Un preside di un liceo americano aveva l’abitudine di inviare questa lettera ai suoi insegnanti, all’inizio di ogni anno scolastico.
Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti; bambini uccisi con veleno da medici ben formati; lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università.
Diffido – quindi – dell’educazione. La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.
Tratto da “Les mémoires de la Shoah” di Annick Cojean (“Le Monde”, 29 aprile 1995). http://www.anti-rev.org/textes/Cojean95a/index.html
Contributi per l’insegnamento della Shoah
· Piccoli consigli al ventenne che in Italia studia la Shoah (di Alberto Cavaglion)
· Il testimone e il luogo nella didattica della shoah (di Alessandra Chiappano)
· Comprendere e insegnare la Shoah: coniugare insegnamento politico e insegnamento morale (di Laura Fontana)
· L’approccio metodologico dello Yad Vashem per l’insegnamento della Shoah (di Shulamir Imber)
· Auschwitz: quali insegnamenti per quali apprendimenti? (di Ernesto Perillo)
· Consigli della prof.ssa Clotilde Pontecorvo
· Per insegnare la Shoah (di Milena Santerini)