Ceroni Teresa

Teresa Ceroni

(A cura di Leonardo Consolaro)

 

 

Teresa Ceroni nacque il 16 giugno 1903 a Caltrano (Vicenza), da Francesco Ceroni e Francesca Grangaro.

Svolgeva la professione di casalinga ed era segnalata dalle autorità come aderente all’ideologia comunista. Non risulta alcuna istruzione formale nelle carte disponibili, né vi sono notizie certe sul suo luogo di residenza stabile dopo gli anni ’20.

La prima segnalazione risale a una nota del Ministero dell’Interno datata 2 settembre 1931, indirizzata alla Prefettura di Vicenza, con la quale si chiedevano informazioni su Teresa Ceroni, che a quella data non risultava ancora schedulata nel Casellario Politico Centrale (CPC).

La Prefettura rispose con rapporto del 29 novembre 1931, offrendo un primo profilo della donna: Ceroni non aveva mai manifestato attività sovversive mentre si trovava in Italia. Tuttavia, nel 1923 si trasferì in Francia, nel 1925 si spostò in Belgio a Marchenne-au-Pont e, dopo un breve rientro in patria nel 1927, tornò in Belgio nel 1929 per raggiungere il marito, Giovanni Dal Pra, anch’egli identificato come comunista pericoloso. Da lì, secondo le fonti, si sarebbe trasferita a Mosca. Nella stessa nota si richiedeva l’iscrizione di Teresa Ceroni nella rubrica di frontiera, e venivano fornite le caratteristiche fisiche per completare la schedatura.

Il 10 dicembre 1931, una comunicazione informale giunta dal Belgio riportava l’espulsione di vari cittadini italiani, tra cui proprio Ceroni Teresa. Il documento, tuttavia, non forniva dettagli sulle motivazioni o sul luogo di destinazione successivo.

Sempre nel dicembre del 1931, il Casellario Politico Centrale, in una nota datata 5 dicembre, sollecitava al Capo della Polizia la fornitura di dieci fotografie della “comunista Ceroni”. La risposta a tale richiesta si trova in una nota della Scuola Superiore di Polizia del 14 dicembre 1931, nella quale si attestava l’invio delle dieci copie fotografiche.

Un passaggio fondamentale emerge in una nota dell’8 novembre 1931 redatta dalla Prefettura di Vicenza, incentrata formalmente su Giovanni Dal Pra, ma che menziona anche la moglie, Ceroni Teresa. Vi si affermava che, insieme ai due figli, la coppia sarebbe fuggita da Zurigo il 28 settembre verso Mosca, con l’assistenza del “Soccorso Rosso”. A seguito di questo evento si richiese che Teresa Ceroni venisse posta sotto sorveglianza.

Negli anni successivi le segnalazioni si fecero meno precise. In una nota della Prefettura di Vicenza datata 14 ottobre 1938, destinata al Ministero dell’Interno per aggiornamento del servizio schedario, si comunicava che Teresa Ceroni era partita per la Russia, anche se non si conosceva il periodo esatto della partenza né l’attuale recapito.

Una nota del Ministero dell’Interno del 4 luglio 1939 chiedeva aggiornamenti circa il comportamento politico e la situazione generale della donna. Tuttavia, come emerge anche da documenti successivi, la sua scomparsa o morte era già sospettata.

Un’altra nota della Prefettura di Vicenza del 21 giugno 1939, inviata al Ministero dell’Interno per fini di aggiornamento del Casellario Politico Centrale, ne confermava l’inserimento nella rubrica di frontiera con la motivazione: “Provvedimenti di perquisizione e segnalazioni per vigilanza”.

Una nota della Prefettura di Vicenza del 18 giugno 1939 – formalmente riferita al marito Giovanni Dal Pra – forniva comunque informazioni sui due coniugi, precisando che risultavano residenti in un recapito identificato come “Dondacc Toprolze” (verosimilmente un errore o trascrizione fonetica di un luogo russo).

Nel frattempo, l’Ambasciata Italiana a Mosca, tramite telegramma n. 2751/1105 del 31 luglio 1939, comunicava che Teresa Ceroni era morta di tubercolosi “qualche tempo prima” a Jalta, notizia che comunque non veniva ufficialmente confermata con documentazione allegata.

Un’ulteriore comunicazione arriva con nota della Prefettura di Vicenza datata 24 settembre 1939, in cui la madre di Teresa, Francesca Grangaro, riferiva che la figlia era deceduta il 21 agosto 1936, pur ammettendo di non aver mai ricevuto un documento ufficiale attestante la morte. Singolare è l’annotazione a mano sul documento, sopra il nome della madre, in cui si legge: “la madre della comunista”.

 

Fonte

ACS, Ministero dell’Interno, Direzione generale pubblica sicurezza (1861-1981), Divisione affari generali e riservati. Uffici dipendenti dalla sezione prima (1894-1945), Casellario politico centrale 1894-1945, Fascicoli personali 1894-1945, b.1258, f. Ceroni Teresa.

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