nell’area sud di Sarcedo, nei pressi di Sossano lungo la linea ferroviaria, sulla linea fra Piovene Rocchette ed Arsiero.
- 12 febbraio 1945: per la stampa locale ci furono bombardamenti su Sossano e Orgiano (frazione di Pilastro con 2 feriti).
- 13 febbraio 1945: Cismon del Grappa; ponte di Bassano del Grappa; ponte ferroviario di Lisiera di Bolzano Vicentino. Attacco alla stazione ferroviaria di Vicenza.
- 14 febbraio 1945: ponte ferroviario di Lisiera di Bolzano Vicentino; stazione ferroviaria di Montebello Vicentino. Attacco sullo stabilimento Lanerossi di Schio colpito in alternativa ad un ponte ferroviario di Pordenone. Il piano cambiò a causa delle condizioni meteo. Ci furono 11 morti e circa 60 feriti.
- 15 febbraio 1945: attacco sulla stazione di Vicenza (distruzione di una locomotiva e dieci carri merci di cui uno con un carico di munizioni), sul ponte stradale di Passo di Riva. Bombardamento sulla linea ferroviaria Vicenza-Padova, fra Vicenza e le frazioni Stanga e Settecà, in alternativa all’attacco alla linea Vicenza-Treviso (con 1 morto secondo la cronaca locale).
- 17 febbraio 1945: azione sulla linea ferroviaria fra Montebello Vicentino e Montecchio Maggiore. Ci fu un morto a Colesella (secondo la cronaca locale). Attacco sulla stazione di Grisignano di Zocco.
- 19 febbraio 1945: abbattimento di un bombardiere vicino a Santa Maria di Camisano.
- 20 febbraio 1945: ponte ferroviario di Montebello Vicentino.
- 21 febbraio 1945: stazione ferroviaria di Vicenza; aereo di Walling colpito. Forse è sepolto al cimitero di Vicenza.
- 23 febbraio 1945: combattimento aereo e abbattimento di un aereo tedesco. Il pilota, Ludwig Soukup è sepolto nel cimitero militare tedesco di viale F.lli Bandiera di Vicenza. Bombardamenti sul ponte ferroviario di Cismon del Grappa. Attacco alla stazione di Carpanè. Per la stampa locale ci furono azioni a Grisignano di Zocco (con 3 morti e 1 ferito), ad Alte di Montecchio Maggiore, a Ponte di Mossano e a Colzè.
- 24 febbraio 1945: attacco ad un convoglio di 25 carri nei pressi di Lisiera. Per la stampa locale ci furono attacchi a Cornedo Vicentinio, Olmo di Creazzo, Tavernelle, Settecà, Schio, Lonigo, Lusiana (dove ci fu 1 morto), Villaverla, Valdagno, Bassano del Grappa, Grumolo delle Abbadesse.
- 26 febbraio 1945: azioni su Bassano (un morto e tre feriti).
- 27 febbraio 1945: attacco alla linea ferroviaria ad est del ponte di Lisiera di Bolzano Vicentino, fino a Cittadella. Azioni di mitragliamento e bombardamento anche a Villaganzerla, Bolzano Vicentino, quinto Vicentino, Carpanè (qui con 1 morto e 3 feriti).
- 28 febbraio 1945: attacchi su Vicenza. Bombardamenti anche su Malo con 1 morto.
- 2 marzo 1945: attacco alla stazione di Sossano. Per la stampa locale ci furono attacchi a Colzè e a Grisignano di Zocco.
- 3 marzo 1945: attacco a un deposito di munizioni nell’area di Povolaro. Secondo la cronaca locale ci fu un bombardamento a Povolaro che causò 1 morto e 2 feriti. Azioni segnalate a Cavazzale (con alcuni feriti) e a Lonigo (con 4 feriti).
- 4 marzo 1945: mitragliamenti su un camion e un edificio a Lonigo e su un convoglio di 25 carri nella stazione di Schio. Secondo la stampa locale ci fu un’azione anche a Valdagno, oltre ad un’incursione a Cavazzale.
- 6 marzo 1945: attacco a Cismon del Grappa e sulla stazione ferroviaria di Thiene.
- 7 marzo 1945: attacco a Cismon del Grappa e alla stazione di Thiene.
- 8 marzo 1945: ponti di Montebello Vicentino con danni al centro del viadotto e in altri punti.
- 9 marzo 1945: attacco al ponte ferroviario di Montebello Vicentino. Fu bombardato anche il ponte stradale. Bombardamenti inoltre sul ponte stradale di Bassano del Grappa (con 1 morto e 1 ferito secondo la stampa locale). Nuovo attacco a Cismon del Grappa.
- 10 marzo 1945: attacco a Cismon del Grappa. Bombardamento sul ponte di Montebello Vicentino.
- 11 marzo 1945: attacco alla stazione ferroviaria di Villaverla – Montecchio Precalcino; azione sul ponte stradale di Bassano del Grappa. Incursione sul ponte ferroviario di torri di Quartesolo. La stampa locale segnalò attacchi a Lerino, Grisignano di Zocco, Lisiera e Vicenza. Attacco su Cismon del Grappa.
- 12 marzo 1945: bombardamento sull’aeroporto di Thiene. Attacco al ponte di Cismon del Grappa. La stampa locale riportò attacchi a Grisignano di Zocco (con 2 feriti), Montecchio Maggiore, fra Vicenza e Tavernelle e Lisiera di Bolzano Vicentino.
- 13 marzo 1945: attacco ad un ponte tra Sandrigo e Marostica e alla linea fra Vicenza e Lisiera. Fu segnalata dalla stampa locale un’azione su Arzignano (con 1 morto e 1 ferito). Bombardamento anche su Marano Vicentino.
- 14 marzo 1945: bombardamenti su Schio (in zona Casare) secondo la cronaca locale.
- 15 marzo 1945: bombardamenti alla linea ferroviaria per Treviso, nei pressi di Vicenza. Bombardamenti a Bassano del Grappa (con 2 morti e 4 feriti) secondo la stampa. Attacco a Cismon registrato dal parroco.
- 16 marzo 1945: azione su Bassano del Grappa e azioni segnalate dalla stampa su Grisignano di Zocco e Thiene.
- 18 marzo 1945: attacchi a Montebello Vicentino e a Cismon del Grappa. Mitragliamenti nei pressi della stazione di Piovene Rocchette.
- 19 marzo 1945: attacco su Cismon del Grappa. Mitragliamenti su un deposito di munizioni a Rossano Veneto e sulla stazione di Thiene. Mitragliamento di 6 carrozze e 6 carri merci nella stazione di Schio. Bombardamenti su Lisiera di Bolzano Vicentino e Chiuppano segnalati dalla stampa locale.
- 20 marzo 1945: attacco al ponte di Montebello Vicentino e a quello di Lisiera di Bolzano Vicentino.
- 21 marzo 1945: bombardamento sul ponte ferroviario di Lisiera di Bolzano Vicentino; nell’area di Quinto Vicentino (con 7 morti) secondo la stampa locale. Incursione sulla stazione ferroviaria di Thiene, sul ponte ferroviario di Torri di Quartesolo e nuovo attacco su Montebello Vicentino.
- 22 marzo 1945: bombardamento sul ponte ferroviario di Lisiera, mitragliamento su un convoglio fra Montecchio Maggiore e Castelgomberto. Attacco al ponte ferroviario di Torri di Quartesolo.
- 23 marzo 1945: bombe sul ponte stradale di Bassano del Grappa e mitragliamento su 25 carri merci a Montecchio Maggiore. Bombardamento notturno su Grisignano di Zocco. Bombe su Camisano Vicentino (con 8 feriti). Su questo si veda La notte delle farfalle di Sergio Capovilla.
- 24 marzo 1945: mitragliamento su Valdagno (al rientro da un attacco a Fontaniva) contro lo stabilimento Marzotto, la piscina e la Gil maschile e femminile. Nuovi bombardamenti a Cismon del Grappa.
- 25 marzo 1945: mitragliamento del treno a cremagliera fra Canove di Roana e Asiago. Bombe sul ponte stradale di Lisiera e mitragliamento di circa 10 carri merci nei pressi.
- 29 marzo 1945: bombe sulla stazione ferroviaria di Thiene e sul paese di Cismon del Grappa.
- 30 marzo 1945: azioni su Lonigo e Schio secondo la stampa locale.
- 31 marzo 1945: attacco al ponte stradale di Lisiera e a quello di Montebello Vicentino.
- 1° aprile 1945: bombe sul ponte ferroviario di Cismon del Grappa, su Montebello e sull’aeroporto di Thiene.
- 2 aprile 1945: bombe su Cismon del Grappa e sul ponte di Lisiera. Mitragliamento di 8 carri merci nella stazione di Schio.
- 5 aprile 1945: secondo la stampa locale ci furono azioni su Montecchio Maggiore (con 1 morto e 1 ferito), Bassano del Grappa (con 1 morto), Sarmego (con 1 ferito), Lonigo (con 1 morto) e Arzignano (con 1 ferito).
- 6 aprile 1945: azione sugli stabilimenti Marzotto a Valdagno.
- 8 aprile 1945: attacco sui ponti ferroviari di Cismon e di Lisiera.
- 9 aprile 1945: attacco alla periferia est di Vicenza su un convoglio ferroviario.
- 10 aprile 1945: bombe su Montebello Vicentino e sul complesso industriale Marzotto a Valdagno.
- 11 aprile 1945: attacco su Valdagno con il mitragliamento sullo stabilimento di Maglio. Bombe su Montebello Vicentino e su Cismon del Grappa.
- 12 aprile 1945: bombe sul ponte ferroviario di Montebello Vicentino. Mitragliamento sull’aeroporto di Thiene.
- 13 aprile 1945: nuovo attacco al ponte ferroviario di Montebello.
- 17 aprile 1945: attacco alla linea ferroviaria a Vicenza.
- 18 aprile 1945: secondo la stampa locale ci furono bombardamenti vicino a Lonigo con 6 morti e 14 feriti. Attacco anche su Bassano del Grappa.
- 20 aprile 1945: bombardamento sul Quartier generale dell’Esercito tedesco a Recoaro Terme (Stato maggiore del comando superiore sud ovest e gruppo d’Armata C). Furono colpiti l’albergo Dolomiti (sede delle cucine di truppa e dell’alloggio per gli ospiti), lo stabilimento termale (infermeria e circolo ufficiali), l’albergo Leila (sede dell’alto comando), l’ufficio postale (posto di guardia), l’albergo Giorgetti (gendarmeria e amministrazione). Come viene riportato in un articolo di Dal Lago e Trivelli[63], “(i documenti indicarono “un minimo di 3 morti e un massimo di 50/60. Quelli accertati furono 11)”. Ci furono anche vittime civili come i “17 operai italiani sepolti all’interno di una galleria che stavano scavando vicino al bunker del Comando tedesco. Morirono anche altri 3 civili. Complessivamente le vittime accertate furono 31”. Due giorni dopo, il 22 aprile, le autorità tedesche del gruppo d’Armata C decisero di arrendersi. Passarono poi 7 giorni perché la resa ufficiale fosse firmata a Caserta. La stampa locale registrò un attacco a Magrè con 4 morti e 6 feriti.
- 21 aprile 1945: bombardamento dell’aeroporto di Thiene.
- 22 aprile 1945: mitragliamento nella periferia di Vicenza e bombardamento a Villaverla (con 1 ferito).
- 23 aprile 1945: bombardamento nell’area di Bassano del Grappa per colpire i ponti stradali di Bassano est e di Bassano ovest (Nove). Bombe su Arsiero. Azioni, secondo la stampa locale, anche su Schiavon, Brendola, Noventa Vicentina (in zona Capitello con 2 morti e 3 feriti), Motta di Costabissara (4 morti e 7 feriti).
- 24 aprile 1945: ponti sul fiume Brenta ed in particolare, nel Vicentino, quelli di Bassano del Grappa e di Friola e, per errore, su una passerella a nord del ponte di Sarcedo sul fiume Astico. Furono colpiti quindi il ponte della Vittoria e insieme il ponte degli Alpini a Bassano. Bombe anche sulla stazione di Altavilla Vicentina, su un ponte stradale a Sossano e, secondo la stampa locale, su Torri di Quartesolo, Vo’ di Brendola, Ponte delle Fontanelle a Lonigo, Tavernelle-Vicenza, fra Breganze e Salcedo, alla Madonnetta di Chiampo.
- 26 aprile 1945: attacco al ponte ferroviario di Montebello Vicentino e mitragliamenti lungo la strada di Longare.
- 27 aprile 1945: mitragliamento sulle colonne nemiche in ritirata sulla strada fra Montebello e Albettone, sulla strada della Riviera Berica, sulla statale 11 presso Tavernelle. Bombe sull’area tra la zona Anconetta di Vicenza e Ospedaletto e anche su Lonigo.
- 28 aprile 1945: attacco su una colonna nemica a sud-ovest di Bassano; bombe sulla stazione di Bassano e su autocarri fra Sandrigo e Schiavon. Mitragliamento di una colonna nemica presso Piovene Rocchette e presso Breganze. Attacco sull’aeroporto di Thiene.
- 29 aprile 1945: attacco su una colonna nemica nei pressi di Bassano del Grappa, su un’altra poco a nord di Friola. Mitragliamenti tra Campese e Pove del Grappa, nei pressi di Rossano Veneto. Attacco fra Valstagna e Cismon del Grappa.
NOTE
[1] Dopo il pioneristico lavoro di Giorgio Bonacina, Obiettivo Italia. I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945, Mursia, Milano 1970 (2005), sono usciti negli ultimi vent’anni i libri di Marco Gioannini, Giulio Massobrio, Bombardate l’Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945, Rizzoli, Milano 2007 a cui ha fatto seguito Id., L’Italia bombardata. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945, Mondadori, Milano 2021; Claudia Baldoli, I bombardamenti sull’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. Strategia anglo-americana e propaganda rivolta alla popolazione civile, Deportate, esuli, profughe. Rivista telematica di studi sulla memoria femminile, n. 13-14 / 2010, pp. 34-49; Id., L’Italia e le sue Regioni (2015), La memoria dei bombardamenti nelle regioni del Nord Italia in https://www.treccani.it/enciclopedia/la-memoria-dei-bombardamenti-nelle-regioni-del-nord-italia_(L’Italia-e-le-sue-Regioni)/; Nicola Labanca (a cura di), I bombardamenti aerei sull’Italia, Il Mulino, Bologna 2012; Costantino Di Sante, Area bombing. I bombardamenti anglo-americani sull’Italia durante la Seconda guerra mondiale, ISRPt, Pistoia 2022. Si segnala, inoltre, il volume auto-pubblicato di Enrico Canini, I bombardamenti alleati in Italia 1943-1945. Cronologia di una guerra aerea, Ebs Print, Lesmo (MB) 2023.
[2] Si veda Walter Stefani, Vicenza 1940-1945. Il martirio di una città, Agorà Factory, Dueville 2012. Si tratta della seconda edizione riveduta e ampliata di un libro che a sua volta era stato estratto da Vicenza e i suoi caduti 1848-1945, edito dal Comune di Vicenza nel 1988. Inoltre, alcuni dei testi di Stefani erano stati pubblicati su «Il giornale di Vicenza» tra il 1983 e il 1985. Articoli di giornale sono conservati anche nell’Archivio dell’Istrevi, nel fondo Resistenza a Vicenza (1945-2005), fasc. 3 “Vicenza: i bombardamenti” (1994-2005). L’altra pubblicazione di riferimento è quella di Giuseppe Versolato, Bombardamenti aerei degli alleati nel vicentino 1943-1945, Rossato, Valdagno 2001. Dati possono essere ricavati dalla pubblicazione La 2a Guerra mondiale nella memoria dei vicentini. Ricerca dei corsisti delle Università adulti/anziani del Vicentino, supplemento al n. 2 di «Ua giornale» agosto 2017 (https://www.univia.it/it/wp-content/uploads/2017/10/supplemento-La-seconda-guerra-mondiale_2017.pdf). Da evidenziare il lavoro sviluppato dal professor Aldino Bondesan, del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità, con il Sistema informativo geografico in grado di mappare il rischio di ritrovamento di ordigni bellici inesplosi (progetto VRB – Valutazione di Rischio Bellico). Qui il video informativo del 27 giugno 2022: https://www.youtube.com/watch?v=G4zTmJzS7N0&ab_channel=ArchaeoReporter.
[3] Si vedano, tra gli altri, Virgilio Scapin, Il Chierico provvisorio, Longanesi, Milano 1983; Id., di Una maschia gioventù, Neri Pozza, Vicenza 1998; Sergio Capovilla, La notte delle farfalle. Racconti e testimonianze, Papergraf, Piazzola sul Brenta 1998.
[4] Mauro Passarin, Giovanni Maria Sandrini (a cura di), Obiettivo Vicenza. I bombardamenti aerei sulla città 1943-1945, Publigrafica, Altavilla 1995. Testi di Mauro Passarin.
[5] Le informazioni e la citazione sono tratte dalla presentazione scritta dallo stesso Stefani alla fine del libro Vicenza 1940-1945, cit., p. 128. Si veda anche Antonio Di Lorenzo, Addio a Walter Stefani, cantore di Vicenza in «Il Giornale di Vicenza», 19 gennaio 2018, p. 27.
[6] Ivi, pp. 7-24.
[7] Ivi, pp. 6, 9 e 14.
[8] Alla fine del libro, a p. 126, sono presenti le referenze fotografiche ma senza la corrispondenza precisa tra ciascuna immagine e la relativa fonte.
[9] Dati parziali sono presenti sulla pagina Wikipedia dedicata ai bombardamenti su Vicenza dove ne sono elencati dodici (https://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamenti_di_Vicenza#:~:text=dei%20principali%20bombardamenti-,25%20dicembre%201943,e%20provocando%2031%20vittime%20civili) e su altri siti. Uno di questi (https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/indiceVicenza.html), gestito da Bruno Dotto e creato in modo artigianale, contiene informazioni dettagliate e fotografie inerenti a nove bombardamenti. Si tratta di materiali utili ai fini della ricerca, anche se non sono riportate le fonti. Un altro sito, curato dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, ed in particolare da Giovanni Lafirenze (https://biografiadiunabomba.anvcg.it/seconda-guerra-mondiale/) propone un elenco di tutti i bombardamenti avvenuti in Italia (con 41 occorrenze per Vicenza tra il 25 dicembre 1943 e il 18 marzo 1945) e una pagina dedicata appositamente alla provincia di Vicenza (https://biografiadiunabomba.anvcg.it/bombardamenti-aerei-su-vicenza/), con 44 riferimenti alla città (tra il 25.12.1943 e il 27.04.1945; i bombardamenti del 4 gennaio, del 1° e del 27 aprile 1945 non compaiono nella pagina generale). La dicitura utilizzata è “incursione” cosa che non chiarisce se il riferimento è non solo ai bombardamenti, ma anche a mitragliamenti o altre operazioni. Fatto sta che il numero è più alto di quello presente nei libri di Stefani e Versolato.
[10] Consultando il testo di Gioannini e Massobrio, Bombardate l’Italia, cit., è possibile ricavare le informazioni di base relativa ai bombardamenti su Vicenza (data, obiettivi, tipo di forze alleate in azione, danni e vittime).
[11] Stefani, Vicenza 1940-1945, cit., p. 124. Si riportano altresì le ore passate nei rifugi (1165), il numero dei civili caduti per rappresaglia (92) e quelli per altri fatti bellici (47), oltre all’indicazione di migliaia di feriti sia in città sia in provincia. In un post del giornalista Antonio di Lorenzo pubblicato sulla pagina Facebook della Rete Biblioteche Vicentine (www.facebook.com/retebibliotechevicentine/photos/a.425334524220000/3515681888518566/?type=3), si dice che complessivamente, in tutta la provincia, i morti a causa delle bombe alleate furono 1.050 mentre i feriti furono 1.758.
[12] Nel libro di Stefani sono presenti foto relative al bombardamento del 25.12.1943 alle pp. 27, 29-31.
[13] Su https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/25-dic-43.html sono presenti i nomi di 28 vittime.
[14] Per entrambi i bombardamenti i dati sono desunti da Gioannini, Massobrio, Bombardate l’Italia, cit. Ventidue sono i nomi delle vittime riportate su https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/28-dic-43.html.
[15] La pagina https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/26-mar-44.html riporta il nome di 8 vittime civili, oltre a fotografie di zone colpite.
[16] Versolato, Bombardamenti aerei, p. 101.
[17] Nel libro di Stefani sono presenti foto che mostrano gli effetti del bombardamento alle pp. 33-34, 37, 43, 45.
[18] Tre nomi di vittime sono riportati su https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/2-apr-44.html.
[19] Versolato, Bombardamenti aerei, cit. p. 108.
[20] Ivi. p. 122.
[21] Il numero totale delle vittime è presente in Baldoli, I bombardamenti sull’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, cit., p. 47 ed è confermato da Versolato a p. 136. I nomi delle vittime presenti su https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/14-mag-44.html sono 39.
[22] Stefani riporta le foto del bombardamento alle pp. 46-55.
[23] Versolato, Bombardamenti aerei, cit., pp. 120-127. L’autore cita un filmato dal titolo “Il bombardamento di Vicenza” acquisito presso i National Archives di Washington. Ivi, p. 127.
[24] Ivi, p. 136.
[25] Ivi, p. 159-163.
[26] Ivi, p. 164.
[27] Stefani, Vicenza 1940-1945, cit., p. 63.
[28] Baldoli, I bombardamenti sull’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, cit., p. 47; Verolsato, Bombardamenti aerei, cit., p. 183.
[29] Cfr. l’articolo presente su https://ladomenicadivicenza.gruppovideomedia.it/a_ITA_4689_1.html che arriva a contare almeno 500 morti. La pagina https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/18-nov-44.html riporta i nomi di 209 vittime civili.
[30] Versolato, Bombardamenti aerei, cit.,p. 183.
[31] Ivi, p. 178.
[32] Si veda la foto presente a p. 93 del libro di Stefani.
[33] Versolato, Bombardamenti aerei, cit., pp. 184-185.
[34] Ivi, pp. 185 e 187.
[35] Ivi, p. 190.
[36] La pagina https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/28-feb-45.html riporta 21 nominativi. Sul libro di Stefani è possibile vedere fotografie alle pp. 88, 92, 94. Versolato, a p. 190 del suo libro, parla di 16 vittime e numerosi feriti.
[37] Ivi, p. 190.
[38] Versolato cita gli attacchi notturni sugli impianti e gli scali ferroviari portati dalla Raf su Verona (2-3, 9-10 e 11-12 marzo 1945), Marghera e Pola (3-4 marzo 1945), Casarsa (4-5 marzo 1945), Udine (7-8 marzo 1945), Padova (11-12 marzo 1945), Treviso (13-14 marzo 1945), Monfalcone (16 marzo 1945). Ivi, p. 191.
[39] Ivi, p. 194 e 197.
[40] Ivi, p. 191.
[41] Ivi, p. 199. Quattro le vittime citate su http://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/18-mar-45.html. Stefani ha pubblicato le foto relative al bombardamento del 18 marzo 1945 alle pp. 96-97, 99, 102-110.
[42] Versolato, Bombardamenti aerei, cit., p. 201.
[43] I nomi delle vittime sono riportati su https://ilterzonano.altervista.org/ilterzonano/Guerre/XX_secolo/2GM/rif/26-apr-45.html sono 33, con riferimento alla data del 26 aprile 1945. I bombardamenti sono citati su Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamenti_di_Vicenza#26_e_28_aprile_1945).
[44] Stefani, Vicenza 1940-1945, cit., pp. 111-123.
[45] In diversi casi Versolato riporta il nome dei piloto caduti, di quelli salvati dalla popolazione locale e dai partigiani e di coloro che furono deportati in Germania.
[46] Cfr. Giuseppe Versolato, I ponti di Cismon Del Grappa. Operazione «Blockade». I Bombardamenti Alleati da novembre 1944 a aprile 1945, Aviani & Aviani editori, Udine 2014.
[47] Versolato, Bombardamenti aerei, cit., p. 42.
[48] Ivi, p. 114.
[49] Ivi, p. 53.
[50] Ivi, pp. 239-243. Cfr. Maurizio Dal Lago, Giuseppe Versolato, Il caso McAllister, Comune di Recoaro, 2001,
[51] Ivi, p. 246.
[52] Ivi, pp. 254-257.
[53] Ivi, p. 86-87.
[54] Ivi, p. 91.
[55] Ivi, p. 109.
[56] Ivi, pp. 100-101, 108, 118, 178, 198.
[57] Ivi, p. 105.
[58] Ivi, p. 183.
[59] Ivi, p. 194.
[60] Oltre al citato libro di Passarin e Sandrini, si pensi al materiale presente sul sito dell’Istituto Luce: https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/search/result.html?query=bombardamenti+vicenza&jsonVal=&activeFilter=luoghi.
[61] Versolato usa ampiamente quella della parrocchia di Cismon del Grappa.
[62] Per uno sguardo d’insieme su Valdagno si veda Giorgio Trivelli, Franco Rasia, Michael Jung, Giancarlo Zorzanello, Maurizio Dal Lago, Valdagnesi in guerra 1940-1945, Comune di Valdagno, 2005; Maurizio Dal Lago, Valdagno tedesca 1943-1945, Edizioni Mediafactory, Cornedo 2014.
[63] Si veda l’articolo di Maurizio Dal Lago e Giorgio Trivelli, Recoaro 20 aprile 1945: il bombardamento del comando supremo tedesco in Italia. Si veda anche Maurizio Dal Lago, Franco Rasia, Giorgio Trivelli, Luca Valente, Giuseppe Versolato, Bombs away! Il bombardamento alleato sul Quartier generale tedesco di Recoaro (20 aprile 1945) e la resa della Wehrmacht in Italia, Edizioni Menin, Schio 2010. Più in generale si rimanda a Elena Aga Rossi, Bradley F. Smith, Operazione Sunrise. La resa tedesca in Italia. 2 maggio 1945, Mondadori, Milano 2005.