I documenti di Hana Hanner
Nel 2014 Hana Hanner, nipote di Anna e Lipa e figlia di Rita (Friederika), contattò il prof. Spinelli via mail. Questa pagina è anche un omaggio ad Hana, morta il 13 giugno 2021.
In quell’occasione scrisse:
Ho sentito la storia di mio nonno e mia nonna da quando avevo 5 anni, perché due volte all’anno ricevevamo lettere da Albettone, da chi per loro fu come una famiglia. Mia madre scriveva in latino e loro rispondevano in italiano. I miei nonni vissero a Danzica tra il 1922 e il 1939. La famiglia tentò di scappare, ma non riuscirono a raggiungere legalmente la Palestina. Decisero di far partire mia madre che arrivò in Palestina nel novembre del 1939, lasciando momentaneamente i suoi genitori. I genitori avrebbero dovuto raggiungerla, ma furono catturati in mare e mandati dagli italiani a Bengasi. Dopo diversi mesi furono riportati dagli italiani in Italia e inviati ad Albettone. Non credo che avessero dei soldi con sé. So che decisero di non scappare da Albettone perché erano “vecchi”, l’inverno era molto freddo e avevano paura di cosa sarebbe successo alla famiglia che li ospitava se avessero provato a scomparire.
In effetti il documento qui accanto mostra che l’Ambasciata d’Italia a Varsavia, il 16 ottobre 1939, a un mese e mezzo dall’inizio della Seconda guerra mondiale, diede il nulla osta a Friederika Lublinska-Stuczynska per transitare attraverso l’Italia al fine di raggiungere la Palestina. Il permesso fu firmato dal console Gino Busi. Dopo l’attacco tedesco alla Polonia, “Ciano assicurò l’ambasciatore Bolesław WieniawaDługoszowski che «a titolo umanitario i profughi polacchi troveranno asilo e assistenza in terra italiana». Nel momento più drammatico la promessa che tutti i fuoriusciti sarebbero stati accolti sarà mantenuta. Anche il gerarca Dino Grandi, sul suo Diario, scrive che «la simpatia delle classi istruite, dei politici e del popolo tutto venivano espresse in modo assolutamente libero in favore dell’infelice Polonia, vittima eroica dell’onnipotente e crudele aggressione nazista». Il 22 settembre il console a Katowice, Gino Busi, informa Ciano sulle violenze di SS e Gestapo contro il popolo polacco: arresti, deportazioni, fucilazioni”. [1]
Sul documento è visibile anche la firma e il timbro della Kommandatur di Varsavia che, dopo aver sottolineato che eventuali contestazioni contrarie alla partenza avanzate al comando non sarebbero state prese in considerazione e aver dato l’assenso affinché Friederika potesse portare con sé i beni mobili, concluse affermando: “Il viaggio viene intrapreso a proprio rischio”.
Nelle foto:
- Anna, Lipa e Friederika (Rita) a Danzica nel 1928-1929;
- Anna Lublinski Stuczinski il 27 settembre 1938 a Danzica;
- Lipa nel luglio 1939;
- Rita e Lipa nel luglio-agosto 1939.
Dopo la guerra, Friederika ebbe uno scambio epistolare con la famiglia presso cui abitarono i Lublinski Stuczinski durante l’internamento ad Albettone.
Note
[1] Brano tratto da uno studio di Marco Patricelli.