Hitler e l’eutanasia

Hitler e l’eutanasia

Dopo i primi decreti del ’33, del ’35 e del ’38,  un ordine scritto di Adolf Hitler, datato 1° settembre 1939, diede l’avvio ufficiale al processo di eutanasia.

Attraverso tale atto, Hitler incaricò il capo della cancelleria Bouhler ed il dr. Brandt di organizzare fisicamente lo sterminio, scegliendo le strutture ed il personale necessari.

Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia

Nella copia del provvedimento che si è conservata vi è la nota a mano che riporta la “presa visione” del Ministro della Giustizia Gürtner.

L’ordine appare incredibilmente generico, Hitler parla di “malati incurabili”, una definizione estremamente vaga che di fatto lasciava carta bianca ai medici. 

Al processo di Norimberga il segretario di Stato Lammers ricordò il punto di vista di Hitler sull’eutanasia:

Ho sentito parlare per la prima volta di eutanasia nel 1939 in autunno: era la fine di settembre o l’inizio di ottobre quando il Segretario di Stato dottor Conti, Direttore del Dipartimento di Sanità del Ministero degli Interni fu convocato ad una conferenza del Führer e vi fui portato anche io. Il Führer trattò per la prima volta in mia presenza il problema dell’eutanasia, affermando che riteneva giusto eliminare le vite prive di valore dei malati psichiatrici gravi attraverso interventi che ne inducessero la morte.
Se ben ricordo portò ad esempio le più gravi malattie mentali, quelle che consentivano di far stare i malati solo sulla segatura o sulla sabbia perché, altrimenti, si sarebbero sporcati continuamente, oppure i casi in cui i malati ingerivano i propri escrementi e cose simili. Ne concludeva che era senz’altro giusto porre fine all’inutile esistenza di tali creature e che questa soluzione avrebbe consentito di realizzare un risparmio di spesa per gli ospedali, i medici e il personale
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Con questo ordine la macchina per l’eliminazione fisica dei disabili fisici e mentali trovava la sua copertura giuridica.

 

La macchina della morte si mette in moto: Tiergartenstrasse 4

 Subito dopo l’emanazione dell’ordine di Hitler, Phillip Bouhler e Karl Brandt iniziarono ad organizzare la struttura che avrebbe dovuto condurre l’operazione di eliminazione.

 

In primo luogo venne stabilita la sede dell’organizzazione. A Berlino, al centro dell’elegante quartiere residenziale di Charlottenburg, venne espropriato un villino di proprietà di un ebreo. Lo stabile si trovava al civico numero 4 della Tiergartenstrasse. Proprio da questo indirizzo fu ricavato il nome in codice per l’operazione di eutanasia: “Aktion T4”.

Mentre Phillip Bouhler si disinteressò presto dell’operazione, Karl Brandt (probabilmente in quanto medico) si impegnò a fondo nella “Aktion T4”.

Per mettere in piedi la struttura Brandt si appoggiò al suo vice Viktor Brack che, assunto lo pseudonimo di “Yennerwein”, iniziò il reclutamento del personale. Brack e il suo collaboratore Werner Blackenburg scelsero personalmente tutti gli uomini e le donne che avrebbero dovuto far parte della Aktion T4.

Viktor Brack decise di creare una Direzione della “Aktion T4”: il “Comitato dei Periti“. Questo Comitato era, di fatto, il vertice della operazione ed era costituito da tre persone: il professor Werner Heyde, il professor Paul Nitsche e il professor Maximilian de Crinis. I tre, tutti psichiatri e nazisti affidabili, crearono la struttura amministrativa ed idearono tutti i passaggi esecutivi per lo sterminio dei disabili fisici e psichici.

 

Per mantenere strettamente segreto l’intero progetto vennero create tre strutture fittizie: la Fondazione Generale degli Istituti di Cura che si curava della gestione del personale della “Aktion T4”; la Associazione dei Lavoratori degli Istituti di Assistenza e cura del Reich che doveva preparare e spedire i questionari destinati a censire i malati ricoverati negli istituti psichiatrici; la Società di Pubblica Utilità per il trasporto degli ammalati, che doveva trasferire i pazienti destinati alla eliminazione dagli Istituti alle cliniche della morte.

Coloro che erano stati selezionati per l’eutanasia venivano prelevati dagli istituti in cui erano internati e trasportati nei centri di eutanasia con autobus come questo

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