Parte III – Il percorso

Parte III

Il percorso

3.1 Lezioni di storia: La persecuzione degli ebrei in Italia dal 1938 al 1945

Prima di cominciare il lavoro laboratoriale sui documenti riguardanti l’internamento degli ebrei in Provincia di Vicenza, è necessario fornire agli studenti i dati essenziali riguardanti il contesto storico. Dovendo spiegare la presenza degli ebrei internati nel vicentino, si è scelto espressamente di focalizzare l’attenzione sul processo che ha portato all’internamento degli ebrei in Italia e, in un secondo momento, alla loro deportazione. Da questo punto di vista la sintesi storica proposta non prenderà in esame la nascita e lo sviluppo del fascismo e del nazismo, ma solamente l’insieme degli eventi della storia italiana che vanno dalle Leggi razziali del 1938 alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Come è ovvio, troveranno spazio alcuni confronti tra il fascismo e il nazismo (si pensi alle leggi razziali) e, per quanto riguarda gli anni della guerra, andranno evidenziate le scelte più importanti del fascismo in politica interna ed estera ed in particolare quelle del periodo post armistizio.

I contenuti relativi agli aspetti prettamente storici usati in questa seconda parte sono stati tratti dal sito www.museoshoah.it a cura del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC). Il sito contiene molti dei materiali esposti nella mostra storica nazionale Dalle leggi antiebraiche alla Shoah. Sette anni di storia italiana 1938 e il 1945. Il catalogo della mostra è stato pubblicato da Skira nel 2004. Sul sito del CDEC, www.cdec.it, c’è una sezione (www.cdec.it/New_shoah_italia.asp) dedicata alle leggi antiebraiche in cui è possibile consultare, oltre ai testi delle leggi, molti altri materiali (bibliografia, riferimenti letterari, ecc.). Sul sito www.museoshoah.it, per ogni sezione presentata è possibile visualizzare alcuni documenti. In questa sede è stato deciso di mostrare tali documenti agli studenti in modo tale da poter rendere visibile il processo di discriminazione attuato dal fascismo. Nel cd allegato c’è una presentazione in powerpoint da utilizzare come sfondo durante le spiegazioni.

Di seguito vengono riportate le lezioni di storia. Si tratta di brevi brani su:

1) Il censimento

2) Le leggi antiebraiche

3) L’applicazione delle leggi

4) Gli ebrei stranieri

5) La guerra: i campi di internamento e l’internamento libero.

Le prime tre sezioni (il censimento, le leggi antiebraiche, l’applicazione delle leggi) vanno accompagnate dalla visione dei documenti e delle foto contenuti nel file “documenti lezione storia” (si veda il cd allegato, cartella “parte seconda”).

3.2 Il censimento del 1938

Nel corso del 1938 il governo fascista aveva ormai deciso di introdurre una legislazione antiebraica. Furono allora approntate una serie di strutture; l’atto più importante fu in luglio la trasformazione dell’Ufficio centrale demografico in Direzione generale per la demografia e la razza (Demorazza), la ripartizione del ministero dell’Interno cui era delegato lo studio e la messa in atto dei provvedimenti. La Demorazza gestì il censimento dell’agosto 1938, il primo atto governativo rivolto a tutti gli ebrei italiani e stranieri presenti nella penisola.
Esso fu una vera e propria schedatura di carattere politico, e non meramente amministrativo, uno strumento essenziale per l’attuazione della legislazione che sarebbe entrata in vigore a partire dal mese successivo. Non fu solo raccolta di dati anagrafici, ma si chiesero anche l’eventuale data di iscrizione al partito fascista e le benemerenze patriottiche. Censimenti specifici vennero fatti in ogni settore: tutti gli enti, le accademie, le istituzioni pubbliche e private, i singoli uffici furono chiamati a indagare l’eventuale presenza ebraica al proprio interno.
I dati furono continuamente aggiornati anche negli anni successivi, cosicché al momento dell’occupazione nazista tutti gli ebrei erano schedati, atto che si rivelerà fondamentale nel 1943 per l’individuazione, l’arresto e l’avvio ai campi di sterminio.
Si veda il file in powerpoint “censimento – Vicenza” per un approfondimento sui risultati del censimento in Provincia di Vicenza.

3.3 Le leggi antiebraiche

Primo atto della legislazione era la definizione di ebreo. L’impostazione biologica del fascismo comportò che fosse il sangue a stabilire chi era ebreo. Particolarmente delicato era dunque il caso dei figli di matrimoni misti.
In settembre furono emanati i primi decreti che allontanarono studenti e insegnanti dalle scuole e dalle università e imposero agli ebrei stranieri giunti in Italia dopo il 1918 di lasciare la penisola entro sei mesi. Il 17 novembre il decreto legge principale vietò agli ebrei di contrarre matrimoni misti; di possedere aziende di rilievo per la difesa nazionale o con più di 99 dipendenti e di avere terreni o fabbricati che superassero i limiti stabiliti; di avere al proprio servizio domestici non ebrei; di prestare servizio alla dipendenza di amministrazioni pubbliche civili e militari. Nel giugno successivo la normativa sul lavoro dispose la loro cancellazione dall’albo per la maggior parte delle professioni; si poteva esercitare solo a favore di ebrei. Gli ebrei in possesso di particolari benemerenze vennero esentati da un piccolo numero di divieti, ottenendo la cosiddetta “discriminazione”. Nei mesi e negli anni successivi moltissimi altri divieti vennero imposti spesso attraverso atti amministrativi. Neppure vivere secondo i precetti mosaici fu più possibile, poiché venne vietata la macellazione rituale kasher (ottobre 1938); entro la fine dell’anno fu sospesa la pubblicazione di tutta la stampa ebraica.

3.4 L’applicazione delle leggi

L’applicazione delle leggi fu capillare grazie anche alla meticolosità con cui un’intera catena burocratica si impegnò per rispondere alle circolari con prontezza, per schedare e informare. Spesso non vi fu solo pedissequa obbedienza a ordini superiori, ma anche zelo personale aggiuntivo. Gli ebrei vennero allontanati da tutti i settori pubblici e privati: l’esercito, gli impieghi statali, gran parte dei posti di lavoro privati, il partito fascista e le sue organizzazioni, le associazioni culturali e per il tempo libero. Si volle cancellare la loro presenza nella vita nazionale, e il loro contributo doveva sparire in ogni sua manifestazione: non dovevano più essere pubblicati e diffusi i loro libri, rappresentate le loro opere teatrali, suonate le loro musiche, proiettati i loro film; i nomi delle strade a loro intitolate andavano cambiati.
Il divieto di matrimoni fra ebrei e non ebrei costituì la più profonda violazione di una integrazione che passava attraverso i vincoli familiari, ma i divieti relativi alle occasioni di incontro arrivarono fino a proibire partite comuni sui campi da tennis. Gli ebrei dovevano poter essere individuati come tali e la dicitura “di razza ebraica” comparve su quasi tutti i documenti dagli atti di nascita alle pagelle, ai libretti di lavoro. I passaporti non riportarono tale dicitura allo scopo di favorire l’emigrazione.

3.4.1 Attività sulle leggi antiebraiche

A) Collegamento interdisciplinare Italiano – Storia – Educazione fisica Leggere l’articolo di Sergio Giuntini su Leone Efrati, pugile ebreo deportato e morto ad Auschwitz nel 1944. Nel cd allegato, nella cartella “parte seconda”, è possibile utilizzare il file “efrati”. Si ricorda che, sempre nel cd, nella presentazione in powerpoint “documenti lezioni storia”, c’è una sua fotografia.

B) Leggere alcuni articoli delle leggi razziali del 1938. Le leggi si possono leggere, analizzare, commentare con degli esempi legati alla vita quotidiana. Per brevità si potrebbero prendere in considerazione in modo più approfondito solo alcune leggi, come quelle legate al mondo della scuola (Regio Decreto-Legge 5 settembre 1938 – XVI, n. 1390).

Per approfondire l’argomento si rimanda ai siti
http://www.cdecdbase.it/leggi_antiebraiche_tournoud.asp?id_pagina=13&id=3 http://www.romacivica.net/anpiroma/FASCISMO/fascismorazz.htm

Per il punto B il percorso propone alcuni esercizi sulle leggi, con un confronto tra le leggi razziali e la Costituzione Italiana. L’attività è tratta da un laboratorio di storia di Spinea a cura di Nadia Paterno
(http://www.clio92.it/index.php?area=4&menu=54&page=270).

C) Collegamento interdisciplinare: Italiano – Storia – Scienze Si propone ai ragazzi un confronto tra le leggi italiane e quelle tedesche al fine di chiarire la definizione di ebreo secondo la visione nazifascista. Per l’Italia si prendono in considerazione la Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 Ottobre 1938 e il Regio Decreto-Legge 17 novembre 1938-XVII, n. 1728. Per la Germania si analizza il Primo regolamento alla legge di cittadinanza tedesca del 14 novembre 1935.
Si veda sul cd allegato, nella cartella “parte seconda”, il file “definizione di ebreo” (per maggiori dettagli sulle leggi antiebraiche è possibile consultare i file ”4a leggi antiebraiche italiane”e“4b schema leggi antiebraiche tedesche”)

A seguito della lettura delle leggi, si chiede ai ragazzi di tabulare e schematizzare quanto previsto negli articoli in modo da mostrare l’incongruenza della definizione di ebreo in base al razzismo biologico. A questo punto gli insegnanti dell’ambito scientifico possono mostrare agli studenti le basi della genetica a partire dalle leggi di Mendell. La lezione di scienze risulta estremamente utile per confutare, senza possibilità di replica, gli errori scientifici presenti nella visione razzista del fascismo e del nazismo.

Esempio di tabulazione e schematizzazione delle leggi razziali

Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l’appartenenza o meno alla razza ebraica,
stabilisce quanto segue:

è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei

è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera

è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica

non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all’infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI

non è considerato di razza un matrimonio misto, qualora professi altra religione all’infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI



La stessa cosa va fatta per il Regio Decreto-Legge 17 novembre 1938-XVII, n. 1728 che, rispetto alla dichiarazione del Gran Consiglio, presenta delle novità, e per la legge sulla cittadinanza tedesca. Al termine viene proposta la presentazione in power-point dal titolo “tavole genealogiche”, in cui si mostrano gli schemi esplicativi delle leggi razziali.
Il relativo file è nel cd allegato, nella cartella “parte seconda”.
Alla fine della tabulazione e della schematizzazione, gli studenti vengono invitati a riflettere sulla possibilità scientifica dell’ereditarietà genetica del carattere “ebreo”, cioè di un aspetto religioso e culturale della vita di una persona. Essere ebreo, come visto nella sezione “Il vocabolario dello storico”, significa appartenere a una fede religiosa e seguirne la tradizione, indipendentemente dalla propria nazionalità o cittadinanza.


D) Dato che in questa sezione del percorso si parla di leggi, può essere utile chiarire alcuni termini della questione. La prima cosa da sottolineare è che la discriminazione e la persecuzione degli ebrei viene portata avanti da Stati attraverso procedure che appartengono alla normale attività di uno Stato, ovvero mediante la possibilità di emanare leggi. Di qui si può avviare una riflessione sulla differenza tra l’emanazione di leggi da parte di Stati totalitari e di Stati democratici. Si suggerisce di:

– approfondire i concetti di monarchia e repubblica (anche in vista di quanto emerge dall’attività prevista per il punto B)
– approfondire il concetto di democrazia
– evidenziare il significato e il senso di una legge, mostrando agli studenti anche l’iter legislativo in Italia
– spiegare le diciture presenti nei testi studiati: decreto legge, decreto legislativo, decreto del Presidente della Repubblica, decreto ministeriale e così via.

Per le Scuole Secondarie di I Grado è possibile usare le schede predisposte da Le Monnier per il volume “Oggi storia” di Stampo – Tonelli e scaricabili dal sito
www.lemonnier.it/catalogo2006LM/secondariaI/catalogo/extratesto/storia.html.

In particolare si segnalano le seguenti schede:

– lo Stato;

– la democrazia;

– le leggi;

– la cittadinanza;

– monarchia e repubblica.

A proposito di cittadinanza si potrebbe mostrare non solo il significato e la storia del termine, ma anche come è possibile ottenere la cittadinanza in Italia, con particolare riferimento ai compagni di classe provenienti da altri paesi. L’approfondimento potrebbe offrire uno spunto per avviare percorsi di educazione alla legalità.
A tal proposito si rinvia alle attività promosse dall’associazione Libera (www.libera.it).

Si vedano, inoltre, due saggi da poco pubblicati:

– Nancy, J.-L., Il giusto e l’ingiusto, Feltrinelli, Milano 2007 e Colombo,

– G., Sulle regole, Feltrinelli, Milano 2008.

Esercizio (pista di lavoro B)
Leggi attentamente, cerca il significato delle parole che non conosci e prova a rispondere alle domande.

REGIO DECRETO-LEGGE 5 settembre 1938 – XVI, n. 1390
Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO
E PER LA VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D’ITALIA
IMPERATORE D’ETIOPIA


Ritenuta la necessità assoluta ed urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana; (…)


Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. All’ufficio di insegnante nelle scuole statali (…) di qualsiasi ordine e grado (…) non potranno essere ammesse persone di razza ebraica (…)
Art. 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado (…) non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica.
Art. 3. A datare dal 16 ottobre 1938-XVI tutti gli insegnanti di razza ebraica (…) saranno sospesi dal servizio (…)

 

REGIO DECRETO-LEGGE 7 settembre 1938-XVI, n. 1381
Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO
E PER LA VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D’ITALIA
IMPERATORE D’ETIOPIA

Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere;
(…)
Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. Dalla data di pubblicazione del presente decreto-legge è vietato agli stranieri ebrei di fissare stabile dimore nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo.
Art. 2. (…) è considerato ebreo colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica. (…)
Art. 4. Gli stranieri ebrei che, alla data di pubblicazione del presente decreto-legge, si trovino nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo (…) debbono lasciare il territorio del Regno, della Libia e dei Possedimenti dell’Egeo, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente decreto. Coloro che non avranno ottemperato a tale obbligo entro il termine suddetto saranno espulsi dal Regno (…) previa l’applicazione delle pene stabilite dalla legge.

Il Gran Consiglio sulla politica razziale (6 ottobre 1938)

Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell’Impero, dichiara l’attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un’attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti. (…)

Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:

a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;

b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici – personale civile e militare – di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;

c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell’Interno;

d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell’Impero.

LEGGE 29 GIUGNO 1939 – XVIII, N. 179
Disciplina dell’esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica

Art. 1. L’esercizio delle professioni di giornalista, medico-chirurgo, farmacista, veterinario, ostetrica, avvocato, procuratore, patrocinatore legale, esercente in economia e commercio, ragioniere, ingegnere, architetto, chimico, agronomo, geometra, perito agrario, perito industriale, è, per i cittadini appartenenti alla razza ebraica, regolato dalle seguenti disposizioni.
Art. 2. Ai cittadini italiani di razza ebraica è vietato l’esercizio della professione di notaro. Ai cittadini italiani di razza ebraica (…) è vietato l’esercizio della professione di giornalista.
Art. 3. I cittadini di razza ebraica esercenti una delle professioni di cui all’art. 1, (…) saranno iscritti in “elenchi aggiunti” (…)
Art. 6. è fatto obbligo ai professionisti che si trovino nelle condizioni previste dagli articoli 1 e 2 (…) di denunciare la propria appartenenza alla razza ebraica, entro il termine di venti giorni dalla entrata in vigore della presente legge, agli organi competenti (…). I trasgressori sono puniti con l’arresto sino ad un mese e con l’ammenda sino a lire tremila. (…) Art. 21. L’esercizio professionale da parte dei cittadini italiani di razza ebraica, iscritti negli elenchi speciali, è soggetto alle seguenti limitazioni: a) salvi i casi di comprovata necessità ed urgenza, la professione deve essere esercitata esclusivamente a favore di persone appartenenti alla razza ebraica; c) ai professionisti di razza ebraica (…) (non) può essere consentito l’esercizio di attività per conto di enti pubblici
  1. Di che documenti si tratta?
  2. Quando furono scritti ? Perché?
  3. Chi governava in Italia in quel periodo?
  4. Cosa veniva prescritto per quanto riguardava :– la scuola   ________________________________________________________– i matrimoni _______________________________________________________

    – gli ebrei stranieri ___________________________________________________

    – la professione di giornalista __________________________________________

    – le altre professioni _________________________________________________

DALLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
(1 gennaio 1948)

art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

DALLE NORME PER LA REGOLAZIONE DEI RAPPORTI FRA LO
STATO E L’UNIONE DELLE COMUNITÀ EBRAICHE ITALIANE
(23 marzo 1989)

art. 2, part. 1 In conformità ai princìpi della Costituzione, è riconosciuto il diritto di professare liberamente la religione ebraica in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto e i riti. (…)

Confronta la Costituzione in vigore con le leggi razziali del 1938-1939 e rispondi alle seguenti domande.

Quali differenze ci sono ? _____________________________________________

Cosa ne pensi?_____________________________________________________

3.4.2 Attività sulla propaganda fascista (i giornali, la scuola)

A) I giornali Accanto o in alternativa al lavoro sulle leggi, potrebbe essere interessante analizzare quale risonanza abbiano avuto le leggi stesse sulla stampa nazionale e su quella locale (si pensi alla Vedetta Fascista che veniva stampata a Vicenza o a Il Veneto che usciva a Padova). Nello stesso tempo sarebbe possibile fare una ricerca sui giornali in circolazione in quegli anni in Italia e nel vicentino. Si veda il contributo di Pietro Morpurgo su
http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html.

Alcune pagine di giornali sono state inserite nella presentazione in powerpoint “le leggi sui giornali” (cartella “parte seconda” nel cd allegato).

B) La scuola Si potrebbe mostrare l’applicazione delle leggi e della discriminazione razziale tramite la propaganda e l’educazione imposta ai ragazzi nelle scuole e nella società. Gli alunni potrebbero fare una ricerca sulla scuola fascista. Nel file “scuola”, presente nel cd allegato (cartella “parte seconda”), si riportano immagini e testi riguardanti le scuole in quegli anni. Gli insegnanti possono mostrare i contenuti del file, invitando gli studenti ad esprimere riflessioni e commenti. Molte delle immagini riportano parti di libri scolastici dell’epoca che vanno letti per capire la penetrazione della propaganda fascista nella scuola.

C) La propaganda razzista (nesso interdisciplinare con educazione artistica) Nei file “propaganda fascista” e “propaganda nazista”, presenti nel cd allegato (cartella “parte seconda”), è possibile prendere visione delle idee diffuse dai due regimi soprattutto attraverso le immagini dei giornali e alcune foto dell’epoca. La visione del materiale permette di avviare una riflessione sull’uso di immagini e disegni a fini propagandistici e di proporre un lavoro di analisi e interpretazione dei contenuti veicolati.

D) Le scuole per gli ebrei Negli stessi anni, prima che si giungesse alla definitiva negazione delle vite degli ebrei, i ragazzi e le ragazze potevano frequentare delle scuole per soli ebrei.

D1) Come testimonia Mary Berg (1940), autrice di un diario scritto nel ghetto di Varsavia (Il ghetto di Varsavia. Diario 1939-1944, Einaudi, Torino 1991):

Ora ci sono moltissime scuole illegali e si moltiplicano ogni giorno. La gente studia nelle soffitte e nelle cantine e tutte le materie sono comprese nei programmi, persino latino e greco … Non vi sono studenti svogliati. La natura illegale di questo insegnamento, il pericolo che ci minaccia ad ogni istante, colma ognuno di uno strano zelo …”. (…) “i giovani ebrei studiano in segreto. … In caso di pericolo i ragazzi sanno nascondere i loro libri. I giovani ebrei sono scaltri quando escono per recarsi all’insegnamento clandestino nascondono libri e quaderni tra pantaloni e stomaco indi abbottonano giacche e cappotti”.

D2) Un’altra testimonianza, quella di Bruna Levi Schreiber:
Passano i giorni, iniziano le scuole e tu ragazza ebrea rimani a casa. Non puoi nemmeno ascoltare la radio: è proibito agli ebrei possedere una radio. … Sei disperata, umiliata, non parli più con nessuno, giri a vuoto per casa, senza far nulla, perché non hai nulla da fare, nulla di costruttivo per il tuo futuro. … Sei infelice perché scuola per te come per tutti, oggi come ieri come domani, vuol dire anche centro di aggregazione, lavoro organizzato, risate, compagnia, appuntamenti per il pomeriggio … vita!”.

D3) A Padova risulta piuttosto eloquente il seguente comunicato:

Comunità israelitica di Padova.
Nota del Presidente Jacur del 19.12.1938.

Agli ebrei di Padova,

e, per conoscenza:

all’unione delle Comunità Israelitiche Italiane,
e alle Comunità Israelitiche d’Italia

Vi è noto che, a seguito del recente divieto fatto agli alunni ebrei di frequentare le Scuole Pubbliche, la nostra Comunità ha rivolto le sue più attente cure all’organizzazione dell’istruzione.
Dal 31 ottobre funziona regolarmente la Scuola Elementare, alla quale danno la loro opera tre insegnanti. Tale Scuola comprende – oltre l’Asilo Infantile – tutte le cinque classi. All’Asilo sono attualmente iscritti 7 bambini; alle altre classi 20.
È stata inoltrata al Ministero un’istanza con cui si chiede l’equiparazione legale di questa nostra Scuola.

Con lo stesso giorno hanno avuto inizio alcuni corsi di lezioni per studenti di Scuole Medie. Per ora gli scolari sono riuniti in tre soli gruppi: uno che comprende le prime tre classi di Scuola Media Inferiore, un altro che comprende la quarta e la quinta classe; e infine un ultimo gruppo per i tre corsi superiori.

All’atto di improvvisare dei corsi che raccogliessero i ragazzi non ammessi alle Scuole Pubbliche, per mantenerne elevato lo spirito e il desiderio di coltura, si è voluto escludere qualsiasi concetto innovatore, avente carattere definitivo; e perciò, poiché la quasi totalità dei ragazzi ebrei della nostra città frequentava il Ginnasio e il Liceo, l’insegnamento è impartito continuando questa prevalente tendenza. Ma è impartito in modo che, anche quei pochi i quali seguivano altri tipi di scuola, possano continuare la strada intrapresa. All’uopo vengono date, fra altro, alcune lezioni di ragioneria e di altre materie di Istituto Tecnico.

Gli allievi sono in tutto 27.

Dopo questo primo anno di esperimento, sarà possibile giudicare se sia preferibile altro orientamento od altra ripartizione dei corsi. 

Danno all’insegnamento intelligente e volenterosa opera alcuni insegnanti ebrei, che hanno dovuto lasciare il servizio nelle pubbliche scuole: 5 di materie letterarie, di lingue moderne e di storia; 2 di materie scientifiche; 1 di ragioneria.

Preziosa, valente e armoniosissima consulenza ci ha prestato e ci presta, in questo non facile lavoro di organizzazione scolastica, il Ch.mo Prof. Cav. Augusto Levi, già preside del R. Istituto Magistrale di Venezia e libero docente alla R. Università di Padova.

Alcune lezioni di filosofia, che sono seguite da tutti gli allievi con grande interesse, vengono gentilmente impartite dall’Illustre Prof. Adolfo Ravà (già ordinario di Filosofia del diritto nell’università di Padova); e qualche lezione di letteratura italiana viene gentilmente data dal Ch.mo Prof. Giulio Reichembach, già dei RR. Licei, e della R. Università di Padova.

Tutti gli ebrei frequentano inoltre un corso di insegnamento religioso. Stanno per iniziarsi lezioni di economia domestica; ed è allo studio l’introduzione di un corso di studio di stenografia. Quanto alla sede, non abbiamo mancato di studiare il problema e di compiere le più diligenti ricerche.

Provvisoriamente, la Scuola Elementare continua ad aver sede nei locali di Via. Sa. Martino e Solforino N. 13-a, ed i corsi medi si svolgono nei locali della Comunità (Via S. Martino e Solforino – Telef. 23-286), che abbiamo adattato quanto meglio fu possibile. (…).

Il Presidente
M. Romanin Jacur

Si veda il documento nel cd allegato (cartella “parte seconda”). File: “10 nota del presidente Jacur”.

D4) Un riferimento al Diario di Anna Franhttp://www.dalrifugioallinganno.it/didattica/parte%20seconda/10%20nota%20del%20presidente%20Jacur.pdf.

Dopo aver letto e compreso la struttura e il contenuto delle leggi razziali e aver constatato l’uso della propaganda nella scuola fascista “liberata” degli ebrei, si propone agli studenti un passo del Diario di Anna Frank che funge da commento finale all’emanazione delle leggi e alla loro applicazione in Italia così come negli altri paesi europei in cui furono applicate simili legislazioni.
Sabato 20 giugno 1942

In maggio del 1940 i bei tempi finirono: prima la guerra, poi la capitolazione, l’invasione tedesca e l’inizio delle sofferenze di noi ebrei. Le leggi antisemite si susseguivano all’infinito e la nostra libertà fu molto limitata. Gli ebrei devono portare la stella giudaica; gli ebrei devono consegnare le biciclette; gli ebrei non possono prendere il tram; gli ebrei non possono andare in auto, neanche se è di loro proprietà; gli ebrei possono fare la spesa solo dalle 15 alle 17; gli ebrei possono andare solo dai parrucchieri ebrei; gli ebrei non possono uscire per strada dalle 20 alle 6 di mattina; gli ebrei non possono andare al teatro, al cinema e in altri luoghi di divertimento; gli ebrei non possono frequentare la piscina né i campi di tennis e di hockey e quelli per gli altri sport; gli ebrei non possono andare in barca; gli ebrei non possono praticare nessuno sport all’aperto; gli ebrei non possono trattenersi nel proprio giardino né in quello di conoscenti dopo le otto di sera; gli ebrei non possono andare a casa dei cristiani; gli ebrei devono frequentare scuole ebraiche. Così vivacchiavamo senza poter fare questo e quello. Jacque mi dice sempre: “Non oso più fare niente perché ho paura che sia proibito”.
Per conoscere meglio quale impatto ebbero le leggi razziali sugli ebrei italiani è possibile consultare alcune testimonianze raccolte sul sito del CDEC, al link
www.cdec.it/nanette/tutto.pdf.
Se ne riporta una copia anche nel cd allegato (cartella parte seconda, file “11 leggi razziali nei racconti di chi le ha vissute”).

3.4.3 Testimonianze da Montecchio Maggiore (VI)

Dato che il percorso è finalizzato allo studio dei documenti sull’internamento degli ebrei in Provincia di Vicenza, è opportuno accennare sin da questo momento al collegamento tra la storia nazionale e quella locale. Qui di seguito ci sono alcune testimonianze raccolte nel comune di Montecchio Maggiore dalla signora Lucia Muraro.
Le lettere originali sono reperibili qui

Dalla testimonianza scritta della signora Serafina Brugnolo:

Frequentavo la IV elementare, classe femminile assai numerosa com’era normale negli anni precedenti la guerra. Fra compagni di scuola non ci si conosceva quasi, perché le ore impegnate nell’apprendimento delle varie nozioni scolastiche e negli esercizi di educazione fisica in palestra lasciavano ben poco tempo al gioco e alla conversazione. Una mattina, entrate in aula e sedute ai nostri posti attendevamo che la Maestra, com’era suo solito in piedi di fronte a noi, iniziasse la lezione.
Quella mattina però ci pose una domanda inaspettata e, ritengo, difficile da capire da parte nostra, scolarette di circa nove anni. ‘Fra di voi c’è qualche bambina ebrea?’ Non comprendendo, osservavo il volto della Maestra nell’intento di decifrare il significato dell’aggettivo “ebrea”. La Maestra guardava in silenzio, sorpresa e preoccupata, diritto davanti a sé. Mi girai per scoprire chi o cosa fissasse: nell’ultimo banco della fila centrale, una bambina bionda dai capelli lisci, esile, piccolina stava in piedi appoggiata allo schienale del banco addossato al muro. Era, purtroppo, una scolara ebrea. Non ricordo il suo nome, forse era da poco con noi, né so dove abitasse, ma quello fu l’ultimo giorno in cui la vedemmo e il primo e unico in cui la notammo. Sarà ancora viva?

Dalla testimonianza scritta della signora Lucia Muraro:

Del tempo in cui agli ebrei italiani furono tolti i diritti civili conservo il ricordo di un viaggio a Vicenza con mia mamma e un fratellino che abbisognava di una visita medica. Camminando sotto un sole infuocato (credo fosse l’estate 1939) lungo un viale ci fermammo ad una palazzina. Era mezzogiorno passato e non c’era nessuno per strada. Ci aprì con fare guardingo il medico stesso; indossava il camice, era un medico ebreo, ne ricordo il nome: Orefice. Anche lui, come gli altri ebrei italiani, già da un anno non poteva lavorare, non poteva esercitare la propria professione. Noi andavamo da lui a quell’ora per non essere notati. I miei si sentivano dalla parte di chi era perseguitato e volevano essere solidali.

Dalla testimonianza scritta della signora Gina Giordani in Camerra:

Nel 1942-43 io frequentavo la scuola media di Via Riale (VI). La mia insegnante di Lettere, Sign.na Nicoletti, si era accorta che mi piaceva tanto leggere e, purtroppo, la biblioteca scolastica offriva poca scelta. Così cominciò a prestarmi dei libri suoi. Molti di essi erano ricoperti con una consistente copertina blu-scuro in modo che non si potesse leggere il nome dell’autore. Erano libri semplici, dolci, quasi tutti di racconti. Se posso fare un confronto, per quanto ricordo, assomigliavano a ‘Il giardino dei Finzi-Contini’ che ho letto parecchi anni dopo.
In uno di questi libri ho trovato un appunto che ho ricopiato e che, penso, fosse dell’Autrice o della mia insegnante. Lo riscrivo: 
La dittatura fascista ha soppresso quelle condizioni di libertà, mancando le quali, l’insegnamento perde ogni dignità, perché cessa di essere strumento di libera educazione civile e si riduce a servile adulazione del partito dominante. Mi devo dividere dai miei alunni e dai miei colleghi con profondo dolore, ma con la coscienza di compiere un dovere di lealtà verso di essi e di rispetto verso me stessa. Ritornerò a servire il mio paese nella scuola, quando si ricostruirà una società libera e civile.
Ed è ritornata nel 1945. Io allora mi ero iscritta alle magistrali di Piarda Fanton. Il primo giorno di scuola il Preside ci ha riuniti nell’Aula Magna per salutare e dare il bentornato alla signora Laura Lattes che riprendeva, dopo sette anni (se ben ricordo), l’insegnamento nella sezione A dell’Istituto Magistrale di Vicenza. Ho conosciuto allora l’Autrice dei libri che tanto volentieri avevo letto negli anni delle scuole medie. Era una signora alta, magra, bionda e pallida e che tanto aveva sofferto. Ti ricordo.

Dalla nascita al matrimonio, io ho sempre abitato in Via Lorenzoni n. 3 a Montecchio M. La mia casa aveva un cortile in comune con molte altre e quello era un luogo di giochi e riunioni. Al n. 5 abitava la famiglia Cozza, ossia i nonni materni di Antonio Scalabrini (confezioni Castelli). La nonna di Antonio aveva un fratello emigrato in Germania. Costui aveva fatto fortuna importando in Germania frutta-verdura e vini italiani. Si era sposato e aveva avuto dei figli, in Germania, ma li portava spesso in Italia, dove si fermavano per diversi giorni dalla zia e giocavano nel nostro comune cortile. Erano simpaticissimi e parlavano perfettamente oltre al tedesco, che nessuno capiva, il dialetto di Montecchio.

Un giorno questi ragazzi stavano chiacchierando col gruppo nostro e una delle loro numerose cugine disse: ‘Walter (così si chiamava il ragazzo più grande) quel bambino laggiù (e indicava il piccolo Peter di 5 anni) è un ebreo, perché in quella casa lì ospitano una famiglia ebrea”. Walter si portò la mano sull’anca destra, come a voler prendere un’arma e, con piglio feroce e in perfetto dialetto disse: ‘Se gavesse la pistola ghe spararia!’ Erano buoni e simpatici ragazzi, figli di buoni e generosi italiani, ma la cultura antiebraica e razzista aveva lavato il loro cervello e avvelenato il loro cuore.”

Nella lettera, la signora Giordani parla del piccolo Peter. Si riferisce a Peter Buchwald (nella foto di Lucia Muraro) che era internato a Montecchio Maggiore con il padre Emmerico (Mirko) e con la madre Gertrud Gelb.

3.4.4 Spunti di lavoro sull’attualità: il pregiudizio e la discriminazione.

A) La nascita, lo sviluppo e l’affermazione del razzismo in Italia affonda le sue radici in pregiudizi secolari contro il popolo ebraico. Fino a questo punto sono state proposte diverse attività, mostrando i meccanismi amministrativi e culturali che hanno portato alla discriminazione nei confronti degli ebrei, ma non i motivi alla base di tali scelte. Spesso negli stessi studenti nasce spontanea la domanda: “Perché gli ebrei?”.
Di conseguenza, il lavoro fin qui svolto può essere accompagnato da

-una ricerca sull’antisemitismo sia nell’antichità sia nel XIX e nel XX secolo (si veda http://www.bibliolab.it/materiali_dida/morpurgo_lezioni.htm);

-una riflessione sui meccanismi che portano alla nascita dei pregiudizi e alla figura del capro espiatorio (attraverso riferimenti storici e alla realtà dei ragazzi stessi). Di seguito si propongono alcune attività che permetteranno ai ragazzi di prendere coscienza dei possibili pregiudizi presenti in ciascuno di loro.
In questa sede si è scelto di utilizzare il materiale presente sul sito
http://www.alfano1.it/misura7/attivit%C3%A0.htm che, a sua volta, riprende attività edite in diverse pubblicazioni.

Per chi volesse proseguire il lavoro, si ricorda che esistono numerosi rimandi sul web e nella bibliografia relativa a questa tematica.
Si raccomanda il materiale didattico predisposto

da Amnesty International (http://www.amnesty.it/educazione/scuola/?page=scuola),

dall’UNICEF (http://www.unicef.it/flex/FixedPages/IT/Pubblicazioni.php/L/IT),

dal CESTIM (http://www.cestim.it/index05didattici.html),

da VOLINT (www.volint.it);

– un attento studio della realtà che circonda i ragazzi a partire dalle scritte razziste che possono trovare sui muri delle città e dei piccoli comuni, ma anche negli stadi. Gli alunni potrebbero essere invitati ad un’analisi di tali notizie sui giornali e nei programmi TV. In questa sede si mostrano due casi di razzismo negli stadi italiani;
– una ricerca sul razzismo e sui razzismi. Potrebbe essere molto utile cercare con la classe l’origine del termine razzismo e la storia dei razzismi nel XX secolo fino a giungere ai giorni nostri, in modo tale da riconoscere anche in ciò che accade intorno a noi i segni di eventuali atti di razzismo.

Si propone la consultazione dei seguenti materiali:

B) Attività sui pregiudizi

1) Braistorming sulle parole stereotipo e pregiudizio; confronto con i significati riportati in un dizionario e relative riflessioni.

2) Attività: MEZZA CASA DA AFFITTARE
Tempi: 1 ora e 15 minuti

Finalità: Mettere in evidenza i pregiudizi che ciascuno di noi possiede ed imparare a riconoscerli
Modalità: Distribuire ad ogni membro una copia dell’allegato in cui sono presenti le istruzioni del gioco che verrà letto singolarmente e da cui ognuno dovrà esprimere delle preferenze (15 minuti).
Sulla base delle scelte suddette si svilupperà la discussione in gruppo. Diventa opportuno chiedere a ciascuno non un’unica scelta, ma di selezionare, in ordine di preferenza, tre possibili scelte e tre esclusioni assolute.
Quando tutti hanno fatto le proprie scelte si riporteranno su un unico cartellone i risultati e si evidenzieranno:

– la/le soluzione/i che sembrano più accettabili o tollerabili per il gruppo

– la/le soluzione/i su cui il rifiuto del gruppo cade con più forza e frequenza

DISCUSSIONE (45-60 minuti)

A questo punto si può aprire una discussione collettiva e un’analisi sul pregiudizio, sulla sua forza, sulle sue ragioni, sulle sue origini, ecc. Per questo gioco si consigliano dei conduttori piuttosto esperti in quanto vi è il rischio che i partecipanti si sentano giudicati e che le loro scelte siano valutate come buone o cattive.
Sicuramente questa attività provocherà delle reazioni, ma bisognerà stare attenti a non superare il confine del disagio ed anzi trarre spunto da ciò per far maturare atteggiamenti di cambiamento o di verifica tra opinioni e comportamenti.
(Tratto da AGESCI , Il mondo è la mia casa, Nuova Editrice Fiordaliso, 1992)

Allegato

Sei un lavoratore (oppure uno studente) in una città che non è la tua; dopo lunghe ricerche hai preso in affitto ad un prezzo molto alto un appartamento piuttosto grande di cui hai notato di poter subaffittare due camere, un cucinotto ed un bagno al piano di sopra rispetto a quello dove vivi tu (la scala passa dentro il tuo appartamento).
A chi lo affitti tenendo conto di queste richieste e del tuo bisogno dei soldi dell’affitto?
Hai 3 scelte da fare, in ordine di preferenza.
Puoi anche esprimere 3 esclusioni.

  1.  Una donna divorziata, con un bambino di 3 anni il cui padre è un tunisino; egli viene talora a trovare il figlio e spesso porta con sé numerosi amici.
  2. Una famiglia di emigrati jugoslavi con 5 bambini tra gli uno e i dodici anni. Il padre lavora in un’industria metallurgica, mentre la madre sta cercando lavoro come donna di servizio.
  3. Una famiglia con una figlia di 17 anni che frequenta la 2° Liceo Classico. Il padre è bancario, la madre insegnante.
  4. Una signora di 70 anni con il minimo della pensione.
  5. Un gruppo di 5 rifugiati polacchi; tutti lavorano nelle cucine di un grande ristorante.
  6. Cinque ragazzi che cercano uno stile di vita alternativo, rifiutando l’ideologia materialistica del consumo.
  7. Tre studenti palestinesi impegnati politicamente.
  8. Una famiglia di zingari di 5 persone, che rimarrà per qualche mese: il padre lavora occasionalmente, fanno parte di un clan più grande e si riuniscono spesso per festeggiare le loro ricorrenze.
  9. Due artisti, molto amici, con uno stile di vita bohemien e con molti amici artisti. Entrambi hanno sui quarant’anni.
  10. Un sacerdote trentenne con l’anziana madre e tre barboncini.
  11.  Una ragazza che studia canto e piano al Conservatorio e ha bisogno di esercitarsi tutti i pomeriggi.
  12.  Uno sconosciuto regista nero americano con la sua compagna austriaca.
  13.  Una famiglia di religione musulmana che vive rigorosamente i precetti del Corano; la madre esce di casa solo col velo.
  14.  Un ingegnere americano assiduo frequentatore di night club.
  15.  Una coppia libica senza figli; entrambi camerieri.
  16.  Due ragazze ex-tossicodipendenti che stanno provando a reinserirsi nella società lavorando come ballerine in uno spettacolo di una TV privata.

3) Attività: IN SETTE SULLA NAVICELLA

Tempi: 1,5 h.

La terra sta per esplodere. C’è una navicella pronta a partire per un nuovo mondo dove dar vita a una nuova civiltà.
Sulla navicella possono salire solo 7 persone.
Sceglile tra quelle elencate, indicando il motivo.

CANDIDATI

NO

PERCHÈ

1. militante nero

2. uomo con fucile

3. atleta

4. architetto

5. cuoca

6. falegname cieco

7. dottoressa

8. prostituta

9. ragazza sedicenne incinta

10. musicista gay

11. uomo di culto

Quando tutti hanno scritto le risposte, per alzata di mano si conta il numero di adesioni per ogni candidato. Si evidenziano poi quelli che hanno ottenuto i punteggi più alti. A questo punto si leggono le caratteristiche dei personaggi in elenco:

1. militante nero

È un pacifista

2. uomo con fucile

È un esperto cacciatore di selvaggina

3. atleta

È una donna di 70 anni

4. architetto

Mangia solo rape rosse che non ci sono nella località di destinazione

5. cuoca

Sa cucinare solo pietanze coreane

6. falegname cieco

È un ottimo artigiano

7. dottoressa

È un avvocato, funzionario della P.A.

8. prostituta

È giovane, sana, bella, ottima cuoca

9. ragazza sedicenne incinta

Ha l’AIDS

10. musicista gay

Sa suonare solo l’organo

11. uomo di culto

Integralista

Segue discussione sulle scelte fatte dagli studenti.

4) Attività: PREGIUDIZIO & GENERALIZZAZIONE

Tempi: 1,5 h.

Fate completare le seguenti frasi dagli alunni, poi divideteli in piccoli gruppi e mettete a confronto le risposte.
Discutete se vi sia pregiudizio o intolleranza da parte loro o dei compagni, e anche quali fattori (televisione, giornali, amicizie, atteggiamento dei genitori) possano aver contribuito alla formazione di tali pregiudizi.

  1. Tutti i Carabinieri sono ……………………………………………………………………………….
  2. Tutti i disoccupati sono ………………………………………………………………………………
  3. È una ………………………………………………………………………………………da due soldi
  4. Tutti i drogati sono …………………………………………………………………………………….
  5. Tutti gli omosessuali sono ………………………………………………………………………….
  6. Tutti i politici sono ……………………………………………………………………………………..
  7. Tutti quelli che hanno l’AIDS sono ………………………………………………………………
  8. Tutti i lavavetri sono …………………………………………………………………………………..
  9. Tutti i Testimoni di Geova sono …………………………………………………………………..
  10. Tutti i parrucchieri maschi sono ………………………………………………………………….
  11. Tutti i ballerini maschi sono ………………………………………………………………………..
  12. Tutte le mamme del Sud sono ……………………………………………………………………
  13. Quelli che vanno al liceo classico sono ……………………………………………………….
  14. Gli impiegati delle Poste sono …………………………………………………………………….
  15. È talmente scemo, deve essere …………………………………………………………………..
  16. È talmente in gamba, deve essere ………………………………………………………………
  17. È talmente tirchio, deve essere ……………………………………………………………………
  18. Beve come una spugna, deve essere …………………………………………………………..
  19. Guida malissimo, infatti è targato ……………………………………………………………….

5) Attività: A CIASCUNO IL SUO

Tempi: 1,5 h.

Proponete ai ragazzi il seguente elenco e chiedete di indicare per iscritto quelle che secondo loro sono le peculiarità di ciascun gruppo.
Segue discussione.

  1.  I neri
  2.  I neri americani
  3.  Gli ebrei
  4.  I ricchi
  5.  I giapponesi
  6.  Gli albanesi
  7.  I calciatori
  8.  Gli obesi
  9.  Gli omosessuali
  10.  I politici
  11.  Gli uomini
  12.  Le donne
  13.  I comunisti
  14.  I fascisti
  15.  I leghisti
  16.  I meridionali
  17.  I settentrionali
  18. I ballerini

6) Attività: QUELLI CHE…

Tempi: 1,5 h.

Chiedete ai ragazzi di considerare atteggiamenti e pregiudizi sui coetanei. Segue discussione.
Quelli che…

  •  sono vegetariani
  •  portano le scarpe con le zeppe
  •  si vestono come i grandi
  •  usano gli anfibi
  •  si pettinano da punk
  •  si lasciano crescere i capelli alla “rasta”
  •  si rasano come skinheads
  •  ascoltano musica classica
  •  si fanno i tatuaggi
  •  si fanno il piercing
  •  portano gli orecchini
  •  vanno in giro con i rollerbladeecc.

 

3.4.5 Spunti di lavoro sull’attività: il razzismo

Esempi di atteggiamenti razzisti negli stadi italiani.

1) Striscioni apparsi durante Inter – Napoli del 6 ottobre 2007


2) Lettura da La Repubblica del 29 gennaio 2006
Sugli spalti dell’Olimpico sono tornate svastiche e croci celtiche. Era già successo l’anno scorso, una domenica di fine settembre. Si è ripetuto questo pomeriggio. Giocava la Roma contro il Livorno e in curva sud, culla del tifo giallorosso, al fischio d’inizio sono comparse le bandiere e gli striscioni della vergogna: il volto del Duce, la croce uncinata e quella celtica, simboli delle frange più estreme della destra. Simboli che sono rimasti lì per tutto il primo tempo e buona parte del secondo senza che le forze dell’ordine intervenissero. C’era pure un lungo striscione bianco sul quale era scritto: “Lazio-Livorno: stessa iniziale, stesso forno”. Un gesto tanto più vergognoso perché compiuto nella settimana che ricorda al mondo la tragedia della Shoah”.




3) Si può proporre alla classe la lettura e la discussione sul seguente brano (tratto da http://calcio.excite.it/news/5597/Cassazione-Bandiere-fasciste-fuori-daglistadi).
Cassazione: “Bandiere fasciste fuori dagli stadi”

11:26 – martedì 16 ottobre 2007 “
‘Sventolare allo stadio il tricolore con il simbolo del fascio littorio nella parte bianca è reato e merita una condanna per violazione delle norme contro la discriminazione razziale’. Questa la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione di Roma in seguito alla quale Cristiano S., ultrà condannato nel 2004 per aver introdotto all’Olimpico una bandiera fascista, sconterà 15 giorni di carcere. Il tifoso aveva fatto ricorso alla Corte d’Appello nel 2005 sostenendo l’innocuità del simbolo littorio in quanto utilizzato nell’antichità dagli Etruschi e, più ‘di recente’, dalla Repubblica Cisalpina e da Giuseppe Mazzini. La Cassazione ha infine deciso di non condannarlo per tentata riorganizzazione del partito fascista bensì di attribuirgli la violazione delle norme che mettono al bando tutte le forme di discriminazione razziale in pubblico. Il ‘vessillo’ ostentato da Cristiano S. allo stadio era, secondo la Corte, ‘il simbolo tipico del fascismo che ha indubbiamente emanato leggi di discriminazione per motivi razziali’. […] ‘La circostanza che il fascio littorio sia stato usato in altri tempi ed in altri luoghi per diverse finalità è irrilevante dal momento che attualmente, in Italia, è collegato da tutti al regime fascista che è stato l’ultimo utilizzatore del simbolo’.


4) Sul rapporto tra lo sport, la propaganda fascista, le leggi razziali e la deportazione si consiglia:

– di analizzare con gli studenti il materiale presente su
http://www.archi2.polito.it/mostre/01/14_casabalilla/sportfasc.htm.

Si tratta di uno studio sulla propaganda fascista legata allo sport e alla costruzione degli edifici dell’Opera Nazionale Balilla, tra cui quelli di Padova e Belluno (http://www.archi2.polito.it/mostre/01/14_casabalilla/esempicase.htm#padova);

– la lettura del libro di Matteo Marani, Dallo scudetto ad Auschwitz, Liberti editore, che ripercorre la storia di Arpad Weisz, calciatore e allenatore di calcio ungherese (http://it.wikipedia.org/wiki/%C3%81rp%C3%A1d_Weisz);

– una ricerca sulla storia del calciatore austriaco Matthias Sindelar (si vedano: http://www.bloggers.it/embycicleta/index.cfm o http://www.provincia.bz.it/specials/downloads/libro_mese/libro06_i.pdf);

-una ricerca sull’allenatore Ernest Erbstein (si veda:http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a6.09.14.13.39);

-una ricerca sull’allenatore Max Schiffmann (si veda:
http://www.lucavalente.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=440).

A questo punto del percorso si torna alle lezioni di storia ed in particolare alle ultime due sezioni ad esse dedicate: Gli ebrei stranieri La guerra.

 

3.5 Gli ebrei stranieri

Più di 300.000 ebrei avevano lasciato la Germania dopo la presa del potere di Hitler e l’avvio della politica antisemita nazista. Alcune centinaia avevano cercato rifugio in Italia, vari vissero di espedienti e dei contributi dei comitati di assistenza, mentre altri erano riusciti a ricostruirsi una vita professionale. Numerosi giovani si stabilirono presso alcuni centri agricoli (haksharot) dove venivano educati alla vita nei kibbutz in preparazione della partenza per la Palestina. Per gli ebrei stranieri obbligati a lasciare la penisola, e spesso arrivati da poco e privi di saldi legami umani e professionali in Italia, fu assai difficile affrontare questa nuova urgenza. Particolarmente attiva fu la Delegazione per l’assistenza agli emigrati (Delasem, fondata nel dicembre 1939), diretta da Lelio Vittorio Valobra e passaporto tedesco di Enzo Arian. 


Arian lasciò la Germania nel 1933 e si trasferì in Italia, a Torino. Qui visse fino a quando le leggi del 1938 non lo costrinsero a cercare una nuova meta; con la moglie Giorgina Levi decise allora di trasferirsi in Bolivia dove i due vissero fino al 1946, anno in cui fecero ritorno in Italia. (www.cdec.it)
finanziata anche dall’American Joint Distribution Committee. La Delasem offrì aiuto materiale e cercò di favorire la partenza verso altri paesi. Tra il 1942 ed il 1943 alcune decine di ragazzi di varie nazionalità trovarono rifugio a Villa Emma, Nonantola (Modena), dove poterono anche continuare a studiare in attesa di raggiungere la Palestina. A Milano Israel Kalk, originario della Lettonia e giunto in Italia prima del 1919, aprì la “Mensa dei bambini”, che offrì cibo e aiuto a centinaia di piccoli profughi.

3.6 La guerra

Quando l’Italia entrò in guerra nel giugno del 1940, molti ebrei scrissero a Mussolini e al re sperando di poter partire come volontari. L’inizio del conflitto significò invece un aggravamento ulteriore della loro situazione; venne ripresa con rinnovata virulenza la propaganda antisemita insistendo soprattutto sulle responsabilità dell’ “internazionale giudaica” nell’aver scatenato una nuova conflagrazione. Uno dei primi provvedimenti del governo fascista fu l’internamento di tutti gli ebrei stranieri e di quelli fra gli italiani considerati “pericolosi nelle contingenze belliche”. Il binomio ebreo-pericolo veniva così ribadito. Vennero allestiti numerosi campi di internamento nel centro-sud, il più grande a Ferramonti di Tarsia (CS). Altri ebrei italiani e stranieri furono inviati in “internamento libero” in località isolate. Nel clima generale creato dalla guerra, numerosi furono gli atti di violenza antiebraica come le aggressioni, le scritte antisemite, le devastazioni di sinagoghe. Nel maggio del 1942 venne decretata la precettazione al lavoro obbligatorio per tutti gli ebrei, uomini e donne, che vennero adibiti a lavori manuali di varia natura. Il 25 luglio 1943 Mussolini venne deposto e il maresciallo Badoglio fu incaricato dal re di formare un nuovo governo. L’8 settembre 1943 fu annunciata la firma dell’armistizio del Regno d’Italia con gli Alleati, sbarcati il 10 luglio in Sicilia. Nei quarantacinque giorni che intercorsero fra queste due date le condizioni degli ebrei in Italia non subirono sostanziali mutamenti. Nonostante la speranza di una rapida abolizione e le richieste avanzate dai partiti antifascisti e da singoli cittadini italiani, le leggi antiebraiche non furono abrogate.

3.7 Approfondimento – I campi di concentramento e l’internamento libero

Per comprendere meglio quali furono le decisioni prese dal regime fascista dopo l’emanazione delle leggi razziali, in particolar modo per quanto riguarda l’arresto e l’internamento degli ebrei in Italia, si consiglia di esaminare i contenuti del file presente nel cd allegato (cartella “parte seconda”), “13 i campi di concentramento e l’internamento libero”.
Il materiale rappresenta una sintesi e una schematizzazione della ricerca di Klaus Voigt (Il rifugio precario, cit.). Può essere usato sia come approfondimento per gli insegnanti sia come ulteriore lezione di storia per gli studenti. In quest’ultimo caso, va tenuto conto che il file riprende e analizza alcuni concetti espressi nelle lezioni di storia, scendendo nei particolari delle misure di internamento adottate tra l’entrata in guerra dell’Italia e la caduta di Mussolini.
In un altro file (nella stessa cartella), “14 campi dopo l’armistizio”, si ricostruisce la storia dell’istituzione di campi di concentramento, soprattutto nell’Italia centrale e settentrionale, a seguito della costituzione della Repubblica Sociale Italiana e dell’ordine di polizia n° 5 del 30 novembre 1943. In questo caso è stato utilizzato come riferimento il libro di Liliana Picciotto, Il libro della Memoria, Mursia, Milano 2002.

Entrambi gli approfondimenti risultano essenziali per comprendere rispettivamente l’arrivo e l’internamento di centinaia di ebrei in provincia di Vicenza (“13 i campi di concentramento e l’internamento libero”) e la creazione del campo di concentramento provinciale di Tonezza del Cimone e la deportazione verso Auschwitz (“14 campi dopo l’armistizio). Nel loro insieme sono più adatti alla Scuola Secondaria di II Grado. Per quella di I Grado è opportuno operare una sintesi. 

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