Per insegnare la Shoah

Per insegnare la Shoah

di Milena Santerini 

(Scuola e Didattica, 15 gennaio 2010 – n. 10)

 

La Shoah rappresenta un nodo etico per le nuove generazioni, uno spartiacque della storia. A partire dalla domanda “come è stato possibile tutto questo?”, che molti, e soprattutto i giovani, si pongono sulla morte di massa, avvenuta nel cuore dell’Europa, si può intraprendere un percorso educativo su vari livelli.

1. L’esperienza soggettiva e personale, l’accostamento alle storie e alle testimonianze (dimensione della memoria).

Sono utili tutte le testimonianze dei sopravvissuti contemporanei, alcune raccolte in:

  • Voci dalla Shoah. Testimonianze per non dimenticare, La Nuova Italia, Firenze 1995;
  • E. Zuccalà. Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre tra le ultime testimoni della Shoah, Paoline, Milano 2004;
  • N. Fiano, Il coraggio di vivere, Monti, Saronno 2003;
  • D. Padoan, Come una rana d’inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz, Bompiani, Milano 2004.

Tra le testimonianze letterarie, oltre a Primo Levi, si veda anche:

  • E. Wiesel, La notte, Giuntina, Firenze 1980.

Una sintesi del modo in cui la letteratura ha affrontato il male è in:

  • M. Santerini, Il racconto dell’altro. Educazione interculturale e letteratura, Carocci, Roma 200

 

2. La contestualizzazione geo-temporale degli eventi: la storia. In generale, sulle interpretazioni è utile:

  • M.R. Marrus, L’olocausto nella storia, Il Mulino, Bologna 1994 (1989).

Sugli ebrei italiani si veda in particolare:

  • S. Zuccotti, L’olocausto in Italia, Tea storica, Milano 1995;
  • L. Picciotto Fargion, Per ignota destinazione. Gli ebrei sotto il nazismo, Mondadori, Milano

1994;

  • M. Impagliazzo (a cura di), La resistenza silenziosa. Leggi razziali e occupazione nazista nella memoria degli ebrei di Roma, Guerini e Associati, Milano 1997.

Molto utile e completo è il sito www.binario2l.org (il memoriale, a cura dell’associazione “Figli della Shoah”, della stazione Centrale di Milano, da dove sono partiti molti deportati): oltre a testimonianze, foto e storie, si trova la “Linea del tempo” con la ricostruzione cronologica della deportazione e della Shoah.

Anche sul sito www.rai.it, nella pagina sul Giorno della memoria, è possibile trovare foto, filmati, bibliografie.

 

3. L’analisi e la valutazione delle parti in gioco, dei meccanismi sociali e dei processi che hanno reso possibili gli eventi (dimensione critica).Per gli insegnanti che vogliono approfondire i meccanismi della propaganda che hanno condotto all’Olocausto, segnalo:

  • M. Ravenna, Carnefici e vittime. Le radici psicologiche della Shoah e delle atrocità sociali, II Mulino, Bologna 2004.

Un’attività didattica molto interessante è La Piramide dell’Odio”, materiale per l’attività in classe prodotto da Anti-Defamation League e Shoah Foundation Institute (http://dornsife.usc.edu/vhi/italian/piramide).

 

4. La capacità di leggere e proiettare le vicende storiche sul presente e sul futuro per attualizzarne i significati e creare un impegno per i diritti umani, la tolleranza e la pace (dimensione civico-politica).

La memoria della Shoah deve essere inquadrata anche come esempio di educazione alla cittadinanza, è cioè un modo per parlare in classe di diritti, razzismo e convivenza oggi, e non solo nel passato. Per il passaggio dalle storie dei singoli agli eventi generali il sito www annefrank.org contiene informazioni, filmati e attività da svolgere in classe che partono da ciò che i giovani vivono oggi.

È disponibile sul web un’attività didattica sul tema della Shoah e l’erosione dei diritti che comprende video-clips di testimoni, documenti dell’epoca e spiegazioni da presentare agli studenti (si trova in www.unicatt.it alla voce “Docenti”, seguendo il percorso Santerini à Didattica à Didattica della Shoah, oppure andare su http://docenti.unicatt.it/ita/milena_santerini/).

Sul senso del percorso educativo e sui progetti possibili per attuarlo a scuola si veda:

  • M. Santerini, Antisemitismo senza memoria. Insegnare la Shoah nella società multicuturale, Carocci, Roma 2005.
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