I Giusti tra le Nazioni in Veneto
E per loro io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome (“yad vaShem“) […] che non sarà mai cancellato
(Isaia 56,5)
Nel tragico evolversi dei fatti dopo l’armistizio, diversi sono i veneti o le persone legate al Veneto che con semplici gesti di umanità, rischiando la vita, hanno aiutato gli ebrei a nascondersi o a fuggire. In questa sezione sono state raccolte le storie conosciute fino a questo momento, nella consapevolezza che ci sono ancora racconti che, per vari motivi, non sono stati divulgati.
Come ha scritto Zygmunt Bauman in Modernità e Olocausto,
[…] non è affatto scontato o inevitabile porre l’autoconservazione al di sopra del dovere morale. Si possono subire pressioni in questo senso, ma non si può essere costretti a farlo, e di conseguenza non si possono scaricare le proprie responsabilità su coloro che esercitano le pressioni. Non importa quante persone abbiano preferito il dovere morale alla razionalità dell’autoconservazione, ciò che importa è che qualcuno l’abbia fatto. Il male non è onnipotente. È possibile resistergli. La testimonianza di coloro che effettivamente gli hanno opposto resistenza scuote la validità della logica dell’autoconservazione. Mostra ciò che essa è, in ultima analisi: una scelta.
Nel Veneto possiamo contare 62 persone riconosciute ufficialmente come Giusti tra le nazioni che contribuirono a mettere in salvo 131 ebrei (dato da confermare).
Sul totale, 30 Giusti fanno riferimento al Trevigiano (29 se consideriamo don De Zotti per il Veneziano), 16 alla provincia di Venezia (17 con don De Zotti), 6 al Padovano, 6 al Veronese e 4 al Vicentino. La storia dei coniugi Bettin coinvolge più province (Padova, Venezia e Belluno), ma è stata conteggiata solo per quella di Padova. La provincia di Rovigo non ha nomi di Giusti strettamente legati a quanto accaduto in quella zona, ma è stato segnalato comunque Torquato Fraccon (conteggiato per il Vicentino) perché nato a Pontecchio Polesine.
Da questa sezione si può accedere alle storie legate al Veneto e che riguardano sia coloro che sono stati riconosciuti dallo Yad Vashem, sia chi ha comunque rischiato la propria vita anche se non è stato insignito della medaglia d’onore. Per conoscere le singole vicende, è possibile visitare le pagine dedicate alle province venete.
Da notare che il titolo di Giusto viene assegnato agli individui e non ai gruppi.
Provincia di Belluno Provincia di Padova Provincia di Rovigo
Provincia di Treviso Provincia di Venezia
Provincia di Verona Provincia di Vicenza
Secondo lo Yad Vashem, al 1° gennaio 2023, in tutta l’Italia risultano 794 Giusti (28.486 nel mondo). Lo stesso Yad Vashem chiede di fare attenzione nel momento in cui si leggono i dati disponibili:
È necessario notare che i numeri dei Giusti riconosciuti non riflettono l’intera portata dell’aiuto fornito dai non ebrei agli ebrei durante l’Olocausto; si basano piuttosto sul materiale e sulla documentazione che sono stati messi a disposizione di Yad Vashem. La maggior parte dei Giusti è stata riconosciuta in seguito alle richieste presentate dagli ebrei salvati. A volte i sopravvissuti non sono riusciti a superare la difficoltà di confrontarsi con il doloroso passato e non si sono fatti avanti; altri non erano a conoscenza del programma o non hanno potuto presentare domanda, in particolare le persone che hanno vissuto dietro la cortina di ferro durante gli anni del regime comunista nell’Europa orientale; altri sopravvissuti sono morti prima di poter presentare la richiesta. Un ulteriore fattore è che la maggior parte dei casi riconosciuti rappresentano tentativi riusciti; gli ebrei sono sopravvissuti e si sono fatti avanti per raccontarlo a Yad Vashem.
Ad esempio: i ricercatori stimano che 5000-7000 ebrei siano andati in clandestinità a Berlino. Sono i cosiddetti U-Boote (sottomarini), che hanno fatto la difficile scelta di entrare in un’esistenza illegale piuttosto che essere deportati. Solo un quarto di loro, circa 1200-1500 ebrei, è sopravvissuto. Non si sa quanti siano stati uccisi nel bombardamento di Berlino, ma tutti gli altri sono stati catturati e deportati. Per mancanza di informazioni e prove, non tutti i tedeschi che hanno rischiato la vita per aiutare questi ebrei sono stati onorati.
Prima di trarre conclusioni statistiche sulle proporzioni tra i diversi paesi, bisogna tenere presente che, sebbene l’Olocausto sia stato un tentativo globale e totale di annientare gli ebrei in tutta l’Europa occupata, esistevano importanti differenze tra i paesi: differenze nel numero di ebrei, nell’attuazione della Soluzione finale, nel tipo di amministrazione tedesca o di altro tipo, nel contesto storico, nella composizione della comunità ebraica, nell’atteggiamento della Germania nei confronti della popolazione locale e nell’entità del pericolo per coloro che aiutavano gli ebrei, e in una moltitudine di altri fattori che influenzarono la disposizione e gli atteggiamenti delle popolazioni locali e la fattibilità del salvataggio”.