Vincenzo Rizzo

Vincenzo Rizzo 

Castelfranco Veneto, 29.11.1921 – Istituto Elioterapico di Cortina d’Ampezzo, 30.06.1948

Figlio di Achille e di Lidia Praturlon, Vincenzo nacque a Castelfranco Veneto il 29 novembre 1921. Al momento dell’iscrizione alla Facoltà di Ingegneria per la laurea in Ingegneria industriale (matricola 79/15), nell’Anno Accademico 1941-1942, la famiglia risultava residente in via Piovesan 11. A quell’epoca Vincenzo era iscritto al GUF di Treviso ed era stato dichiarato “riformato” per il servizio militare.

Dal modulo di iscrizione, datato 11 ottobre 1941, risulta che il padre (57 anni), con la licenza di scuola elementare, faceva il fotografo. La madre (58 anni) aveva seguito il I anno del corso di avviamento professionale e aiutava il marito nel suo lavoro. Anche il nonno paterno di Vicenzo aveva la licenza elementare ed era un esercente. Vincenzo aveva un fratello e due sorelle.

Per l’iscrizione al I anno, Vincenzo allegò il certificato di nascita, rilasciato dal Comune di Castelfranco il 29 settembre 1941, una foto autenticata dal commissario prefettizio di Castelfranco il giorno dopo e il diploma di maturità classica conseguito a Padova presso il Liceo Ginnasio Tito Livio nell’anno scolastico 1940-1941.

Vincenzo aveva ottenuto 8 in Matematica e Fisica, Scienze naturali, chimica e geografia; 7 in Cultura militare, Storia, Filosofia ed elementi di diritto ed economia6 in Lettere italiane, Lettere latine, Lettere greche e Storia dell’arte. Era esonerato da Educazione fisica.

Tra i primi documenti prodotti da Vincenzo da studente dell’Università di Padova c’è la richiesta di un certificato di iscrizione per ottenere l’abbonamento ferroviario.

Il 1° ottobre 1942, per l’A. A. 1942-1943, si iscrisse al II anno del biennio propedeutico. L’unica differenza presente sul modulo è l’iscrizione al GUF di Castelfranco.

I documenti universitari si spingono fino all’A. A. 1943-1944 quando Vincenzo si iscrisse al III anno (il I di Applicazione di Ingegneria), al1944-1945 peril IV anno e al 1945-1946 per il V anno, periodo in cui viveva in via Garibaldi a Padova.

Grazie al suo libretto è possibile considerare l’insieme della sua carriera universitaria.

 

Nulla fa trasparire altro durante il periodo della seconda guerra mondiale e soprattutto il biennio della Repubblica Sociale Italiana. Se non che il fascicolo presenta una serie di documenti che ci raccontano molto altro.

I primi dati rimandano al 1947. Il 10 giugno il direttore dell’Ospedale Militare di Padova, il tenente colonnello Giuseppe Schirru, dichiarò che il 20 agosto 1944 il partigiano Vincenzo era rimasto ferito, in zona di guerra, e aveva subito l’amputazione della gamba sinistra. 

Al 10 giugno del 1948 risale, invece, il certificato della Commissione Regionale Triveneta, a firma del segretario Federico Urso, da cui risulta che Vincenzo il 5 maggio 1948 era stato riconosciuto quale membro della brigata Cesare Battisti (divisione Monte Grappa) dal 1° ottobre 1943 al 5 maggio 1945.

Venti giorni dopo quel certificato, alle ore 5, Vicenzo morì, all’età di 26 anni, presso l’Istituto Elioterapico Codovilla-Putti di Cortina d’Ampezzo, in seguito a “emorragia gastrica da ittero emolitico”, malattia che si era aggravata “per la concomitanza di tubercolosi osteo-articolare e renale riconosciute contratte per cause di servizio militare”.

Da queste importantissime informazioni, tratte da un certificato medico firmato a Cortina l’8 marzo 1949 dal prof. Silvio Colombani, che apprendiamo in diretta quanto accaduto a Vincenzo Rizzo.

Il giorno della morte, il 30 giugno 1948, al Comando del Distretto militare di Treviso e allo stesso Vincenzo Rizzo fu inviata una comunicazione recante il seguente oggetto: “(…) concessione di ricompensa al V. M., in dipendenza di attività partigiana”.

Vincenzo era stato insignito della medaglia d’argento al valor militare, ma la missiva della Commissione Regionale Triveneta non arrivò in tempo.

Su un altro documento possiamo leggere la motivazione:

Come successo in altri casi, inizialmente la commissione dell’Università di Padova che valutava la concessione delle lauree ad honorem respinse tale possibilità perché era morto “per causa di malattia non contratta per evento bellico, ma solo aggravata dalla ferita e comunque è deceduto dopo il limite di tempo fissato dalla Commissione e cioè dopo il 25.IV.1947”.

Questa frase fu scritta a matita in fondo alla domanda indirizzata il 5 aprile 1949 da Achille Rizzo, il padre di Vincenzo, al Rettore dell’Università di Padova intesa proprio ad ottenere la laurea ad honorem per il figlio.

Concluse Achille:

Il sottoscritto è certo che il desiderio di un padre e di una madre che desiderano ardentemente di vedere onorata la memoria del loro figlio, che ha dato la vita per la Patria, sarà considerato nel suo giusto valore (…).

Il parere negativo risale ufficialmente alla seduta della Commissione onoranze studenti caduti tenutasi il 14 aprile 1949. Anche in quel caso i membri della Commissione evidenziarono che, anche per le future domande, non si riteneva opportuno “prolungare troppo la distanza tra la cessazione dello stato di guerra e la morte”, tenendo ferma la data limite del 25 aprile 1947.

Si giunge al 1954. Il 12 maggio il Rettore dell’Università di Padova si rivolse alla Commissione di II grado per il riconoscimento della qualifica di partigiano chiedendo se  fosse stato riconosciuto come “partigiano Caduto in seguito ad operazioni di guerra”. La domanda fu posta in considerazione della concessione della laurea ad honorem prevista per il 24 maggio.

Cinque giorni dopo, il capo ufficio segreteria, dott. Oreste Callovini, rispose notificando che la qualifica attribuita era quella di “Partigiano Combattente Invalido” perché la morte era avvenuta dopo la lotta di liberazione e il riconoscimento stesso della Commissione.

Passarono altri cinque giorni e il 22 maggio 1954 il Rettore scrisse alla famiglia Rizzo comunicando il conferimento della laurea e l’invito per la consegna del diploma in data 31 maggio, alle ore 10, presso l’Aula Magna dell’Università, alla presenza dell’onorevole prof. Gaetano Martino, all’epoca ministro della Pubblica istruzione.

Achille e Lidia risposero il 28 maggio esprimendo la loro emozione e assicurando la loro presenza alla cerimonia.

Nel 1964 la famiglia, che viveva in via Palestro 33, fu invitata anche alla cerimonia per il XX anniversario della Resistenza universitaria. Achille e Lidia vi parteciparono e inviarono per l’occasione anche una foto di Vincenzo in vista della pubblicazione dedicata dall’Università agli studenti partigiani.

 

Fu proprio in concomitanza con la cerimonia del 1964 che Achille Rizzo, il 25 febbraio, si rivolse al rettore Guido Ferro per metterlo al corrente che Vincenzo era stato proposto per la medaglia d’oro, ma alla fine aveva ottenuto quella d’argento. Ferro si interessò della pratica scrivendo prima a Rizzo il 25 febbraio stesso e il 18 marzo all’onorevole Domenico Sartori di Castelfranco Veneto che conosceva bene la situazione e i meriti di Vincenzo.

Ecco la lettera di Achille Rizzo.

 

In effetti anche l’altro figlio Alberto, nato a Castelfranco il 02.03.1917, fu partigiano nella brigata Montello della divisione Monte Grappa.

 

Fonti

Archivio Generale dell’Università degli Studi di Padova, Lauree ad honorem studenti caduti nella prima e seconda guerra mondiale, Laureati ad honorem, Studenti caduti per la liberazione 1943-1945, Studenti cui viene concessa la laurea ad honorem nella cerimonia del 24 maggio 1954, b. 31, f. Rizzo Vincenzo.

I documenti presenti in questa pagina sono stati pubblicati su concessione dell’Università degli Studi di Padova – Ufficio Gestione documentale (11 maggio 2022).

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