Maraschin Angela
(A cura di Leonardo Consolaro)
Angela Maraschin nacque il 29 febbraio 1896 a Torrebelvicino (Vicenza), da Antonio Maraschin ed Elisa Grendene.
Operaia presso una filatura, fu schedulata come sospetta comunista nel Casellario Politico Centrale, principalmente per i suoi legami familiari con elementi considerati sovversivi e per l’orientamento ideologico manifestato negli anni successivi alla Prima guerra mondiale.
Secondo quanto riportato in una nota della Prefettura di Vicenza del 13 dicembre 1932, Angela Maraschin era cognata del comunista schedato Marchioro Isidoro, considerato pericoloso dal regime. Dopo la guerra, la donna aveva espresso simpatia per idee social-comuniste, senza tuttavia impegnarsi in attività politica attiva o propaganda. Dopo l’ascesa del fascismo, ostentò disinteresse per la politica, mantenendo un comportamento prudente. La Prefettura sottolineava che non vi erano elementi per ritenere che avesse abbandonato le sue convinzioni, pur non rappresentando un elemento politicamente pericoloso. La sua condotta morale era definita regolare e non risultavano pregiudizi penali. In allegato alla nota fu fornita una fotografia e una descrizione fisica dettagliata.
La sorveglianza nei suoi confronti si intensificò a partire dal 1932, quando una lista dello stabilimento penale datata 25 luglio indicava che Angela Maraschin intratteneva corrispondenza con Marchioro Isidoro, confermando il legame familiare e la vicinanza ideologica.
Con una nota del 10 novembre 1932, il Ministero dell’Interno chiese alla Prefettura aggiornamenti e informazioni più dettagliate sulla donna, constatando l’assenza di notizie aggiornate nel Casellario.
Nel corso degli anni successivi, il regime mantenne attiva una vigilanza sulla sua figura. In una nota della Prefettura di Vicenza del 17 settembre 1939, si riferiva che dal 1932 non si erano avute novità rilevanti sulla sua condotta politica, ma che la sorveglianza proseguiva regolarmente.
A seguito di un nuovo sollecito del Ministero dell’Interno del 9 gennaio 1943, che chiedeva informazioni aggiornate sulla “sovversiva” Maraschin, la Prefettura di Vicenza rispose con nota del 3 marzo 1943, nella quale si riferiva che dal 1939 la donna non aveva più svolto alcuna attività politica. Era impiegata presso il lanificio Rossi, e si confermava che su di lei veniva mantenuta un’opportuna vigilanza.
Fonte:
ACS, Ministero dell’Interno, Direzione generale pubblica sicurezza (1861-1981), Divisione affari generali e riservati. Uffici dipendenti dalla sezione prima (1894-1945), Casellario politico centrale 1894-1945, Fascicoli personali 1894-1945, b.3015, f. Angela Maraschin.