Giuseppe Rotteglia

Giuseppe Rotteglia 

Verona, 22.05.1921 – Verona, 09.07.1944

Figlio di Rodolfo e di Letizia Cosentino, Giuseppe nacque a Verona il 22 maggio 1921. Al momento dell’iscrizione alla Facoltà di Medicina (matricola 19/31), nell’Anno Accademico 1940-1941, la famiglia risultava residente in via Enrico Tazzoli 6, ma Giuseppe si era sistemato a Padova, in via Santa Lucia 7 presso Luigi De Zuccato. Giuseppe era iscritto al GUF. Si era presentato alla visita di leva ma era risultato non idoneo.

Dal modulo di iscrizione, presentato il 31 ottobre 1940, veniamo a sapere che il padre, 57 anni, aveva conseguito la licenza ginnasiale ed era capo reparto della Società Cattolica di Assicurazioni di Verona. La madre, 46 anni, aveva ottenuto il diploma normale femminile ed era una casalinga. Il nonno paterno di Giuseppe, che aveva terminato le scuole elementari, era un commerciante. Giuseppe risultava figlio unico. In precedenza aveva perso un fratello.

Alla domanda di iscrizione Giuseppe allegò il certificato di nascita, rilasciato dall’Ufficio dello stato civile il 18 ottobre 1940, e il diploma di maturità scientifica conseguito l’11 ottobre 194o, nella sessione di riparazione dell’a. s. 1939-1940, presso il Liceo Scientifico “Angelo Messedaglia” di Verona.

Giuseppe aveva ottenuto 9 in Lettere italiane, Storia, Filosofia ed elementi di diritto ed economia; 8 in Cultura militare, Lettere latine, Matematica e fisica, Scienze naturali, chimica e geografia; 7 in Disegno; 6 in Lingua e letteratura straniera (tedesco). Fu dispensato da Educazione fisica.

Al 23 ottobre 1941 risale la richiesta di un certificato di iscrizione e di un altro con l’indicazione del superamento di tutti gli esami consigliati per il I anno, al fine di ottenere una borsa di studio della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno. La stessa domanda fu reiterata il 25 novembre al fine di richiedere l’assegno alla Cassa scolastica.

Nel frattempo, il 20 ottobre, si era iscritto al II anno. Dal modulo l’unica differenza che emerge riguarda la madre indicata come maestra. Non è più indicato il domicilio di Giuseppe a Padova.

Il 21 ottobre 1942 si iscrisse al III anno e presentò nuovamente la domanda per ottenere la borsa della Cassa di Risparmio. Proprio sul modulo di iscrizione Giuseppe riportò la cifra ottenuta come assegno dalla Cassa scolastica: 1260 £.

Possiamo seguire Giuseppe nel suo percorso universitario fino al IV anno (A. A. 1943-1944). L’iscrizione risale al 6 novembre 1943 e questa volta risultava di nuovo a Padova in via Ferrari 1 B presso Menin. L’anno prima aveva ottenuto 1380 £ dalla Cassa scolastica. In più occasioni, dalle sue istanze, si nota che Giuseppe riusciva a sostenere, anche con voti alti, tutti gli esami richiesti. D’altronde era l’unico modo per lui per accedere agli aiuti finanziari.

Null’altro sullo studente Giuseppe Rotteglia.

Dopo la fine della guerra, l’11 ottobre 1945, l’Unione veronese antifascisti militanti – ex perseguitati politici scrisse al rettore dell’Università di Padova in merito alla consegna delle lauree ad honorem per gli studenti caduti per la causa della libertà. Da questa comunicazione veniamo a sapere cos’era accaduto a Giuseppe, “deceduto in seguito a maltrattamenti e a mancanza di cure nell’infermeria delle carceri degli Scalzi di Verona”.

 

Il 27 dicembre fu la volta della comunicazione della madre a Barbieri, direttore amministrativo della Facoltà di Medicina, dalla quale si ricavano ulteriori e importanti dettagli.

Il 28 dicembre il rettore assicurò l’Unione antifascisti che si sarebbe occupato del caso e scrisse a Letizia Rotteglia:

Esimia Signora

ho ricevuto con viva commozione e profondo cordoglio la comunicazione della S. V. relativa alla morte per maltrattamenti inflittegli dalla U.B.I (sic) al Figlio suo (…).

A nome del Corpo Accademico e dei Discepoli esprimo alla S. V. e Famiglia sensi di vive condoglianze e formulo l’augurio che la fine gloriosa del Suo figliolo sia di conforto alla Sua famiglia e il cordoglio unanime che accompagna la Sua perdita sia di qualche balsamo al loro dolore.

Il “foglio notizie” richiesto dall’Università e compilato dalla madre di Giuseppe il 12 settembre 1946 conferma le informazioni riportate e ne rivale altre. Veniamo così a sapere che Giuseppe

appartenne al 1° Comitato di Liberazione nella formazione “Giustizia e Libertà”, i cui membri furono in gran parte arrestati alla fine di novembre 1943. Fuggiasco egli stesso, poco dopo ritornava a Verona iniziando la difficile opera di riorganizzare le disperse file dei patrioti. Si manteneva in contatto col Comitato di Padova e collaborava e ritirava i foglietti clandestini “Giustizia e Libertà”, “Stella rossa”, etc. curandone la distribuzione in tutta la Provincia e nella città stessa. Col prestigio che gli veniva dalla bella intelligenza e dal generoso ardire aveva raccolto una banda armata, che comandava, pronta a qualsiasi impresa. Alla vigilia di un attentato dinamitardo contro gli uffici della Propaganda tedesca di Verona al quale avrebbe personalmente partecipato veniva tradito per denaro da un suo gregario, tale Attilio Caceffo di Verona che lo denunciava all’U.P.I ed alle SS tedesche.

Giuseppe fu arrestato il 30 marzo 1944 e 

fu sottoposto ad un estenuante interrogatorio durato quasi 36 ore consecutive, durante il quale il brigadiere Adolfo Righetti “boia dell’U.P.I” inutilmente cercò con le più crudeli sevizie che furono la causa della sua morte, di estorcergli il nome dei suoi compagni di lotta, riducendolo in condizioni gravissime. Trasportato alle Carceri Giudiziarie di Verona, privo di ogni cura, la sua giovinezza lottò coraggiosamente per 100 giorni contro la morte, finché in seguito alla sollevazione dei suoi compagni di cella che lo vedevano agonizzare veniva trasferito, sotto scorta, all’Ospedale Civile di Verona dove moriva cinque giorni dopo, e cioè il 9 luglio 1944.

Dal Tribunale Speciale di Parma per la difesa dello Stato era stato condannato a 2 anni di carcere.

Caceffo fu condannato dalla Corte d’Assise Straordinaria a 20 anni di carcere, Righetti alla pena di morte.

 

La laurea ad honorem fu consegnata alla madre di Giuseppe l’11 giugno 1947.

La famiglia Rotteglia fu invitata anche in occasione del XX anniversario della Resistenza universitaria, l’8 febbraio 1964. Scisse Letizia al rettore:

Sono tornata da Padova l’8 febbraio un po’ consolata nella certezza che i nostri figlioli caduti saranno ricordati anche negli anni a venire. 

 

Fonti

Archivio Generale dell’Università degli Studi di Padova, Lauree ad honorem studenti caduti nella prima e seconda guerra mondiale, Laureati ad honorem, Studenti caduti per la liberazione 1943-1945, b. 23, f. Rotteglia Giuseppe.

I documenti presenti in questa pagina sono stati pubblicati su concessione dell’Università degli Studi di Padova – Ufficio Gestione documentale (11 maggio 2022).

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