Isolati

Isolati

Partigiani

  1. AGAZZI Zefferino fu Guardinno, classe 1909. Celibe. Sottotenente. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Vicenza. Dal 9.1943 ha fatto parte della brigata Argiuna in qualità di Partigiano.
  2. BENI Giuseppe fu Leone e di Teresa Bellinato, nato a Vicenza il 16.01.1926. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Vicenza in corso Palladio, 115 / via Commenda. Dal 1°.07.1944 ha fatto parte della brigata Silva della divisione Vicenza, in qualità di Partigiano [secondo il Ricompart Patriota]. “Sabotatore, partecipò ad azioni armate per ricupero di armi, al sabotaggio del novembre 1944 ed all’insurrezione armata”.
  3. BORTOLI Velia fu Antonio e di Antonia Costa, nata ad Asiago il 17.11.1922. Nubile. Domiciliata ad Asiago in via Kaberlaba, 8. Dal 1°.01.1944 al 1°.05.1945 (16 mesi) ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse della divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiana combattente. Fu staffetta del Comando di brigata (capitano Giuseppe Dal Sasso, già comandante della brigata “Sette Comuni”). Dal luglio 1944 fornì viveri ai patrioti, curò feriti e ammalati. “Patriota seria, onesta, coraggiosa e riservatissima. Disimpegnò il servizio di staffetta ed infermiera in maniera encomiabile. Messa al muro da truppe nazi-fasciste invitandola a dire la dislocazione del Comando di Brigata dietro minaccia di morte non aprì bocca e non parlò nemmeno quando dette truppe per rappresaglia bruciarono la sua casa e quanto in essa contenuta”. In un altro documento Dal Sasso ha aggiunto: “(…) dette ospitalità ed aiuto ai partigiani di passaggio. Della qual cosa, venuti a conoscenza i Nazi-fascisti dettero fuoco la sua casa e quanto in essa si trovava. Durante il rastrellamento del Settembre 1944 in Granezza si prodigò nel portare aiuto ai feriti e di accompagnare gli sbandati attraverso aspri sentieri non guardati, in modo da non farli cadere nelle mani dei nemici”.
  4. BORTOLI Giuseppina fu Fortunato e di Bianca Guazzo, nata ad Asiago il 16.08.1925. Nubile. Domiciliata ad Asiago in via Kaberlaba. Dal 9.1943 [secondo il Ricompart dall’11.06.1944] al 1°.05.1945 ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse  – divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiana combattente. Fu staffetta. Da una dichiarazione del capitano Dal Sasso: “Iniziò collaborare come staffetta ed informatrice sin dal mese di settembre 1943. Quando si formò la Brigata ‘Sette Comuni’ lavorò sia di giorno che di notte quale staffetta, infermiera dispensiera di un magazzino clandestino. Le truppe nazi-fasciste per rappresaglia bruciavano la sua casa e quanto in essa contenuto. Patriota seria, onesta e coraggiosa in maniera encomiabile. dopo la battaglia del Bosco Nero (Granezza) curò con cure materne parecchi feriti e salvò parecchi sbandati dalla cattura, portandoli in salvo attraverso aspri sentieri non guardati”. In un’altra dichiarazione Dal Sasso ha scritto: “(…), dal Luglio 1944, quando il grosso delle Formazioni Partigiane passò dal Nord al Sud di Asiago, al comando del Capitano Dal Sasso Giuseppe; (…) si prodigò in ogni modo nell’aiutare i Partigiani nei pericolosi servizi di rifornimento ed delicato servizio di staffetta. Si dichiara inoltre che il Comando della Brigata ‘Sette Comuni’ unitamente alla Missione Freccia per tutto il mese di Ottobre 1944, ha consumato i pasti presso la casa della suddetta Sig./na, fintanto che i Nazi-fascisti venuti a conoscenza, le bruciarono completamente lo stabile con tutto l’arredamento. É noto che, severissime minacce sono state fatte alla Sig./na e alla di lei famiglia affinché parlasse circa l’organizzazione dei Partigiani; non è da trascurare il caso di essere stata messa al muro e per intimorirla sparandole tutto intorno”.
  5. CHILLÒ Giordano (“Tempesta”) di Angelo e Clorinda Tonello, nato a Breganze il 14.09.1915. Coniugato. Riformato. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Breganze – Castelletto. Dal 9.1943 ha fatto parte della brigata Stella in qualità di Partigiano. Ferito. Non è presente nel Ricompart. Il 24 novembre 1945, il segretario dell’ANPI Gino Cerchio dichiarò che “ha fatto parte nella formazione Partigiana Div. ‘A. Garemi’ Brg. Stella, dall’8 Settembre al 18.11.43, è stato tradotto alle carceri di S. Biagio, condannato a 10 anni. É stato torturato, è uscito al 16 agosto 1944, egli continuò la sua attività partigiana, fino alla sua seconda cattura (in data 25/12/44) e trasportato a Marano Vic/no e quindi a Vicenza, dove è stato fino alla liberazione. Ha lavorato attivamente in questo periodo con la Brg. ‘Argiuna’, (…)”. Gli furono consegnate 10.000£ come premio di smobilitazione concesso ai feriti.
  6. CISCO Marsilio fu Marsilio e di Caterina Dario, nato a Montebello Vicentino il 25.07.1921. Celibe. Soldato – distretto di Venezia. Domiciliato a Mestre in via Cavallotti 72 [secondo il Ricompart a Montebello Vicentino]. Dal 9.1944 [secondo il Ricompart dal 10.01.1944] al 1°.05.1945 ha fatto parte della brigata Martiri di Grancona in qualità di Partigiano [secondo il Ricompart fu Patriota]. Soldato, il commissario di brigata, Raffaele Bigotti gli riconobbe un’anzianità dal settembre 1944.
  7. COGO Italo (Baccalà) fu Vittorio  e Virginia Carli, nato a Mason Vicentino il 05.09.1923. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Mason Vicentino in via Chiesa 36. Dal 5.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.02.1944] al 1°.05.1945 ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse della divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano combattente con il ruolo di vicecomandante di battaglione dal 1°.07.1944. Da una dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso sappiamo che fu “dal 4.5.1944 al 17.9.44 in forza alla 3^ Compagnia Monte Lemerle del I° Btg. ‘A. Gnatta’ della Brigata ‘Sette Comuni’; dal 17/9/44 al 20/11/44 detenuto politico alle Carceri di S. Biagio a disposizione delle S.S. Tedesche; dal 21/11/44 al 5/1/1945 nascosto in casa propria; dal 5/1/45 al 5/3/45 nascosto in una casa di S. Giacomo di Lusiana; dal 6/3/45 al 1/4/45 seguito nuova cattura inquadrato nel reparto Alpino di Bassano; il I° aprile 1945 fuggito con altri 26 uomini ed un ufficiale e rientrato in seno alla Brigata ‘Sette Comuni’. Vero patriota. Onesto, serio, disciplinato e stimato da tutti. Ha partecipato a parecchie azioni ed alla Grande battaglia del Bosco Nero (Granezza) il 6 e 7 settembre 1944. Elogiato più volte ed encomiato.
  8. COSTA Umberto di Cristiano e Santa Mosele, nato ad Asiago il 05.10.1923. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Morar. Dal 2.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.06.1944] al 1°.05.1945 ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse della divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano combattente. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso fu “dal 15 febbraio 1944 al 17 novembre 1944 in forza alla Compagnia Comanda della Brigata ‘Sette Comuni’. Ha partecipato a più azioni fra cui alla grande battaglia del 6-7 settembre 1944 avvenuta nel bosco Nero. Patriota serio, onesto, coraggioso e di grande rendimento”.
  9. D’AIELLO Amedeo fu Mario e di Maria Rossetti, nato a Napoli l’11.11.1891. Coniugato. Colonnello. Comandante del 32° Reggimento Carrista di Verona. Distretto di Napoli. Domiciliato a San Giuseppe Vesuviano. Costituì il primo comando Militare Partigiano di Vicenza. Dal 25.09.1943 al 20.01.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.10.1943] ha fatto parte del Comando Provinciale di Vicenza in qualità di Partigiano combattente. In una lettera all’Ufficio Patrioti dell’AMG del 9 agosto 1945, D’Aiello fece domanda per il rilascio del brevetto attestante l’attività svolta. Inoltre fece presente “di non essere stato compreso in alcun ruolino presentato dalle formazioni del CLN perché il sottoscritto, iniziatore del movimento di liberazione, fin dal settembre del 1943, (…), ha dovuto in seguito fuggire da Vicenza, perché attivamente ricercato dalla polizia nazi-fascista. Dopo essersi rifugiato per alcuni mesi a Padova e a Bologna, si portò nell’aprile 1944 ad Udine, ove prese contatto con le formazioni partigiane del Friuli (Divisione Osoppo). Non poté avere incarichi specifici, in quanto attivamente sorvegliato, però si è sempre mantenuto a contatto col movimento, pronto ad intervenire al momento opportuno. Ai primi di aprile 1945, dové allontanarsi da Udine, perché incluso nelle liste di ostaggi. Rientrato in Provincia di Vicenza zona di Arsiero, ha collaborato con quel Comitato di Liberazione Nazionale e con il Comando della Brigata ‘Corpo Volontari Libertà’ operante in Val d’Astico nelle operazioni di molestia alle colonne tedesche ripieganti per detta vallata”. 
  10. DAL SASSO Angelo fu Angelo e di Giovanna Rigoni, nato ad Asiago il 19.10.1904. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Morar, 2. Dal 9.1943 [secondo il Ricompart dal 1°.08.1944] al 1°.05.1945 ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano combattente. Ha scritto il capitano Giuseppe Dal Sasso nella sua dichiarazione: “Democratico per eccellenza, si mostrò fervente propagandista particolarmente dopo l’8 Settembre 1943 portando in salvo prima decine e decine di militari italiani ed alleati, persuadendo poi i giovani richiamati alle armi dalla Repubblica Fascista a non presentarsi e sistemando i medesimi al sicuro. Procurò ai patrioti dell’Altopiano di Asiago molte armi. Portò in salvo parecchie persone ricercate compreso il Cappellano militare della Brigata ‘Sette Comuni’ Don Angelo Dal Zotto. Aiutò con vivere e altri mezzi i patrioti. Informatore e staffetta del Comando Brigata ‘Sette Comuni’. Perdette la casa ed ogni bene in seguito a rappresaglia nazi-fascista perché fratello del Fondatore e Comandante la Brigata ‘Sette Comuni’. Gli ultimi giorni partecipò attivamente a mano armata contro i fascisti e tedeschi. Patriota onesto e disinteressato animato di grande spirito patriottico. Intelligente, astuto, coraggioso. Ha disimpegnato il compito affidatogli sempre con zelo e passione”.
  11. DAL SASSO Antonio (“Toni”) di Gaspare e di Mattea Gnoli, nato ad Asiago il 06.10.1920. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in contrà Coda. Dal 9.1943 [secondo il Ricompart dal 1°.04.1944] ha fatto parte del battaglione Severino Orsato della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano combattente. Capo squadra dal 1°.06.1944. Ha scritto il capitano Giuseppe Dal Sasso nella sua dichiarazione: “Dal 10 Settembre 1943 al 17 Novembre 1944 effettivo alla Compagnia Comando della Brigata ‘Sette Comuni’. Anche se non soggetto ad obblighi militari di leva ha validamente collaborato per la liberazione della Nostra Patria. Addetto allo smistamento armi prima, dei campi di lancio alla varie squadre partigiane dei Sette Comuni di Asiago e poi combattente inquadrato in una pattuglia O. C. del Comando di Brigata Patriota, serio, onesto, coraggioso, disciplinato e stimato da tutti. Ha preso parte a più azioni contro truppe nazi-fasciste ed alla grande battaglia del Bosco Nero (Granezza)”.
  12. DAL SASSO Renato di Gaspare e di Mattea Gnoli, nato ad Asiago il 26.11.1928 [secondo il Ricompart 1923]. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Coda. Dal 2.1944 [secondo il Ricompart dal 10.10.1944] al 1°.05.1945 ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano [secondo il Ricompart Patriota]. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso fu “dal 15 febbraio 1944 al 17 novembre 1944 in forza alla Compagnia Comando della Brigata ‘Sette Comuni’. Ha partecipato a più azioni fra cui alla grande battaglia del 6-7 settembre 1944 avvenuta nel bosco Nero. Patriota serio, onesto, coraggioso e di grande rendimento”.
  13. DUSSAN (Dušan) Laurich fu Nicola e Anna Lambas, nato a Sebenico il 20.06.1905. Celibe, commerciante. Tenente – distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in viale della Vittoria 4. Dal 9.1943 ha fatto parte della brigata Pino in qualità di Partigiano. Fu staffetta e collaboratore. Non è presente nel Ricompart. La sua ttività fu riconosciuta dal comandante Giovanni Garbin “Marte”.
  14. FORTUNA Ferruccio fu Antonio e di Emilia Righetti, nato a Gambugliano il 16.07.1910. Coniugato. Fante. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Gambugliano. Dal 5.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.08.1944] ha fatto parte della brigata Argiuna in qualità di Partigiano combattente [secondo il Ricompart fece parte della brigata Martiri della Val Leogra della divisione Garemi con il ruolo di Comandante nucleo dal 15.01.1945].
  15. FRIGO Rinaldo (“Tempesta”) di Antonio e di Valentina Mosele, nato ad Asiago il 13.11.1925. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in contrà Coda, 14. Dal 04.06.1944 ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara, in qualità di Partigiano combattente. Ha scritto il capitano Giuseppe Dal Sasso: “Dal 4.6.1944 al 15.10.44 effettivo alla I^ Compagnia della Brigata ‘Sette Comuni’; dal 15.10.1944 al 25.4.45 nascosto; ritornò nelle file nei giorni della liberazione. Patriota serio, onesto, disciplinato, coraggioso e volenteroso. S’è distinto in parecchie azioni ed in particolare modo nella battaglia della ‘Val d’Assa’ contro truppe nazi-fasciste il giorno 8 Agosto 1944 ed in quella del ‘Bosco Nero’ (Granezza) 6-7- Settembre 1944”.
  16. GARZARO Gino di Giacinto (fu Gio Batta, nato il 10.06.1875, vedovo, bracciante) e fu Amalia Ferrara, Goito (Mantova) il 15.09.1925. Celibe, pastore e bracciante. aveva 3 sorelle (Caterina nata il 27.11.1920; Jole, nata il 06.06.1923; Carolina, nata il 24.04.1931 – tutte e tre nubili e casalinghe) e un fratello, Carlo, nato il 06.06.1923, celibe, bracciante. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Breganze in via Mirabella. Dal 4.1944 ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse della divisione Monte Ortigara, in qualità di Partigiano [secondo il Ricompart Patriota]. Ferito. Il dott. Giacomo Rodighiero dell’Ospedale civile di Sandrigo attestò che Gino era stato ricoverato dal 30.4 al 18.10.1945 per una frattura del femore destro frutto di una ferita d’arma da fuoco. La ferita comportò anche una invalidità permanente parziale. Domenico Barbiero, comandante del battaglione ‘Marchioretto’ scrisse che il “29 aprile il Garibaldino Garzaro si trovava nei pressi di Mason Vic. e partecipò assieme agli uomini del presidio di Mason Vic. del BTG. ‘Marchioretto’ della BGT. ‘G. MAMELI’ ad un combattimento contro truppe Tedesche in ritirata e nel quale rimase ferito alla gamba destra”. Il 16 novembre 1945 si aggiunse una dichiarazione di Bruno Lunardi dell’ANPI di Lusiana: “(…) ha attivamente preso parte al movimento insurrezionale della zona dell’altipiano dei Sette Comuni cominciato il 25 aprile 1945 affiancandosi ai partigiani della Brigata Fiamme Rosse – Btg. Francesco Covolo. (…), ha preso parte ai combattimenti per il disarmo del presidio tedesco di Lusiana ed alla dispersione dell’orda tedesca di oltre 250 uomini che tentava di penetrare a Lusiana il 28 aprile u.s. Nei giorni susseguenti il giovane si portava nelle colline in zona della Brigata Martiri di Granezza, dove il 29 dello steso aprile rimase in località Mason gravemente ferito in uno scontro contro i tedeschi in ritirata”. Risale al 26 dicembre 1945 un ulteriore e più dettagliato rapporto di Bruno Lunardi, comandante della brigata Fiamme Rosse: “Il giovane Garzaro (…) era alle dipendenze in qualità di operaio obbligato al lavoro alla O. T. tedesca che eseguiva lavori di fortificazioni in questa zona montana. Nei giorni antecedenti al movimento insurrezionale, anziché fuggire coi compagni e ritornare al proprio paese, si fermò in Lusiana unendosi ai partigiani della 3^ Compagnia del BTG. Francesco Covolo di questa Brigata. Quando venne attaccato il presidio tedesco a Lusiana la sera del 25 aprile 1945, il Garzaro, unito ai vecchi partigiani della montagna ha compiuto bravamente e con onore di soldato il proprio dovere distinguendosi per audacia e sprezzo del pericolo. Dopo i combattimenti per la resa del presidio di Lusiana, sostenne il 28 dello stesso mese, con la sua 3^ Compagnia l’urto dell’autocolonna tedesca forte di oltre 400 uomini, che a viva forza voleva entrare a Lusiana. Combatté in località Rameston ove avvenne l’urto per varie e varie ore sino alla resa del nemico. Il 29 aprile chiese al proprio Comandante di Compagnia il permesso di recarsi in famiglia, per vedere i suoi cari. Ottenutolo, nel mentre era uscito da casa, dove aveva salutato i famigliari, si univa ai compagni della Brigata Martiri di Granezza e con essi sostenne il combattimento già descritto in cui rimase ferito. Per questa Brigata il Garzaro è stato assunto in forza alla 3^ Comp. del Btg. F. Covolo il giorno 24 aprile 1945, dotandolo di tutto l’armamento leggero da vero partigiano della montagna, inquantoché il Garzaro durante il periodo che era stato come operaio a Lusiana aveva sempre cercato quella collaborazione coi partigiani locali, fornendo notizie e ogni quant’altra cosa si rendesse utile per il movimento Partigiano”. Un’altra dichiarazione del 26.12.1945 rilasciata dal Comando delle Fiamme Rosse e sottoscritta da due testimoni oculari, ci permette di sapere che Garzaro rimase ferito in località “Nichele” di Mason. Il dato è confermato da un’ennesima attestazione di Lunardi che riporta anche l’orario: l’una di pomeriggio, quando Garzaro si portò con una quindicina di compagni in località Nichele “con ordine di posto di blocco. Scoperti di tedeschi, questi iniziarono la sparatoria, per debellare il presidio ed avere il libero passaggio”. L’insieme dei documenti fu allegato alla richiesta di Garzaro relativa all’ottenimento della pensione.
  17. GNESOTTO Giovanni (“Gigi”) fu Villelmo e di Giuditta Gnesotto, nato a Fossano (Cuneo) il 26.02.1918. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago / a Vicenza in via Santa Chiara, 12. Dal 9.1944 ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse della divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano. Ha scritto il capitano Giuseppe Dal Sasso: “Dal 15/4/1944 al 7/9/44 Com/te il 3 plotone della 3^ Compagnia Monte Lemerle della Brigata ‘Sette Comuni; dal 8/9/44 al 30 Settembre 1944 nella zona di Rubbio dopo d’aver preso parte ai combattimenti del Grappa durante il grande e noto rastrellamento; dal 30 settembre 1944 al 25/4/1945 al Comando di 25 patrioti ha occupato il Distretto di Vicenza. Sergente Maggiore del R. E. – comandante il 3° plotone (…). Patriota serio, onesto, intelligente e volenteroso. Ha preso parte alla grande battaglia del Bosco Nero (Granezza) combattendo con coraggio alla testa dei propri uomini. Stimato dai superiori e dagli inferiori.
  18. GRUCCETTI Enea di Galileo e fu Elisabetta Sergi, nato a Verona nel 1922. Celibe. Marinaio. Distretto di Verona. Domiciliato a Verona in stradone Duomo, 10. Dal 7.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.06.1944 al 09.09.1944] ha fatto parte della brigata Stella in qualità di Partigiano. Caduto.
  19. INCARBONE Francesco di Antonio e di Sebastiana Arcidiacona, nato a Niscemi (Caltanissetta) il 18.09.1906. Coniugato. Appuntato dei Carabinieri. Distretto di Padova. Domiciliato a Grantorto / Padova. Dall’agosto 1944 [secondo il Ricompart dal 1°.07.1944] ha fatto parte della II brigata Damiano Chiesa della divisione Vicenza in qualità di Partigiano combattente. con il ruolo di Comandante squadra dal 1°.08.1944. Inizialmente fu escluso per errore dall’elenco della brigata D. Chiesa. Ha scritto Nino Bressan nella sua relazione del 30.11.1945: “Si dichiara che l’appuntato dei C.C.R.R. a cavallo Incarbone Francesco (…) fin dall’8 settembre 1943 ha iniziato la sua opera di patriota aiutando militari sbandati, facendo propaganda tra i carabinieri e la popolazione civile affinché nessuno si presentasse alla chiamata delle autorità nazi-fasciste, raccogliendo e nascondendo armi. Dal novembre 1943 si mise a disposizione dei primi reparti partigiani della provincia di Padova. Nell’agosto 1944 entrò a far parte della Brigata ‘Damiano Chiesa’ Divisione ‘Vicenza’ quale comandante di un plotone di C.C.R.R. che egli riuscì ad organizzare tra i carabinieri che si erano nascosti per non venire deportati in Germania. L’appuntato Incarbone Francesco s’è sempre comportato da vero patriota, mantenendo fede al giuramento prestato, ha dimostrato di possedere coraggio, doti organizzative. Ha partecipato ad azioni a mano armata e specie nei giorni dell’insurrezione ha fatto valere le sue doti di combattente. É stato smobilitato dalla Brigata ‘Damiano Chiesa’ il giorno 10 maggio 945. Per quanto ha fatto l’appuntato (…) deve essere considerato PARTIGIANO ed ha diritto del Brevetto di ‘Alexander'”. Il 9 giugno, da Carmignano di Brenta, il comandante della IV Compagnia, Antonio Pedron, e il comandante della II Brigata Damiano Chiesa, Nei Bordignon, sottoscrissero una dichiarazione su Incarbone: “L’appuntato (…), l’8 settembre 1943 prestava servizio alla stazione Principale di Padova, ove continuava la sua opera sino al 5 agosto 1944, epoca in cui tutti i militi dell’Arma furono internati in Germania perché essi non intendevano sottostare agli ordini della repubblica. Durante tale periodo di tempo egli aveva però preso contatto con il C.N.L. di quella città fornendo indumenti da carabinieri, armi e informazioni varie. Egli propagandò la sua fede di patriottismo incitando compagni e inferiori di aderire al movimento e non trascurò neanche di tenere nascosto, nella propria abitazione, l’appuntato dei carabinieri Militello Giuseppe (…), fuggito dalla Grecia per non essere internato in Germania dai tedeschi quando questi incominciarono l’occupazione di quella zona e del nostro territorio. Tale graduato è stato tenuto nascosto dal 15 settembre 1943 al 23 maggio 1945. Provvide pure a sottrarre dall’obbligata destinazione in Germania altri due colleghi – Battaglia Giacomo fu Vincenzo e Battino Antonio di Pietro, ambedue della stazione Principale di Padova – , tenendoli nascosti prima nella propria abitazione e poi affidandoli presso sicure famiglie della zona di Fontaniva. annotava su apposito foglio personale i nomi dei militari che abbandonavano la caserma e quindi per tale documento se rintracciato dalle B. N. egli incorreva nel pericolo di un probabile favoreggiamento. Tale elenco è stato sottoposto in visione al cap. Nino Bressan, Giacomo Prandina, Chilò, ten. Sartori e al brigadiere Pedron Antonio. dopo il 5 agosto 1944 visse sempre la vita di ‘macchia’ non mancando di rafforzare la sua fede e mantenendo continui rapporti con elementi partigiani di Grantorto ove non trascurò di provvedere all’armamento dei componenti di una squadra di patrioti, assumendone poscia il comando. La sera del 25 aprile 1945, assieme ad altri patrioti della zone viciniori partecipava, mediante azione di fuoco, all’assalto del distaccamento della B. N. di quella località, dando prova di ben riuscire al disarmo, cattura dei componenti di tale distaccamento e al recupero di armi e materiali. il giorno seguente iniziava, unitamente ai suoi uomini della squadra, l’attacco contro i tedeschi in ritirata facendo ogni possibilità di disarmare e catturare elementi nemici e ottenendo ottimi risultati. Egli dimostrò in ogni circostanza ottime qualità nel guidare gli uomini, resistendo sino alla completa liberazione del paese ove si sono verificati incendi di abitazioni di civili e distruzioni per cannoneggiamento. Continuò la sua opera di rastrellamento e disimpegnò servizio d’istituto provvedendo alla cattura di elementi nazi-fascisti e al recupero di armi e materiali”. A suo favore furono stilate ulteriori dichiarazioni. Il presidente del CNL Remigio Mengardi sottolineò che Incarbone aveva messo a disposizione 6 moschetti con molti caricatori e più bombe a mano in occasione della liberazione di Grantorto. Non mancò la dichiarazione di Giuseppe Militello, così come di persone e patrioti del posto come Antero Benazzato, Orfeo Marchioro, Giovanni Maggiolini, Virginio Basso, Gennaro Bianco, Corino Cavicchio, Giacomo Battaglio, Antonio Battino. Hanno dichiarato questi ultimi due, carabinieri della stazione principale di Padova: “dopo l’8 settembre 1943, tutte le volte che vi erano delle spedizioni di carabinieri per la Germania, l’app/to Incarbone Francesco, (…), si intrometteva fra i partenti e svolgeva propaganda a che i militari si sbandassero, infatti quando ci è stato dato l’ordine di partire anche noi (…) in precedenza era sempre nostro proposito sbandare a tempo opportuno dietro accordi presi col predetto Incarbone. Infatti la sera prima della partenza abbiamo seguito quest’ultimo e così con lui prendemmo la via del bosco. Per prima, l’Incarbone ci condusse in casa sua sfollato in Grantorto, ed in seguito ci appoggiò in Fontaniva presso la famiglia del Carabiniere Fiori Ottavio, perché offriva maggiore possibilità di vita e sicurezza, cosa che mancava all’Incarbone. Durante l’epoca dello sbandamento l’Incarbone ha sempre mantenuto il nostro collegamento”. Un’altra dichiarazione risalente al 29.07.1945 arrivò dal prof. Luigi Palmiere: “(…) l’appuntato (…), pur continuando nel suo servizio annonario presso la questura di Padova, si mantenne a contatto sia con il sottoscritto, sia con l’eroico Ing. Renato Otello Peghin, capo dell’esecutivo militare del Comitato Provinciale di Liberazione, al quale forniva informazioni di natura politica e militare e svolgendo propaganda sia nell’ambiente dei CC.RR., sia in quello della questura come presso i vigili urbani. A richiesta l’Incarbone fornì al Comitato di Liberazione anche divise complete di carabinieri. Risulta al sottoscritto che il 5 agosto 1944 l’app/to in parola per evitare d’essere inviato in Germania abbandonò il posto per nascondersi con la famiglia in quello di Grantorto Padovano, mantenendo i contatti con il sottoscritto fino alla data del 1-1945 (?) in cui lo scrivente è stato arrestato dalla S.S. nazifascista”. Luciano Grozzoli attestò che il 10.09.1943 Incarbone, “sapendo che la mia famiglia era di idea prettamente patriota, portò in casa mia il soldato Radice Vincenzo (…) il quale prigioniero dei tedeschi e rinchiuso nella locale caserma 58 fanteria, per avere la libertà varcò il muro di cinta di detta caserma alto più metri riportando la slocatura dei piedi e dei polsi (…) e per ciò in bicicletta venne condotto dall’app/to in casa mia rimanendovi qualche giorno dandogli le cure del caso, somministrato i viveri assieme coll’Incarbone, ed in seguito trasferito presso la famiglia Salvò Giuseppe, inteso Giacomello, Strada Bassa, S. Giacomo di Albignasego Maserà, per essere più al sicuro di eventuale rintraccio, ed in seguito guarito venne ritirato dai suoi familiari e condotto a Milano”. Scrissero anche i vicini di casa di Incarbone (in via D’Acquapendente 22) a proposito dell’aiuto prestato a Militello e dell’arrivo in casa dei militi della brigata nera che non lo trovarono, essendo fuggito poco prima con Militello, e scassinarono la porta per poi prelevare materiali vari dall’abitazione.
  20. LANCELLA Gasperino fu Antonio e Maria Napolitano, nato a Napoli il 24.06.1896. Coniugato. Capitano dei Carabinieri. Distretto di Napoli. Domiciliato a Vicenza in via Generale Chinotto, 11. Dall’ottobre 1943 ha fatto parte della brigata Silva in qualità di Partigiano. Non è presente nel Ricompart. Dalla sua scheda firmata dal comandante della Silva risulta che “ha sempre collaborato attivamente alle formazioni partigiane fornendo armi e notizie militari. Salvò due ufficiali australiani. Arrestato per antifascismo è riuscito a fuggire, continuò la sua opera fino alla liberazione. Partecipò attivamente alla lotta clandestina”.
  21. LEONTINI Renato fu Guido e di Maria Stella, nato a Modica (Ragusa) il 10.08.1898. Coniugato. Tenente Commissario di Marina. Distretto di Ragusa. Domiciliato a Vicenza in stradella dei Munari, 10. Dal 1°.05.1944 [dal secondo io Ricompart dal 1°.11.1944] al 1°.06.1945 ha fatto parte della brigata Argiuna della divisione Vicenza in qualità di Partigiano combattente. Il 16 luglio 1945 il prof. Leontini, nel chiedere un attestato di riconoscimento, “per l’opera da me svolta in armonia di pensiero e di azione”, si rivolse in questi termini alla Commissione Provinciale di Vaglio per i Patrioti della Provincia di Vicenza: “Ho il pregio di esporre (…) quanto segue: Nella mia qualità di profugo della Sicilia, giunto a Vicenza alla fine di luglio 1943, fui assunto quale impiegato del gruppo B. presso la locale Prefettura. Nel maggio del 944, avendo il Capo della provincia Dinale imposto il giuramento di fedeltà alla sedicente repubblica italiana, in armonia ai miei sentimenti ed adducendo come ragione plausibile le precarie condizioni di salute di mia moglie, effettivamente malata di esaurimento nervoso, lasciai la Prefettura e mi appartai a S. Urbano, frazione montana di Montecchio Maggiore, ove sapevo di trovare i partigiani. Faccio osservare a codesta On. Commissione che dei funzionari ed impiegati della Prefettura, fui il solo a non assoggettai al giuramento ed a lasciare per conseguenza il posto che mi assicurava il pane quotidiano. Fui in seguito invitato a prestare servizio nella ex Marina repubblicana col mio grado di Tenente Commissario, ma declinai senz’altro l’offerta, allettante dal lato finanziario, e rimasi in montagna sino a tutto maggio 1945, sopportando ogni sorta di privazioni e vivendo col frutto di alcune lezioni private. Giunto a S. Urbano cercai subito di mettermi a contatto con i partigiani e poiché conosceva già Camerra Gelsomino – Diavolo – Comandante un Battaglione della Brigata ‘Stella’, assassinato in seguito la notte del 30 settembre 944 tra Vico e Sovizzo, lavorai attivamente con lui circa quattro mesi per la riuscita della ben nota azione compiuta in luglio del 944 nelle baracche della Marina, portando sui monti il presidio dei marinai, con armi e bagagli. Fui di valido aiuto al ‘Diavolo’ per la ricerca dei viveri e sopra tutto per le informazioni di carattere militare, relative alle azioni di rappresaglia e rastrellamenti che preparavano i tedeschi e la brigata nera di Montecchio Maggiore”. Alla richiesta allegò uno scritto del giorno prima di Giglio Camerra “Inferno”: “Conosco da più di un anno il Prof. Renato Leontini e posso testimoniare che egli, pur non faccendo parte della Brigata Stella perché doveva sempre curare la moglie sola e malata, è stato in molte occasioni di valido aiuto ai partigiani – senza mai risparmiarsi – specie per quanto riguardava le informazioni che a noi interessavano conoscere circa i movimenti dei tedeschi e della brigata nera di Montecchio Maggiore”. Intervenne a suo favore anche Maddalena Sartori: “Dichiaro che (…), durante la sua permanenza a S. Urbano, per i suoi sentimenti di fraterna amicizia e di patriottismo collaborò a lungo con il mio carissimo figlio defunto Camerra Gelsomino – Diavolo – Comandante di Azione della Brigata Stella e che mio figlio mi dichiarava sempre di essere molto attaccato al Prof. Leontini per l’opera da lui svolta col sacrificio costante della sua persona. Personalmente dichiara che il Signor Leontini, assai bisognoso di tutto, non si piegò mai alle lusinghe di accettare una occupazione nella marina o nelle scuole, contentandosi di vivere stentatamente con la sua destinta moglie malata, per non dipendere dai repubblicani”. Scrisse pure Bruno Camerra “Sigaretta”: “(…) ho piacere dichiarare il Profesor Renato Leontini se le condizioni di salute di sua moglie glielo avessero permesso sarebbe stato felice di seguirci in montagna e soffrire con noi e come noi. Egli ha sofferto lo stesso stanto a casa non negandosi mai gli aiuti desiderati ed esendo sempre a nostra disposizione per tutta quella che ci occoreva. La sua opera ci è stata di grande aiuto in tante circostanze per sventare rastrellamenti, apostamenti ed insidie dei nazifascisti”.
  22. LOMBARDO Lorenzo (“Enzo”) di Salvatore e di Giovanna Pera (Pero), nato a Sciacca (Agrigento) il 19.03.1915. Celibe. Distretto Agrigento. Domiciliato a Sciacca. Dal 9.1943 [secondo il Ricompart dal 1°05.1944] ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse della divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano combattente. Il capitano Giuseppe Dal Sasso ha dichiarato: “Sin dal Settembre 1943 propagandista in favore del movimento patriottico. Dal maggio 1944 al novembre 1944 inquadrato prima in una squadra armata operante a Sud di Asiago e poi in forza alla 4^ Compagnia della Brigata ‘Sette Comuni’. Partecipò alla grande battaglia del Bosco Nero (Granezza) del 6-7 Settembre 1944. Dal novembre al marzo rimase nascosto ritornando in campo negli ultimi giorni dell’occupazione nazi-fascista. V. B. dei CC.RR. fino all’8 Settembre 1943, lontano dalla famiglia rifugiatosi sull’Altopiano di Asiago mantenne sempre netta posizione contro i nazi-fascisti. Disciplinato, serio, onesto, volenteroso e calmo in combattimento”.
  23. LOVATO Decimo detto Angelo (“Ier”) di Pietro (di fu GioBatta e fu Lucia Gaspari, nato a Recoaro Terme il 24.04.1880) e di Domenica Gaspari (fu Giuseppe e Maria Pozza, nata a Recoaro il 28.06.1886), nato a Recoaro Terme il 22.10.1921. I genitori si erano sposati a Recoaro il 13.06.1907. Celibe, apicoltore e contadino. Aveva 6 fratelli, tutti nati a Recoaro: Giobatta, classe 1909; Severino, 1911; Duilio, 1913; Linio, classe 1916, deceduto in Germania; Ardito, classe 1918; Bruno, nato nel 1920 e disperso in Russia. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago / Quargnenta di Brogliano. Dal 4.1944 ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse in qualità di Partigiano. Caduto. Nel Ricompart ci sono degli Angelo Lovato ma i dati non corrispondono. Alfredo Rigodanzo “Catone”, commissario della brigata Stella, il 16.10.1945 chiese di aggiungere il nominativo di Angelo Lovato all’elenco dei caduti della “Stella”, mentre in precedenza era stato indicato come membro della “Pasubiana”. In un altro documento, Rigodanzo aggiunse che Lovato era morto il 17.06.1944 in località San Sebastiano di Valli del Pasubio intorno alle ore 16 mediante fucilazione. “Salito a far parte effettiva delle formazioni di montagna il giorno 2 Giugno 1944, veniva adibito a svolgere compiti di staffetta. Conoscendo il Garibaldino (…) le zone della Val di Pasubio, avendo da quelle parti dei possedimenti, fu inviato, quale staffetta presso la Brigata Pasubiana. Trovatosi racchiuso fra forze rastrellanti, veniva catturato. riconosciuto partigiano, affrontava la fucilazione eroicamente, piuttosto di tradire la Causa per cui lottava”.  
  24. LOVATO Gino (“Ruis”) fu Domenico e fu Virginia Pianalto, nato a Recoaro Terme il 23.07.1921. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Recoaro Terme in via Lovati, 8.. Dal 12.1943 ha fatto parte della brigata Stella in qualità di Partigiano. Nel Ricompart ci sono dei Mario Lovato ma i dati non corrispondono. In una sua dichiarazione controfirmata dai superiori della Stella e della Garemi, Gino Lovato ha scritto: “dichiaro che non solo dopo l’otto settembre ho vissuto contrariamente e con massimo oddio contro hai Fascisti e tedeschi ma bensi per molto tempo prima anzi per non dire mai! comincia nel 1943 15 dicembre comperai a mie spese un mitra tedesco, e l’ò consegnai ad un bravo patriotta Garibaldino, di seguito poi assistito tutti i loro compagni di tanto in tanto con vivere e vestiario, e nascondendogli nei miei propri buchi, duranta poi la staggione 24 maggio 1944 mentre la sittuazione nazifascista si fece sempre più chrittica servivo come staffeta gli portai in montagna di mia fittuale proprietà ove gli tenevo sconti e attualmente comodi alle loro azzioni contro hai nazifascisti, e dandogli a loro stessi da mangiare buro late e formaggio per tre mesi e mezzo, e di seguito fino alla fine. E non solo cone staffeta ma bensi anche da armato, partecipando pure alla diffinitiva azzione di Staro, al disarmo di 300 più Tedeschi ove gli reccupperai 9 cavalli e gli consegnai al comando partiggiano di Recoaro”.
  25. LOVATO Mario (“Ferro”) di Matteo e di Margherita Spanevello, nato a Recoaro Terme il 03.12.1922. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Recoaro Terme in via rive, 6. Dal 3.1944 ha fatto parte della brigata Stella in qualità di Partigiano. Nel Ricompart ci sono dei Mario Lovato ma i dati non corrispondono. In una sua dichiarazione controfirmata dai superiori della Stella e della Garemi, Mario Lovato ha scritto: “Dichiaro di non essere mai presentato sotto l’esercito repubblicano ma bensi ho fatto parte delle formazioni partigiane 20.3.44 aiutandoli con viveri e vino e grasi. Poi mi sono presentato al comando partigiano per entrare nelle sue fille. Ma il comando mi ha detto di nò. Perché mi trovavo con al febre malaria avendola presa nel 1943 in Albania. non potendo percorrere alle sue marcie di montagna, mi hanno meso come stafetta fino alla fine della liberazione. Mi sono armato e ho partecipato alla azione da Staro al disarmo di 300 più tedesci ricuperando una machina portandola al comando partigiani ha Recoaro con un ferito”.
  26. MASSIGNANI Rino di Luigi e di Caterina Pasquale, nato a Recoaro Terme il 05.06.1926. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Recoaro Terme in via Sigismondi. Ha fatto parte della brigata Stella in qualità di Partigiano. Il 13 dicembre 1945 Giuseppe Gaiche del battaglione Romeo della brigata Stella dichiarò: “Da informazioni assunte risulta che (…), i comandanti delle Formazioni Partigiane della zona ed elementi della Missione Inglese diedero disposizioni al giovane in parola affinché il medesimo rimanesse a disposizione del Comando Partigiani e non presentarsi quindi alla sedicente r.s.i. Il Massignani mantenne l’ordine datogli, venendo, nell’inverno 44-45, preso in forza dal Comando Partigiani, per l’azione finale e per possibili bisogni del Comando stesso”.
  27. MILITELLO Giuseppe di Giacomo e di Concetta Spatola, nato a Niscemi (Caltanissetta) il 12.02.1906. Coniugato. Appuntato dei Carabinieri. Distretto di Padova. Domiciliato a Grantorto. Dall’8.1944 ha fatto parte della brigata Damiano Chiesa della divisione Vicenza in qualità di Partigiano. Non è presente nel Ricompart. Il suo nome compare sull’elenco di 7 “uomini che facevano parte del plotone dell’appuntato a cavallo Incarbone Francesco”. Di lui si dice che fu “sbandato l’8-9-1943 rimanendo in tale posizione fino alla liberazione, attualmente trovasi alla stazione di Caltagirone prin/le”. Militello non volle quindi prestare servizio nella RSI. Fu contattato da Incarbone il 15.09.1943. Su queste basi nacque il plotone dei CC. RR. che agì con la D. Chiesa. “Da tale data fino alla liberazione svolse attiva opera di propaganda, raccolse armi, aiutò altri sbandati e partecipò ad azioni di mano armata con la Brigata ‘Damiano Chiesa’ come per esempio contro la brigata Nera di Grantorto. Nei giorni dell’insurrezione prese parte attivamente alla lotta comportandosi da vero patriota [nell’azione bellica della liberazione di Grantorto]”.
  28. MOSELE Bruno di Cristiano e di Maria Cunico, nato ad Asiago il 27.06.1928. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Poslen. Dal 2.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.04 al 30.09.1944] ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara, in qualità di Partigiano [secondo il Ricompart Patriota]. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso fu “dal 15 febbraio 1944 al 17 novembre 1944 in forza alla Compagnia Comando della Brigata ‘Sette Comuni’. Ha partecipato a più azioni fra cui alla grande battaglia del 6-7 settembre 1944 avvenuta nel bosco Nero. Patriota serio, onesto, coraggioso e di grande rendimento”.
  29. MOSELE Giulio (“Lupo”) di Cristiano e di Maria Cunico, nato ad Asiago il 31.03.19121. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Poslen, 27. Dal 2.1944 [secondo il Ricompart dall’08.04.1944] ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano combattente. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso, fece parte della Compagnia Comando della Brigata dal 1°.04.1944 al 10.10.1944. “Patriota serio, onesto e coraggioso. Capo di una pattuglia esplorante ha sempre disimpegnato a meraviglia il difficile compito. unitamente all’intera sua famiglia ha sin dall’inizio del movimento aiutato in tutti i modi i patrioti dell’altopiano di Asiago. Ha preso parte alla grande battaglia del Bosco Nero (Granezza). Seguito a minacce di rappresaglia contro la propria famiglia da parte di truppe fasciste e cattura del fratello Pietro pure patriota ha dovuto sospendere l’attività per salvare la famiglia e la casa”.
  30. MOSELE Guido di Cristiano e di Maria Cunico, nato ad Asiago il 06.09.1923. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Poslen. Dal 04.04.1944 ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara in qualità di Partigiano combattente. Si legge nella scheda compilata dal capitano Giuseppe Dal Sasso: “Dal 1.4.1944 al 3.10.44 presso la Compagnia Comando della Brigata ‘Sette Comuni’; il 4.10.44 catturato da truppe fasciste e dopo varie torture trasportato in un campo di concentramento in Germania ove rimase fino alla liberazione. Membro di una famiglia che sin dall’inizio della lotta ha validamente aiutato i patrioti. Infermiere addetto alla infermeria della Brigata per circa due mesi; staffetta dal limite del bosco al posto di Comando della Brigata; pattugliere del Comando di Brigata. Ha preso parte alla grande battaglie del Bosco Nero (Granezza) il 6 e 7 Settembre 1944. Patriota serio, onesto ed animato di vero spirito patriottico”.
  31. MOSELE Pietro di Cristiano e di Maria Cunico, nato ad Asiago il 24.04.1917. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Poslen, 27. Dal 2.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.04.1944] ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse – divisione Monte Ortigara, in qualità di Partigiano combattente. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso fu “dal 15 febbraio 1944 al 17 novembre 1944 in forza alla Compagnia Comando della Brigata ‘Sette Comuni’. Ha partecipato a più azioni fra cui alla grande battaglia del 6-7 settembre 1944 avvenuta nel bosco Nero. Patriota serio, onesto, coraggioso e di grande rendimento”.
  32. PITTARELLO Mario fu Giovanni e di Cleopatra Todescato, nato ad Arsiero il 24.03.1906. Coniugato, rappresentante di cartiera. Alpino. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Arsiero in via Innocente Stella. Dal 1°.12.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.05.1944] ha fatto parte della brigata Pasubiana, in qualità di Partigiano. Non è presente nel Ricompart. Pio Marsilli “Pigafetta”, vicecomandante della brigata, con la conferma di Gianni Marostegan, commissario di Brigata, dichiarò che Mario aveva collaborato con lui, fornendo informazioni e viveri dal dicembre 1944.
  33. PRETTO Ampelio fu Giuseppe e di Caterina Marcolungo, nato a Novale di Valdagno il 16.07.1922. Celibe. Riformato. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Novale. Dal 6.1944 ha fatto parte della brigata Stella della divisione Garemi in qualità di Partigiano. Caduto.
  34. RAHIMSADE [Rakimsade – Ramizade] Kasim fu Murad e di Heascher Jeskender [Jescaerner], nato a Tschashusa il 20.07.1920. Celibe, studente. Domiciliato a Milano in via Concordia, 12. Dal 2.1945 ha fatto parte della brigata Pino della divisione Garemi,  in qualità di Partigiano. Ferito. Il 3 novembre 1945 Elio Busetto, comandante della divisione, dichiarò che il garibaldino “ha fatto parte delle formazioni Partigiane della Brigata ‘Pino’ dipendente da questa Divisione con l’anzianità dal primo febbraio 1945. (…) durante un combattimento contro forze nazi-fasciste rimase ferito al piede destro con risentimento periosteo (…). Rimase ferito nel febbraio 1945 pochi giorni dopo l’entrata nelle Formazioni Partigiane”. Come emerge da un certificato medico dell’8 ottobre 1945, firmato dal capitano medico dr. Schiavo e visto dal tenente colonnello dr. Alfredo Palmieri, direttore  dell’Ospedale Militare di Milano, si trattò di un esito di ferita da scheggia alla faccia interna del piede. 
  35. RIGONI Giovanni di Giobatta e di Annetta Vescovi, nato ad Asiago il 21.01.1916. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in via Monte Ortigara, 5. Dal 5.1944 ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse [secondo il Ricompart Fiamme Verdi] della divisione Monte Ortigara, in qualità di Partigiano combattente. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso “dal maggio al 3 Settembre 1944 fece parte della Compagnia Julia-Brigata ‘Argiuna’ quale sabotatore. Dal 3 settembre al 9.10.44 colla stessa Compagnia in montagna – dal 15.10 al 15.11.44 nascosto ad Asiago perché ricercato si recò quindi in provincia di Brescia – rientrato in provincia di Vicenza, si unì ai patrioti dei Sette Comuni – Brigata ‘Fiamme Verdi’ dal 23.4.45 al 5.5.45. Attività: trasporto di armi ed esplosivi – distribuzione di un migliaio di manifestini – sabotaggi vari (piloni della Ferriera Beltrame – bombe al Comando Prov.  – interruzione di linee – ecc.) – combattimenti di Pedescala. Durante detto periodo svolse molte volte servizio di staffetta fornendo al C.L.N. ed a civili ricercati preziose informazioni. Sergente Maggiore del R. E. Patriota onesto, disciplinato, coraggioso, intelligente. Per l’opera svolta e la maniera con cui ha lavorato merita un elogio”.
  36. STELLA Emma (“Moretta”) di Valentino e di fu Giustina Rizzato, nata ad Istrana (Treviso) il 28.01.1917. Coniugata con Dal Sasso. Domiciliata ad Asiago / Vicenza in via S. Antonio, 8. Dal 9.1943 [secondo il Ricompart dal 1°.05.1944] ha fatto parte della brigata Fiamme Rosse [secondo il Ricompart fece parte della brigata Argiuna della Divisione Vicenza] in qualità di Partigiana combattente. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso fu “informatrice e staffetta del Comandante la Brigata ‘Sette Comuni’. Addetta al rifornimento viveri, vestiario e medicinali ai patrioti della Brigata. Imprigionata dai fascisti con una sua bambina di 9 mesi dal 13 al 30 Settembre 1944 perché moglie del Comandante la Brigata ‘Sette Comuni’. Dal 30 Settembre 1944 alla data della liberazione fuggiasca come da allegato stralcio del verbale d’interrogatorio del Maggiore delle Brigate Nere Giurietto Giulip Antonio detenuto presso la Caserma Chinotto. Coraggiosa, ha voluto contribuire nella lotta di liberazione anche se madre di due bambini portando spesso al marito Comandante i patrioti dell’Altopiano dei Sette Comuni preziose notizie e rifornendo la Brigata di viveri, vestiario e medicine. Imprigionata e schiaffeggiata ha saputo tacere. Riuscita a fuggire, dagli artigli teutonici e fascisti e continuamente ricercata dalla Questura di Vicenza fuggì coi bambini da un paese all’altro della Provincia. Sposa esemplare, mamma modello animata di grande spirito patriottico ha condiviso la sofferenza del marito patriota”.
  37. STOCCHERO Mons. Prof. Dr. Giuseppe fu Luigi, classe 1882. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Vicenza. Dal 9.1943 ha fatto parte della brigata Silva in qualità di Partigiano. Non è presente nel Ricompart.
  38. VELLAR Antonio fu Giovanni e di Maddalena Gnoli, nato ad Asiago il 04.06.1924. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in contrà Coda. Dal 3.1944 [secondo il Ricompart dal 1°.11.1944] ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse [secondo il Ricompart Fiamme Verdi] – divisione Monte Ortigara, in qualità di Partigiano combattente. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso dall’8 marzo 1944 al 20 ottobre 1944 fu “effettivo alla Compagnia Comando della Brigata ‘Sette Comuni’ pattuglia O. C. [Osservazione e Comando] – e poi nascosto fino al 20 aprile 1945. Impugnò nuovamente l’arma nei giorni dell’insurrezione. Patriota soggetto al servizio militare chiamato alle armi e ricercato più volte. Molto serio, onesto, volenteroso, coraggioso e disciplinato. Prestò servizio come pattugliere in maniera encomiabile; partecipò alla grande battaglia del Bosco Nero (Granezza) il 6 e 7 Settembre 1944”.
  39. VELLAR Domenico di Valentino e di Maria Boscardin, nato ad Asiago il 22 [2].09.1925. Celibe. Distretto di Vicenza. Domiciliato ad Asiago in contrà Coda, 15.. Dal 4.1944 ha fatto parte del battaglione Rigoni della brigata Fiamme Rosse [secondo il Ricompart Fiamme Verdi] – divisione Monte Ortigara, in qualità di Partigiano combattente. Secondo la dichiarazione del capitano Giuseppe Dal Sasso dal 1°.04.1944 al 12.10.1944 fece parte della “Compagnia Comando della Brigata ‘Sette Comuni’; il 13.10.44 catturato da truppe fasciste e trasportato in Germania in un campo di concentramento fino alla liberazione. Patriota onesto, serio ed animato di vero spirito patriottico. Distaccato con un plotone avanzato col compito esplorativo e smistamento viveri e posta. Ha preso parte alla grande battaglia del Bosco Nero (Granezza) il 6 e 7 settembre 1944”.
  40. DEPENNATO – Visentin Lino di Benvenuto, classe 1925. Celibe. Distretto di Torino. Domiciliato a Torino. [Ha fatto parte della brigata Stella in qualità di Partigiano]. Ha fatto parte della Pasubio.
  41. DEPENNATO – Zaffari Umberto fu Giuseppe. Ha fatto parte della Pasubio.

 

Patrioti

Di questo gruppo abbiamo qualche informazione grazie ai documenti presenti nel fascicolo del partigiano Francesco Incarbone. Ad eccezione di Bruno Rossi, tutti facevano parte infatti del plotone dell’appuntato a cavallo. Da un documento dell’ANPI datato 13.12.1945, presente nel fascicolo di Giuseppe Militello, veniamo a sapere che i 6 patrioti (sempre ad eccezione di Rossi) e il partigiano Militello non furono compresi negli elenchi della II Brigata Damano Chiesa per un errore.

  1. BALLARINI Ugo fu Francesco, classe 1909. Coniugato. Carabiniere. Distretto di Padova. Domiciliato a Grantorto in via Trento e Trieste. Dal 7.1944 ha fatto parte della Damiano Chiesa. Non è presente nel Ricompart. Sbandato il 04.12.1943 dal XII Battaglione a Firenze. A contatto con il presidente del CNL di Grantorto, Remigio Mengadi, dai primi del 1944. Ha collaborato ai servizi di rastrellamento, d’ordine pubblico, di recupero materiale, di custodia e traduzione detenuti.
  2. BARICHELLO Giovanni di Florindo, classe 1920. Celibe. Carabiniere. Distretto di Padova. Domiciliato a Grantorto in via Vittorio Emanuele III, 55. Dal 10.1944 ha fatto parte della Damiano Chiesa. Non è presente nel Ricompart. Sbandato l’08.09.1943 dalla stazione di San Martino di strada. A contatto con Antonio Pallaro fin dagli ultimi mesi del 1944. Ha preso parte con Incarbone, Giuseppe Militello e Gennario Bianco all’azione bellica della liberazione di Grantorto.
  3. BIANCO Gennaro fu Francesco e fu Giuseppina Gallo, nato a Grantorto il 10.01.1904. Coniugato. Carabiniere. Distretto di Padova. Domiciliato a Gazzo / in via Solferino 249 a Grantorto. Dal 7.1944 ha fatto parte della Damiano Chiesa (da ottobre (a contatto con Francesco Incarbone). Per il Ricompart: nessuna qualifica. Sbandato il 22.12.1943 dal IV Battaglione a Milano. Ha preso parte con Incarbone, Giuseppe Militello e Giovanni Barichello all’azione bellica della liberazione di Grantorto. Nel fascicolo di Incarbone è presente una dichiarazione di Bianco datata 28 maggio 1945: “Io sottoscritto, (…), carabiniere richiamato e sbandato, domiciliato in Grantorto, (…), dichiaro che fin dall’anno scorso sono collegato nelle file partigiane con l’appuntato dei CC. RR. Incarbone Francesco, sfollato nelle campagne del paese predetto, e quando giunse l’ordine di attaccare i tedeschi in ritirata, fu l’Incarbone che mi armò di moschetto e di pistola e così potei partecipare all’azione di liberazione del paese dai nazisti. finito il servizio le armi le consegnai al CLN”.
  4. BRESSAN Angelo di Emilio, classe 1920. Celibe. Carabiniere. Distretto di Padova. Domiciliato a Dronero / via Principessa Mafalda a Grantorto. Dal 1.1945 ha fatto parte della Damiano Chiesa. Non è presente nel Ricompart. Sbandato nel maggio 1944 dalla stazione di Mestre. A contatto con il presidente del CNL di Grantorto, Remigio Mengadi, dal 07.01.1945. Ha collaborato ai servizi di rastrellamento, d’ordine pubblico, di recupero materiale, di custodia e traduzione detenuti.
  5. PALLARO Antonio di Giuseppe, classe 1915. Coniugato. Carabiniere. Distretto di Padova. Domiciliato a La Spezia / via Carlo Alberto a Grantorto. Dal 10.1944 ha fatto parte della Damiano Chiesa (a contatto con Francesco Incarbone). Non è presente nel Ricompart. Sbandato il 25.07.1944 dal II Battaglione a Trieste. Ha collaborato ai servizi di rastrellamento, d’ordine pubblico, di recupero materiale, di custodia e traduzione detenuti.
  6. ROSSI Bruno di Gaetano, classe 1907. Coniugato. Maresciallo. Distretto di Vicenza. Domiciliato a Vicenza. Ha fatto parte della brigata Argiuna. Non è presente nel Ricompart.
  7. ZANONATO Guido di Virgilio, nato a Gazzo il 15.01.1900. Coniugato. Vicebrigadiere dei Carabinieri. Distretto di Padova. Domiciliato a Gazzo in via Speranzi 58. Dal 10.1944 ha fatto parte della Damiano Chiesa (a contatto con Francesco Incarbone). Nel Ricompart sono presenti solo i dati anagrafici. Sbandato dopo l’08.09.1943 dalla stazione di Bronzolo. Ha collaborato ai servizi di rastrellamento, d’ordine pubblico, di recupero materiale, di custodia e traduzione detenuti.

Assistenza post-bellica

Nel fascicolo “Isolati” è conservato il bollettario che comprende 39 ricevute di pagamento per i partigiani e 7 per i patrioti.

A loro venivano versate 5000 £ come “Premio di smobilitazione concesso dal Governo Italiano”. Per i feriti come Chillò, Garzaro, Rahimsade il “Premio sussidio straordinario concesso dal Governo Italiano” saliva a 10.000 £, mentre alle famiglie dei caduti come quelle di Gruccetti, Lovato e Pretto il “Sussidio straordinario concesso dal Governo Italiano” era di 20.000 £. 

Tutti i premi furono pagati dalla Banca Cattolica del Veneto – sede di Vicenza – tra il 12.1. e il 26.04.1946 per i i partigiani e tra il 26.04 e il 31.5.1946 per i patrioti.

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