La sfera religiosa
Tra i documenti relativi agli internati ebrei non sono molti quelli contenenti indicazioni, richieste o particolari esigenze legate alla religione ebraica. Nonostante ciò, è interessante notare il tentativo degli internati di partecipare alle festività ebraiche previste dal calendario ebraico.
In alcuni documenti, riferibili ai Comuni di Noventa Vicentina, Lusiana, Roana, Marostica ed Albettone, e datati fine agosto – inizi settembre 1942, troviamo richieste per la partecipazione alle feste di capodanno (tra l’11 e il 13 settembre 1942), nonché per la ricorrenza del Kippur (“il solenne digiuno di espiazione”) del 20 e 21 settembre.
A Lusiana viene chiesto un generico permesso “per andare in un luogo dove c’è un Tempio Israelitico”, a Marostica troviamo la richiesta di poter raggiungere Asolo, mentre da Albettone e da Noventa Vicentina giunge la richiesta di spostarsi a Padova.
Diverse le necessità che emergono da un documento di Enego: alcuni ebrei chiedono l’autorizzazione di recarsi a Padova “per il rito, secondo la loro religione, a bambini qui nati durante il loro soggiorno”. Tra i bambini nati in quegli anni ed internati ad Enego, è presente sicuramente Reicher Rosetta di Marian e Ethel, nata l’08.01.1942.
In tutti i casi le richieste furono respinte.
La scuola
Le leggi antisemite volute da Mussolini vietavano agli ebrei di frequentare le stesse scuole degli “ariani”. Ciò comportò per molti degli internati l’interruzione dei corsi di studi, l’impossibilità di crescere culturalmente e un isolamento ancor più sentito.
In provincia di Vicenza erano molti gli internati che si rivolgevano alla Questura o ai Comuni per far frequentare la scuola ai propri figli o perché dovevano sostenere esami all’università.
Carlo Kudis, internato a Sandrigo, iscritto alla Facoltà di Ingegneria, intendeva sostenere gli esami presso l’università di Lubiana, nella sessione di giugno del 1943, e così, mesi prima, compì il lungo iter della burocrazia. Dopo vari accertamenti dell’Alto Commissariato per la Provincia di Lubiana e la richiesta inoltrata al Ministero dell’Interno, il 22 giugno giunse una concessione di 15 giorni.
Salomone Maurer, internato a Lusiana, fece pervenire una domanda al podestà, che la girò alla Regia Questura, tendente ad ottenere per il figlio Fritz la possibilità di frequentare le scuole elementari, “per non restare analfabeta”.
Non dissimile la storia di tre bambini internati a Lonigo. A Verona furono fissati gli esami di ammissione alla II e alla III elementare. Il padre di due dei bambini, il 20 maggio del 1943, chiese alla Questura di poter accompagnare i figli, “dato che non possono fare il viaggio da soli”. Il 22 maggio il questore respinse la richiesta adducendo come motivo la mancanza del tempo necessario per l’ottenimento dei nullaosta.
Le reali cause di questo come di altri rifiuti sono però da ricercare nel divieto assoluto di frequentare scuola italiane. Su richiesta del Comune di Lastebasse, il questore, già nel dicembre del 1941, si espresse secondo il dettame delle leggi in vigore.
Significativo al riguardo anche un documento del Provveditorato agli Studi di Vicenza che, interpellato dal sig. Bukic circa la possibilità di iscrivere il figlio Giuseppe in una scuola di Vicenza, si premunì cercando prima di tutto di capire se si trattava di persone di “razza ariana”.