La confisca dei beni ebraici in provincia di Padova

La confisca dei beni ebraici in provincia di Padova

Per quanto riguarda la confisca dei beni ebraici in provincia di Padova la situazione è più complessa rispetto a quella di Vicenza, considerando la presenza di una storica comunità ebraica a Padova. Basta vedere l’inventario (18 e 61) dell’Archivio di Stato di Padova per farsi un’idea generale sulla mole di documenti prodotta dalle autorità dell’epoca.

Per il momento si riportano solo alcuni dati, ricavati da ASPD, Prefettura di Padova, b 545 Beni ebraici, per far comprendere come, oltre alla persecuzione dei diritti e delle vite degli ebrei, anche la caccia al loro beni fu portata avanti in modo capillare e poté raggiungere i suoi obiettivi grazie ad una burocrazia perfettamente allineata e orientata al raggiungimento dell’obiettivo. Va ricordato che anche per il padovano furono censiti tutti i beni presenti in provincia, ma che potevano appartenere ad ebrei residenti altrove.

Le notizie raccolte all’epoca sembrano numerose, ma in realtà riguardano solo una parte della comunità di Padova. Inoltre, in alcuni casi i beni appartengono alle stesse persone. Spesso si trattava di proprietà in campagna o di terreni agricoli. Per il momento non sono stati ancora analizzati altri tipi di beni.

Accanto ai cognomi e nomi (indicati sul documento originale come “ditte”), al comune e agli ettari, furono indicati anche gli ettari confiscati e quelli che dovevano ancora subire la stessa sorte. Il quadro è ricostruito nella tabella 1.

Se questa era la situazione del 1944, seppur parzialmente ricostruita, un anno dopo, con la fine del conflitto ci fu un passaggio importante: la restituzione dei beni (mobili e immobili) effettuata tra il 10 maggio e il 24 ottobre 1945, tranne due casi risalenti al 13 e al 28 marzo. Non avendo consultato ulteriori documenti, ci si limita a riportare, nella tabella 2, i dati sintetici. In questo caso è inevitabile notare il riferimento a quegli ebrei scomparsi nella Shoah e ad altri che probabilmente non erano ancora rientrati. Questo spiega il fatto che spesso i beni non furono restituiti direttamente ai proprietari ma ad amministratori e avvocati, oltre che ai parenti. L’elenco comprende anche Enti e addirittura le brigate nere, anche se accanto compare la dicitura “credito inesigibile”. Oltre ai cognomi e nomi, alla data di restituzione e alla persona a cui furono affidati i beni, due colonne del documento firmato dal liquidatore, dott. Ugo Vittadello, erano dedicate al saldo (a credito o a debito). I nomi indicati come cancellati corrispondono a coloro ai quali fu restituito anche il saldo (per un totale di £ 4.153.328,02) a credito (per un totale di £ 909.814,63).

TABELLA 1 – Beni confiscati o da confiscare

TABELLA 2 – Elenco delle restituzioni di beni ebraici