Ebrei stranieri internati in provincia di Belluno

Ebrei stranieri internati in provincia di Belluno

 

Dati dell’ACS

Il 26 aprile 1943, in risposta ad una richiesta del Ministero dell’Interno del 22 (circolare n° 448/301356), la Prefettura della Provincia di Belluno inviò, in allegato, l'”elenco numerico degli internati civili stranieri in questa provincia, distinti per nazionalità, razza e sesso“.

Si tratta di un totale di 159 persone, di cui 66 donne e 93 uomini. Gli ariani erano 2, gli ebrei 157. Per quanto riguarda la nazionalità 86 erano indicati come jugoslavi, mentre 34 erano i polacchi, 16 i tedeschi, 11 gli austriaci, 5 gli ungheresi, 4 i romeni, 2 gli slovacchi e 1 olandese. Incrociando altri dati, si può supporre che i 2 ariani fossero uomini, di cui 1 olandese.

I dati presenti su quel documento sono stati poi confrontati con la lista degli ebrei internati nel Bellunese, predisposta da Anna Pizzuti, che contiene 152 nomi. Altri, però, compaiono facendo delle ricerche per singolo comune di internamento. Inoltre, gli studi di Enrico Bacchetti hanno permesso di avere a disposizione ulteriori dettagli.

Dati di questa sezione

Nelle pagine di questo sito dedicate ai singoli comuni del Bellunese vengono indicati 181 internati in 16 comuni.

Non sono stati invece conteggiati alcuni ebrei che comunque arrivarono in provincia di Belluno, ma che furono internati anche in altri comuni:

  • 2 ebrei inseriti a Posina (Herman e Josip Markovic)
  • 1 a Sandrigo (Carlo Kudis)
  • 2 a Mareno di Piave (Ruza Kraus e Franziska Rechnitzer).

Non è stato inserito Johannes Warmund (San Vito di Cadore), indicato sul sito della Pizzuti senza dati anagrafici, ma di cui non esistono altri riferimenti. Sempre dal database della Pizzuti, a Falcade risulta Morowitz Reisalt, ma si tratta della stessa persona di Horowitz Reizel che arrivò a Falcade dopo essere stata internata a Quero. Non sono presenti nemmeno Ester e Rosalia Hirsch individuate a Merate e sulle quali sono necessari ulteriori approfondimenti.

Enrico Bacchetti segnala la presenza a Cesiomaggiore, presso una balia, di Beniamino (nato a Milano il 21.09.1937) e Carmen Bank (nata a Milano nel 1940), figli di Hersch, internato a Cesiomaggiore e poi deportato e ucciso dai nazisti. La madre, Charlotte Kurkowski, nata a Berlino il 16.07.1913, in quanto cattolica, rimase a Milano. Le foto della famiglia sono presenti sulla Digital Library del CDEC.

Infine, va segnalata, sempre in base alle ricerche di Bacchetti, la presenza di Ilse Neuburger (figlia di Hugo e moglie di Hans Kahlberg, internati a Puos d’Alpago), Inge (figlia di Ilse e Hans) e Muta Waldbaum (moglie di Hugo e madre di Ilse) che però giunsero nel Bellunese in qualità di sfollati.

A Trichiana è stato indicato un internato non ebreo, Andrea Logar. 

I 181 ebrei internati vengono così suddivisi:

  • Quero: 45
  • Mel: 27 (comprese Fanny Knacker e Renata Markovic le cui biografie sono riportate nella pagina del comune di Posina)
  • Feltre: 17
  • Sedico: 14
  • Agordo: 13
  • Fonzaso: 13
  • Longarone: 13
  • Forno di Zoldo: 8
  • Lamon: 8
  • Cencenighe: 6
  • Puos d’Alpago: 5
  • San Vito di Cadore: 5
  • Belluno: 2
  • Domegge di Cadore: 2
  • Falcade: 2
  • Cesiomaggiore: 1.

I due internati di Domegge erano prima a Lamon, ma si è scelto di inserirli a Domegge per mostrare che anche questo comune fu utilizzato per l’internamento.

Composizione del gruppo

Dei 181 nomi disponibili, 79 erano donne e 102 uomini. I nuclei familiari erano 51, mentre 14 persone erano sole. I minorenni al 1943 erano 36.

Per quel che concerne la nazionalità 66 erano gli jugoslavi (di cui 2 figli di un’internata polacca, 1 nato in Italia, 2 nati in Polonia, 2 figli di un polacco), 38 i polacchi (di cui 1 nata in Italia, 1 coniugata con uno jugoslavo), 25 i tedeschi (di cui 1 figlio di un’internata polacca, 1 nata in Italia, 4 nati in Germania ma legati al capofamiglia polacco), 18 gli austriaci (di cui 2 figli di polacchi), 11 gli ungheresi (di cui 1 sposata con uno jugoslavo), 9 risultano senza dati, 7 i cecoslovacchi, 4 i romeni, 1 era ucraina, 1 russo, 1 nata a Fiume.  

Deportati

I deportati furono 52, mentre 2 furono uccisi in Italia. I sopravvissuti 132 (di cui 5 deportati) equivalenti al 72,93%. Complessivamente fu deportato il 28,73% degli internati nel bellunese; solo il 9,62% dei deportati sopravvisse. Il totale dei morti è del 27,07%. Da notare che da Mel fu deportato o fu ucciso l’85,2% degli ebrei (23 su 27), da Forno di Zoldo il 50% (4 su 8), da Quero il 44,4% (20 su 45), da Puos il 40% (2 su 5), da Agordo il 30,76% (4 su 13), da Cesiomaggiore l’unico internato. In realtà i 4 di Agordo, di origine slovacca, furono arrestati a Padova. Degli altri deportati, 14 erano jugoslavi, 10 polacchi, 9 tedeschi (di cui 7 nati in Germania, ma di origine polacca), 7 austriaci, 3 ungheresi, 3 cecoslovacchi, 1 di origini russe. I due uccisi in Italia erano polacchi.

 

Cliccare sui nomi dei comuni per conoscere le biografie dei singoli ebrei stranieri internati.

 

                          Falcade Cencenighe Agordo San Vito di Cadore

 

Domegge di Cadore

Forno di Zoldo

Longarone

Sedico 

Puos d'Alpago

Belluno

Trichiana (congiunti di ribelli)

Mel

Feltre

Lamon 

Cesiomaggiore 

Fonzaso 

Quero 

 

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